tarcisio burgnich

“TRA INTER E NAZIONALE HO DORMITO PIÙ CON FACCHETTI CHE CON MIA MOGLIE". GARANZINI IN LODE DI TARCISIO BURGNICH SCOMPARSO IERI - IN AZZURRO VINSE L'EUROPEO DEL ‘68, SEGNO' NELLA PARTITA DEL SECOLO E SI ARRESE A PELÈ. QUEL COLPO DI TESTA DI “O’REY” RIMASE IL SUO CRUCCIO. SI ERA PERSO L' UOMO, CONTRAVVENENDO AL PRIMO COMANDAMENTO DEL DIFENSORE DI UNA VOLTA. CON UN OCCHIO E MEZZO GUARDA SEMPRE IL TUO AVVERSARIO. CON L' ALTRO MEZZO IL PALLONE – VIDEO

 

Gigi Garanzini per “La Stampa”

tarcisio burgnich 33

 

Minuto di silenzio per Tarcisio Burgnich, la Roccia dell' Inter euro-mondiale e della prima grand' Italia del dopoguerra. Sarti-Burgnich-Facchetti la filastrocca della prima, Albertosi-Burgnich-Facchetti della seconda: giusto una generazione prima di Zoff-Gentile-Cabrini, anche se il vecchio Dino, friulano doc a sua volta, c' era già ai tempi dell' Europeo '68 e chissà perché, a pensarci, a Mexico '70 dovette ri-cedere il passo al meno giovane Albertosi. Era il tempo delle staffette, evidentemente, che culminò in quella mai abbastanza esecrata tra Mazzola e Rivera.

tarcisio burgnich 21

 

La Roccia di allora pesava 81 chili per 1,75: nella difesa dell' Inter di Conte tra Skriniar, De Vrji, Bastoni e magari Ranocchia sarebbe sembrato un riformato alla visita di leva. Perché le stazze di oggi sono tutt' altre e basta guardare una foto di gruppo dei messicani per provare un brivido di tenerezza. Ma il calcio era già allora uno sport di contatto: e contro la Roccia anche gli attaccanti più potenti e coraggiosi dell' epoca, a cominciare da Gigi Riva, molto semplicemente rimbalzavano. Per loro fortuna Burgnich era un marcatore implacabile ma leale, che solo una volta si arrabbiò seriamente: un pomeriggio a San Siro in cui una gomitata proprio di Riva gli fece saltare due denti. Cercò e trovò il modo di restituire, avrebbe raccontato anni dopo: e una volta pareggiati i conti, gli tese la mano.

tarcisio burgnich 4

 

Era giusto per Riva la punizione che Rivera battè dalla trequarti all' Azteca, subito dopo la frittata di Poletti che aveva regalato a Gerd Muller il pallone del 2-1. Ma finì sulla testa di un tedesco che la respinse corta e male: e lì, nel cuore dell' area avversaria dove di norma si spingeva solo mostrando il passaporto, fu la Roccia a controllarla con tutta calma e a spedirla in rete di sinistro. E fu quello il segnale che la maionese ormai era impazzita, e poteva davvero succedere di tutto.

 

tarcisio burgnich

L' altro fotogramma di quel giugno del '70 è di quattro giorni più tardi, al minuto 18 della finale col Brasile: ed è di tutt' altro segno. Sul cross di Rivelino, Burgnich è in ritardo e potendo staccare in solitudine il colpo di testa di Pelè è una sentenza. Si seppe poi, e qualcosa si intuisce rivedendo le immagini, che mentre Tostao stava per battere la rimessa che innescò la parabola di Rivelino, arrivò dalla panchina l' ordine di cambiare le marcature perché sino a lì su Pelè, partito arretrato, c' era stato Bertini: abituato a far sentire all' avversario il contatto fisico sullo stacco, la Roccia si trovò nella terra di nessuno.

 

burgnich pele

E annaspò invano nell' aria. Qualche giorno prima, con un colpo di testa praticamente identico, 'O Rey aveva costretto Gordon Banks all' allora parata del secolo, che tale è rimasta a distanza di oltre cinquant' anni. Ma a Burgnich, di professione marcatore a uomo, quel cruccio era rimasto dentro: perché nella partita più importante di una pur leggendaria carriera, contro il giocatore più forte del mondo, non era riuscito a essere la Roccia di sempre.

 

Si era perso l' uomo, sia pur per una scelta non sua. Contravvenendo al primo comandamento che aveva imparato a memoria nelle giovanili dell' Udinese. Con un occhio e mezzo guarda sempre il tuo avversario: con l' altro mezzo il pallone.

burgnich grande inter

 

Abiurò soltanto in tarda età, quando dopo l' epopea interista andò a fare il libero al Napoli di Vinicio che sperimentava la zona (spuria, visto che contemplava per l' appunto il libero). E arrivò a un passo da un altro scudetto, dopo tutti quelli vinti con l' Inter, più le coppe dei Campioni e le Intercontinentali. E sì che in gioventù era stato bocciato a un provino del Catania, che gli aveva preferito un altro friulano a nome Bruno Pizzul. Ciao Tarci, buonanotte Cipe. Così si salutavano in ritiro lui e Facchetti, spegnendo la luce alle canoniche 22,30. E raccontandolo, chiosava: tra Inter e Nazionale ho dormito più con lui che con mia moglie. Addio Roccia.

burgnichPELE' BURGNICHburgnich 44facchetti herrerafacchetti morattibedy moratti facchettitarcisio burgnich 12

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…