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JUVENTUS DI RIGORE – UN PENALTY AL 96' INFIAMMA LE POLEMICHE – MURA: “IL BRACCIO SINISTRO DI DE SCIGLIO È ALLARGATO, IL PALLONE PARTE DA CIRCA DUE METRI, NON SI NOTA VOLONTARIETÀ, QUINDI SPORTIVAMENTE È UN RIGORE INGIUSTO MA PER REGOLAMENTO CI STA”

  1. IL PENALTY C'ERA, LA SCONFITTA ROSSONERA MOLTO MENO

Mario Sconcerti per il Corriere della Sera

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Un rigore all' ultimo secondo di partita è la cosa più scomoda per chi deve commentare il calcio. Credo onesto cavarmela con un ossimoro iniziale: il rigore c' era, la sconfitta del Milan molto meno. Ma anche questo è variabile, nel senso che il fallo di mano è netto quanto involontario. L' assistente dell' arbitro è molto colpito dall' intervento perché tutto capita a un metro da lui, è come se lo vedesse in un televisore grande come lo stadio, ma nemmeno così è tutto automatico. Il fallo c' era, ma fischiarlo era discrezione di chi arbitrava.

 

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Non c' è la distanza per la volontarietà, è più un fallo di confusione (tre giocatori in un metro, colpire un braccio è quasi naturale) che una colpa da punire con il massimo della pena, ma per regolamento l' arbitro ha tutto il diritto di fischiarlo. La cosa di cui dovremmo essere sicuri è se un rigore così l' avrebbero fischiato all' ultimo secondo di chiunque. La Juve si toglie comunque così l' intero problema di una partita compromessa. Montella è quello che ha capito meglio Allegri, riesce sempre a metterlo in difficoltà.

 

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A Doha giocò meglio il Milan, stavolta ha costruito molto la Juve, ma non è stata mai una tempesta perfetta, il Milan ha sempre resistito con grande dignità. Manca un po' di brillantezza alla Juve, un po' di cattiveria. È spesso pericolosa ma senza squadra, quasi solo con istanze personali. Ormai Allegri gioca con Dybala suggeritore, mestiere che Dybala sa fare ma lo toglie dall' area di rigore. Non capisco bene il vantaggio.

 

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Pjaca, che lo sostituisce in attacco, ha molti mezzi e poca chiarezza, conosce se stesso non il gioco di tutti. Il Milan si è inserito bene nella fatica della Juve, ha giocato con intelligenza come spesso fa, forse con qualche protagonismo in più. Ha una qualità non grande, ma costante. C' è qualcosa che può crescere nel Milan. Ci sono idee dentro. Montella si è completato, come avesse aperto tante parentesi nel suo calcio. Più statica la Juve anche se spesso pericolosa.

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Donnarumma è stato fino alla fine il miglior milanista, ma il gioco è stato un po' lezioso, quasi lento. Non le ha giovato Dani Alves, inadatto al ruolo che gli era chiesto (non è un costruttore, è uno che conquista spazio da dietro), non l' ha aiutata Pjaca, sempre mezzo secondo fuori tempo. Però quel rigore ha rimesso a posto qualunque sintomo sopra le righe la Juve avesse mostrato.

 

2. LE MOSSE DI MONTELLA SENZA NESSUN COMPLESSO

Gianni Mura per La Repubblica

 

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Cominciamo dalla fine. La vittoria della Juve, per quello che ha fatto in tutta la partita, è legittima. Donnarumma migliore in campo, una decina di palle-gol create. Il rigore al 96' è di quelli che faranno discutere: il braccio sinistro di De Sciglio è allargato, il pallone parte da circa due metri, non si nota volontarietà, quindi sportivamente è un rigore ingiusto (lo segnala Doveri, assistente di porta, anche lui a due metri) ma per regolamento ci sta.

 

Su una cosa non ci sono dubbi: perdere in questo modo brucia parecchio. In stagione il Milan ha battuto due volte la Juve (una ai rigori) e le altre due volte l' ha costretta a sudare per vincere. Ieri sera ha giocato con intelligenza, prima difendendo la sconfitta, poi rinforzando il centrocampo (Kucka per Bacca) e infine cercando il contropiede in spazi più larghi.

 

Gli era riuscito alla perfezione nel primo tempo, in un lampo da Pasalic e Deulofeu a Bacca, in millimetrico fuorigioco. La mossa di Montella, per molti assurda, è stata azzeccata. Milan più solido nel secondo tempo, Juve più confusa ma sempre pericolosa.

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Poteva starci un rigore dopo 7', tocco di Zapata su Dybala. Pjaca spreca tutte le occasioni che gli capitano, quattro o cinque. Ci provano Dybala e Higuain, Donnarumma è sempre pronto. Il gol è di Benatia, se la canta e se la suona. Anticipa Bacca a centrocampo, avanza dritto, scambia con Dani Alves che gli rende il pallone, controllo e rete.

 

È la cosa migliore di Dani Alves, per il resto utile alla causa come un suonatore di cetra a un complesso rock. Il Milan non cambia atteggiamento e i fatti dimostreranno che ha ragione. I fatti sì, il risultato no, ma resta comunque da elogiare il modo in cui ha giocato, senza complessi d' inferiorità, semmai con la conoscenza dei limiti, propri e altrui. Questione di centimetri, di secondi, sembra destino che ogni partita tra Juve e Milan da un po' abbia una lunga coda di polemiche.

 

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La praticità del Milan Allegri l' aveva già sottolineata alla fine del primo tempo: «Hanno passato una volta la metà campo e ci hanno fatto gol». Vero, com' è vero che la Juve ha fatto 24 tiri in porta, di cui 11 nel primo tempo. Non molto attivo Pjanic, attivissimo Dybala, che ha fatto da centrocampista, da trequartista e da punta. A sprazzi Higuain.

 

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Senza la follia di Cuadrado sulla destra, la Juve è un po' più prevedibile. Poteva vincere con più comodo, vero Plaça?, e ha vinto all' ultimo secondo, spendendo più energie del previsto e con smagliature difensive (brutti palloni persi da Pjanic e Khedira). Con il Porto servirà più concretezza, e poi non sempre il portiere avversario si chiama Donnarumma.

 

 

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