jorge mendes

L'UOMO CHE COMANDA IL CALCIO - JORGE MENDES E’ IL PROCURATORE PIU’ RICCO DEL MONDO: NELL'ULTIMO ANNO LA SUA IMPRESA HA FATTURATO PIÙ DI UN MILIARDO DI EURO E OLTRE 100 MILIONI SONO ARRIVATI DIRETTAMENTE COME COMPENSO PER IL SUO OPERATO - LA SCADENTE CARRIERA DA CALCIATORE, I SOSPETTI SUI FONDI OFFSHORE, L’AFFARE FIGO, IL GIOIELLO CR7 E QUELLA VOLTA CHE UN SUO CONCORRENTE PROVO A RIEMPIRLO DI BOTTE IN AEROPORTO…

Marco Lombardo per “il Giornale”

 

ronaldo con il superagente jorge mendes

llato oscuro del pallone ha una faccia suadente. E d' altronde Jorge Mendes si è insinuato nel mondo del calcio sorridendo, e sorridendo ne esce sempre con un bel gruzzolo di denaro. Perché lui non sta né da una parte né dall' altra: lui è sempre il centro di tutto.

È il procuratore di calcio più ricco del mondo, ma in realtà non è nemmeno un procuratore. «Intermediario», è la parola che vuol dire tutto e nulla e che nelle cronache di calciomercato che ormai vanno a rullo 24 ore su 24.

 

Significa di solito che milioni di euro (ma anche dollari, yen o quant' altro) stanno passando da una squadra a un' altra facendo un giro nelle sue tasche. Mentre i giocatori fanno il percorso inverso e di sicuro sono sempre felici di farlo. «Avete un' idea sbagliata di noi agenti - ha detto una volta -: il nostro è un lavoro duro». Nel pianeta ce ne sono sicuramente altri, eppure non saranno mai come il suo.

 

JORGE MENDES

Si dice insomma che Jorge Mendes sia una specie di imperatore, ma l' unico problema è che il suo territorio non ha confini: ci abitano circa in un centinaio di persone - ovvero i suoi collaboratori della società Gestifute -, dopodiché la casa è il mondo.

 

E l'economia è stile legge finanziaria: nell'ultimo anno l' impresa Mendes ha fatturato più di un miliardo di euro e oltre 100 milioni sono arrivati direttamente come compenso per il suo operato. Dice di lui un dirigente di calcio: «Non lo definirei un esperto di football, tutt' altro. Ma di sicuro uno dei businessman più bravi in giro. E poi è uno che ci sa fare: di sicuro è un uomo con cui si passa il tempo volentieri. Ti guarda dritto negli occhi, ti parla sorridendo, è gentile e capisce i problemi di tutti. Alla fine ci si guadagna tutti. Lui di più». Senza neppure a volte firmare contratti: «Per me non sono importanti - ha rivelato -, in realtà non ne ho neanche bisogno. Da me funziona come in una famiglia». E d' altronde, dalla famiglia gli è venuta l' idea.

jorge mendes cristiano ronaldo

 

Perché a Lisbona esiste la sede della Petrogal, azienda che produce combustibili fossili. E perché suo padre faceva il portiere, ma in questo caso i pali erano quelle dell' ingresso della fabbrica. Il custode insomma, che aveva le chiavi per accedere anche alla parte sportiva della compagnia.

 

E così il giovane Jorge poteva organizzare partitelle con gli amici: non aveva certo un gran talento con i piedi, ma lavorava molto con la testa. E portare pallone e campo risolveva i problemi di tutti gli amici. Li faceva contenti.

 

jorge mendes 1

Ecco insomma che pure la pur breve carriera da calciatore diventa motivo d' affari. Lo ingaggia il Lehmense, club di terza divisione, e lui chiede che gli venga ridotto lo stipendio in cambio della gestione della pubblicità durante le partite. Da lì all' apertura di una discoteca il passo e breve. E da lì ancora a mettere insieme donne, dirigenti e calciatori nello stesso club il passo è ancora più corto. Se ne accorge perfino José Veiga, il più importante procuratore di calcio del momento: quando Jorge gli sfila la procura di Luis Figo, Veiga lo incontra all'aeroporto e cerca di menarlo. Risultato: qualche anno dopo finirà in bancarotta. Anche perché nel frattempo sulla scena del crimine, si fa per dire naturalmente, compare Cristiano Ronaldo.

luis figo foto mezzelani gmt 007

 

Jorge Mendes magari non capirà molto di calcio, ma quando propone quel giovane 17enne dello Sporting Lisbona al Manchester United, ha già fatto i suoi conti. CR7 arriva nel 2003 per 15 milioni di euro, quando riparte sei anni dopo per giocare nel Real Madrid, lo United incassa 100 milioni.

 

Un affarone per tutti e immaginate la commissione a chi arriva. E soprattutto l' anno seguente immaginate la faccia del mitico manager Alex Ferguson quando si ritrova a dover allenare tale Bebè, preso dal Vitoria Guimaraes. Confessa: «Non l' avevo mai visto giocare». Chissà come mai era finito lì.

 

Jorge Mendes in pratica lavora così, con le figurine. Ha quasi sempre le migliori, non solo in campo. José Mourinho su tutte, con il quale la collaborazione comincia quando lo Special One va allenare il Chelsea dopo aver vinto la Champions League col Porto. Anche in quel caso tutti son contenti. Soprattutto Peter Kenyon - allora Ceo dei Blues - che lo conosce e ne diventa socio in affari.

 

JORGE MENDES

Un' inchiesta di qualche anno fa del Guardian, ha messo in risalto gli strani intrecci tra i due e alcuni fondi off shore dove transitano i soldi dei diritti dei calciatori. Ma nessuno alla fine ha indagato oltre. Perché Jorge Mendes le regole non le rompe ma praticamente sorride loro. E così, nonostante che a «terze parti» non sia possibile detenere quote di giocatori o di società, lui alla fine compare sempre dietro le quinte. Ammettendo il rischio di conflitto di interessi, ma ribattendo che lui in realtà cura gli interessi di tutti. E di nessuno tranne il suo: «Io non accetto procure, metto in contatto le parti. E le agevolo».

JORGE MENDES

 

Risultato: investita del problema, la Fifa - il massimo organo mondiale del calcio - alza le mani. «Non possiamo inseguire illazioni». E neanche lui. Così ecco che ci risiamo: se seguite le cronache pallonare dell' estate, sappiate che molto spesso c' è il suo zampino. Sì, ovviamente, esiste anche Mino Raiola, ma è il suo alter ego e fa troppo chiasso. Mendes resta in disparte, mentre per il terzo anno di fila piazza il suo protetto Cancelo in una squadra che conta, e tutti come sempre vivono felici e contenti.

 

FLORENTINO PEREZ E JORGE MENDES

Soprattutto le decine e decine di suoi protetti che non hanno più una maglia se non quella della sua società. Qualcuno, è vero, ha provato a sfilarsi: tempo fa Lucho Gonzalez per esempio si rifiutò di firmare con il Chelsea con lui come agente. A Londra non s' è più visto, lo hanno ritrovato un giorno in una squadra del Qatar con la carriera spezzata.

 

JORGE MENDES

Intanto Jorge continua a girare per il suo impero, facendo cose che ad altri non sarebbero concesse. Per dire: firmare accordi con una societa, il Monaco del magnate russo Rybolovlev, per farne parcheggio di giocatori. Oppure alla fine di prendersene una intera di squadra, il Wolwerhampton, attraverso un fondo a lui collegato. Non si potrebbe? Certo.

Ma anche sul campo della Petrogal forse non avrebbe potuto portare gli amici. Anche in quel caso però è bastato sorridere a papà.

JORGE MENDES

Ultimi Dagoreport

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…

riarmo armi pedro sanchez elly schlein giorgia meloni giuseppe conte donald trump

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI! DUE SVALVOLATI SI AGGIRANO PER L’EUROPA: PEDRO SANCHEZ E ELLY SCHLEIN – CON LA NATO MORENTE (TRUMP SOSTIENE CHE L'ARTICOLO 5, CARDINE DELL'ALLEANZA, SI DEBBA "INTERPRETARE"), I DUE SINISTRATI DEL PSE, CHE INSIEME AL PPE SOSTENGONO LA MAGGIORANZA URSULA, MINACCIANO DI STACCARE LA SPINA DICENDO "NO" AL RIARMO UE: UN "NO" CHE SAREBBE UN REGALONE ALLA GIORGIA DEI DUE MONDI CHE NON VEDE L'ORA DI DIVENTARE LA STAMPELLA DEL PPE (DOVE E' ATTESA A BRACCIA APERTE: AL VERTICE DELL'AJA HA SEDOTTO A COLPI DI SMORFIE TRUMP SUI DAZI AL 10% ALL'UE) - LA MOLLA DI TANTO TAFAZZISMO GEOPOLITICO DI ''FALCE & MART-TELLY'' È IDEOLOGICA, TROVANDOSI STRETTA TRA L'INCUDINE DEI RIFORMISTI PD E IL MARTELLO A CINQUESTELLE DI CONTE, CHE L'HA SCAVALCATA A SINISTRA A SUON DI MANIFESTAZIONI, SLOGAN E PROCLAMI "ARCOBALENO", SORPASSANDO PERFINO AVS - E TRA I DUE LITIGANTI, LA DUCETTA SE LA GODE... 

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

alessandro giuli

DAGOREPORT - MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI? I DIRETTORI DI CINQUE MUSEI STATALI (MUSEI REALI DI TORINO, GALLERIA DELL’ACCADEMIA E BARGELLO DI FIRENZE, COLOSSEO, MUSEO NAZIONALE ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI) SARANNO SELEZIONATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DA GIURISTI - PEGGIO CI SI SENTE SE SI PENSA CHE I TRE CANDIDATI PER CIASCUN MUSEO SCELTI DA QUESTA COMMISSIONE GIURISPRUDENZIALE SARANNO POI SOTTOPOSTI AL VAGLIO FINALE DEL LAUREANDO MINISTRO…