
"L'ITALIA E’ UNA ARMATA BRANCALEONE, SENZA CAPO NE’ CODA" - PAOLO CONDO' TUMULA LA NAZIONALE DI SPALLETTI - "ALLA FINE DELLA STAGIONE I GIOCATORI ITALIANI NON STANNO IN PIEDI. IL BILANCIO DI SPALLETTI CONTINUA A ESSERE LARGAMENTE INSUFFICIENTE, MA NON C'E' ALTERNATIVA" - LA "GAZZETTA" CHIEDE LA TESTA DEL ‘CONFUSO’ LUCIANONE E SPIEGA CHE "ALLENATORI COME SPALLETTI SONO DIMEZZATI, NEL RUOLO DI CT, PERCHÉ NON POSSONO LAVORARE SULLA QUOTIDIANITÀ"
luciano spalletti - norvegia italia
Spalletti è al capolinea tecnico, un ct in confusione. Bisogna cambiare (Gazzetta)
La Gazzetta lo scrive chiaro e tondo in prima pagina: “Basta!” E nell’editoriale di Sebastiano Vernazza chiede la sostituzione del ct Spalletti.
Scrive la Gazzetta:
Travolto dagli eventi, da pesi troppo grandi e da una grandinata di infortuni, Luciano Spalletti ci sembra giunto al capolinea tecnico, in confusione. Di fronte a un disastro di tali proporzioni, la soluzione più logica sarebbe un cambio radicale di guida. Avanti il prossimo, nella speranza che riesca a rimettere insieme i cocci di una Nazionale in frantumi, bastonata all’Europeo nel 2024 e umiliata ieri sotto la pioggia di Oslo, come rare volte è successo.
Una crisi tecnica senza precedenti, a memoria non ricordiamo un’Italia di livello così basso. La mediocrità come tratto distintivo. Spalletti ha le sue colpe e responsabilità. Non è entrato in sintonia con tanti giocatori, si è irrigidito, si è incartato con le parole, ha perso lucidità.
luciano spalletti - norvegia italia
Allenatori come Spalletti sono dimezzati, nel ruolo di ct, perché non possono lavorare sulla quotidianità. Il possesso palla prolungato, e però lento e inutile di buona parte del primo tempo, è stato emblematico della disfatta, una gigantesca manifestazione di impotenza. Ci passavamo il pallone senza creare sbocchi, senza che qualcuno si muovesse per un taglio o attaccasse la profondità come si deve.
UN’ARMATA BRANCALEONE SENZA CAPO E NÉ CODA
Paolo Condò per il Corriere della Sera
(...)
Alla fine della stagione i giocatori italiani non stanno in piedi.
Fra le mille questioni poste sul tavolo dal k.o. di Oslo, questa è la principale.
luciano spalletti - norvegia italia
Un’altra strutturale è la totale mancanza di giocatori capaci nell’uno contro uno, e all’orizzonte non se ne vedono.
Le dimensioni della sconfitta vietano ogni speranza logica di qualificazione diretta. Se vogliamo andare al Mondiale — a fare cosa ce lo chiederemo nel caso — dovremo passare il doppio playoff del prossimo marzo, il che significa che Spalletti ha nove mesi per preparare una squadra credibile attraverso le partite del girone, nelle quali comunque occorrerà attenzione per evitare sorprese. Stiamo così male che non dobbiamo sottovalutare nemmeno Moldova, Estonia e soprattutto Israele.
Il bilancio di Spalletti continua a essere largamente insufficiente, ma non esiste un’alternativa: giunti a questo punto il ct, che non riesce ad adeguare il suo ritmo di lavoro all’incarico — nei club ha fatto grandi cose, in azzurro la scena è muta — potrebbe ripensare a dotare la squadra di un suo gioco originale, che è la via maestra per ritrovare un’ambizione.
Ci aveva provato all’inizio dell’Europeo, i rovesci l’avevano costretto a tornare alla difesa a tre, che come nei club anche a livello di nazionali è quasi sparita, eppure continua a far parte del nostro costume, e peraltro ultimamente non ci protegge nemmeno. Le ultime quattro gare sono state tre sconfitte e un pari, con 11 gol subiti. Non è la solita Italia da difesa e contropiede: è un’armata Brancaleone senza capo né coda.