banksy

COME I “MISERABILI” DI VICTOR HUGO. SONO I MIGRANTI DI CALAIS, IL NUOVO SOGGETTO DI BANKSY APPARSO A LONDRA DI FRONTE ALLA SEDE DELL’AMBASCIATA DI PARIGI E SUBITO COPERTO - DALLA POLIZIA? NO, I PROPRIETARI DELL'IMMOBILE NON SI FANNO SCAPPARE (O ROVINARE) UN POSSIBILE “BOTTINO” CHE UN DOMANI POTREBBE VALERE MILIONI

BANKSYBANKSY

 

 

Da il “Corriere della Sera”

Come i protagonisti del romanzo di Victor Hugo. Sono i migranti di Calais, quelli colpiti dagli spray al peperoncino della polizia, il nuovo soggetto del writer britannico Banksy apparso a Londra di fronte alla sede dell’ambasciata di Parigi. Il disegno però ha avuto vita breve ed è stato coperto dalla società proprietaria dell’edificio.

 

 

2. BANKSY OSCURATO DALLA POLIZIA? NO, SOLO PREDA DI SPECULATORI. COME RISCHIA MOLTA STREET ART

Alessandro Riva - http://www.italianfactory.info/portale/index.php/2016/01/banksy-oscurato-dalla-polizia-no-solo-preda-di-speculatori-come-rischia-molta-street-art/

 

Operai al lavoro per coprire il lavoro di Banksy  6Operai al lavoro per coprire il lavoro di Banksy 6

“Migranti, nuovo murale di Banksy. Ma la polizia lo fa coprire”. Così titolava in prima pagina oggi, 25 gennaio, il “Corriere della sera” (edizione on line) a proposito del murale dello street artist britannico dedicato ai profughi di Calais, subito coperto da provvidenziali pannelli di compensato fissati da operai specializzati al preciso scopo di oscurarlo. Una becera censura poliziesca contro le democratiche e libere voci che si alzano in favore dei migranti, come vien da pensare leggendo il titolo del quotidiano di via Solferino?

Operai al lavoro per coprire il lavoro di Banksy 5Operai al lavoro per coprire il lavoro di Banksy 5

 

Nient’affatto. Il Corrierone, questa volta, l’ha davvero sparata un po’ grossa. Bastava fare qualche ricerca un po’ più approfondita, dando magari un’occhiata alle testate concorrenti oltre frontiera, anziché limitarsi a prendere le foto d’agenzia e sparare titoli a caso, e sulla vicenda del nuovo murale di Banksy avremmo avuto una notizia un po’ meno sensazionale, ma assai più aderente al vero.

BANKSYBANKSY

 

 

Il fatto è che il nuovo murale di Banksy, della cui comparsa IF Magazine ha dato prontamente notizia questa mattina, non è stato affatto coperto dalla polizia, come sostiene il Corriere; e le motivazioni non sono per nulla “politiche”, come un titolo del genere fa inevitabilmente presupporre (“Nuovo murale di Banksy in polemica con la Jungle di Calais, subito oscurato”, dichiarava sempre il medesimo giornale nelle pagine interne, lasciando supporre, pur non dicendolo apertamente, una sorta di intervento censorio delle autorità). Nossignori.

Banksy copertoBanksy coperto

 

migranti raccolgo legna per invernomigranti raccolgo legna per inverno

A coprirlo, dopo aver tentato inutilmente di  rimuoverlo – per scoprirlo basta scorrere qualche fonte un po’ più informata, come ad esempio il Daily Mail – a quanto risulta sono stati proprio i dirigenti della società proprietaria del palazzo su cui è comparso il murale, la Cheval Property Management Limited, immobiliare attiva da oltre trent’anni a Londra e in tutto il sud-est dell’Inghilterra, che – si legge sul suo sito –, è “fornitore leader di lussuosi appartamenti” e possiede in tutta l’Inghilterra “edifici per abitazione e uffici, proprietà residenziali e industriali”. Insomma, per intenderci: un colosso dell’immobiliarismo di lusso.

Banksy al sicuro, nella cassaforte del cantiere della della Cheval Property Management Limited 60Banksy al sicuro, nella cassaforte del cantiere della della Cheval Property Management Limited 60

 

calcio balillacalcio balilla

E perché, vi chiederete voi, coprire un’opera come questa da parte di un grosso immobiliarista? Semplice: per non farsi scappare (o rovinare) un possibile “bottino” che un domani, se venduto a un’asta, potrebbe valere centinaia di migliaia di euro, se non addirittura milioni (il murale, ci informano sempre i quotidiani inglesi, del resto aveva già rischiato di essere illegalmente asportato da un anonimo “ladro” nella sera tra domenica e lunedì, ma il “tentato furto” è stato sventato nientemeno che da Scotland Yard, che ora stra “indagando sul caso”: ma da quando, ci chiediamo noi, rubare un graffito è un furto?

corrente elettrica e wi fi gratiscorrente elettrica e wi fi gratis

 

Banksy Banksy

Forse che Bansky l’ha realizzato perché la Cheval Property Management Limited lo copra e se lo tenga ben stretto nei suoi caveau, e chiunque tenta di asportarlo, ad eccezione dell’immobiliare, è invece automaticamente bollato come “ladro”?).

 

Quel che sappiamo è che Mike Sadler, direttore della Cheval Property Management Limited, prontamente interpellato da alcuni quotidiani britannici (quelli che ancora vanno a verificare le fonti, non quelli italioti che lavorano sui lanci di agenzia), ha dichiarato che la sua azienda intende “preservare il murale” e che i suoi dirigenti stanno ora discutendo “i progetti futuri per l’opera d’arte”.

 

negozio nella junglenegozio nella jungle

Chiaro, no? Non ci sono intenti censori, non c’è alcuna sensazione di fastidio, di indignazione o di scontento per un’opera che critica i mezzi della polizia contro i migranti: c’è solo un lungo, sonoro tintinnar di monete, quello stesso che Zio Paperone vede affacciarsi nelle proprie pupille quando gli capita di fiutare un ottimo affare.

 

migranti cercano di attraversare la manicamigranti cercano di attraversare la manica

E la Cheval Property Management Limited, che di business se ne intende, l’affare, non c’è che dire, l’ha fiutato; ed è subito corsa ai ripari, “preservando” il murale, e rendendolo così inaccessibile, invisibile e inasportabile a chiunque. Business is business: con buona pace di Banksy, dei suoi fans, dei romantici che credono ancora all’arte come “fenomeno sociale”, oltre che dei migranti che nel frattempo muoiono di freddo, di fame e di lacrimogeni nel campo profughi di Calais.

 

Del resto, come dimenticarsi della vicenda, relativamente recente, di un altro murale di Banksy, intitolato “Slave Labour”, del 2012, raffigurante un bambino che cuce una bandiera inglese con una macchina da cucire, chiara denuncia del lavoro minorile nel Quarto Mondo, riferito in particolare all’uso di laboratori clandestini per la fabbricazione di gadget per il “Giubileo di diamante” della Regina Elisabetta, e per le Olimpiadi di Londra del 2012?

calais clandestini in transito  40calais clandestini in transito 40

 

Quel graffito, eseguito da Banksy sulla parete laterale di un negozio londinese, fu difatti asportato pochi mesi dopo, per ricomparire prima ad un’asta negli Stati Uniti, e successivamente, dopo proteste da parte degli inglesi, a Londra, ma sempre per essere venduto all’asta, al prezzo di 1,2 milioni di dollari.

 

BANKSYBANKSY

Ecco allora che la vicenda di Londra si salda alla perfezione con quella che ha luogo da oltre un anno in quel di Bologna, dove operai specializzati, mandati da una misteriosa e altisonante organizzazione intitolata Genus Bononiae, e capitanata da Fabio Roversi Monaco, ex Magnifico Rettore dell’Università di Bologna, stanno battendo le periferie, i palazzi e i luoghi della città dove nel corso degli anni sono comparsi i graffiti degli artisti più rappresentativi d’Italia e non solo, per asportarli con diligenza (ma dov’è Scotland Yard?, verrebbe da chiedersi), e in questo modo “salvarli dall’inevitabile distruzione a cui sono destinati nei cantieri che demoliscono le ex zone industriali, terreno prediletto di azione degli street artist”, e per “renderli, soprattutto, fruibili potenzialmente a tutti” (così giustificava la discutibilissima operazione il “Corriere di Bologna” qualche tempo fa).

 

chiesa st michael   calais 1chiesa st michael calais 1chiesa st michael   calais 2chiesa st michael calais 2

“Il team che da mesi lavora al progetto ha come obiettivo la condivisione delle opere in questione, non la loro commercializzazione”, continuava, con acritica solerzia, il quotidiano bolognese; “Operazione squisitamente culturale e artistica, dunque, non business”, chiosava infine lo zelante quotidiano (ma perché mai, ci chiediamo noi, se uno tenta di asportare un graffito nel centro di Londra è un ladro e Scotland Yard indaga, e se invece lo fa a Bologna e alla luce del sole, è un galantuomo che ha a cuore la cultura e la fruibilità dell’arte da parte di tutti?).

 

Sta di fatto che sia l’operazione londinese, sia quella bolognese, rivelano una contraddizione cui certa street art, divenuta in questi ultimi dieci anni molto “à la page” e perfettamente integrata nelle logiche economiche del sistema finanziario-lobbistico del grande mercato dell’arte internazionale, si trova giocoforza a sottostare: entrata nelle grandi collezioni private, entrata nei musei e nei “giri” delle grandi commesse pubbliche e dello show-business internazionale, ha un bel cercare di sforzarsi di vivere ancora sul mito dell’illegalità, della ribellione e della lotta al sistema.

mohammed abed un bambino palestinese davanti a un opera di banksy a gazamohammed abed un bambino palestinese davanti a un opera di banksy a gaza

 

I suoi giochi linguistici, ma ancora di più gli ahinoi spesso velleitari propositi di impegno politico-sociale, di cui Banksy sembra essere sempre di più il maggiore sponsor e sostenitore, non fanno in realtà fare un passo in più alla sensibilità della “gente comune” su temi scottanti quali la politica verso i migranti, la politica monetaria dei governi o il terrore di chi è diverso da noi (l’islam, il sessualmente diverso, etc).

maria elena boschi versione banksymaria elena boschi versione banksy

 

L’unico sentimento che scatenano, regolarmente quanto spudoratamente, è una grande, mastodontica, spasmodica cupidigia. Cupidigia, da parte dei tanti street shark – gli squali dell’arte di strada sparsi un po’ ovunque per il mondo –, di appropriarsi di un frammento della fortuna che i loro autori stanno riscuotendo nello star system internazionale, e dunque, di conseguenza, del denaro che, riuscendo a mettere le mani su una loro opera, un domani questa potrebbe fruttar loro.

 

BANKSYBANKSY

Gli intenti culturali, la salvaguardia del lavoro artistico, la fruizione pubblica delle opere e le altre baggianate con cui queste operazioni vengono di volta in volta condite, lasciamole a chi vuol credere ancora alle favole.

 

A noi non resta che questo: un’opera in più nelle mani di qualche speculatore, per condire il proprio ego, la propria ipocrisia e il proprio portafoglio. Mentre i migranti, laggiù a Calais come in mare o ai confini d’Europa, continuano a morire di fame, di freddo e spesso e volentieri anche di bastonate e di lacrimogeni.

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO