ferrero massimo mihajlovic preziosi mi

LANTERNA MAGICA - GENOA E SAMP MAI COSÌ IN ALTO INSIEME - PREZIOSI E FERRERO DEVONO FARE UN MONUMENTO AI LORO TECNICI, GASPERINI E MIHAJLOVIC

Malcom Pagani per “il Fatto Quotidiano

 

ENRICO PREZIOSIENRICO PREZIOSI

Si chiamava Pippo Spagnolo, era il più grande tifoso del Genoa dal dopoguerra e della Sampdoria, semplicemente, negava l’esistenza: “Il derby è la partita che mi interessa meno al mondo, perché io con gli altri non gioco mai. Non li riconosco. Per me l’unico derby è quello contro gli argentini del Boca”. Dall’alto, in cielo, con le dita gialle di nicotina, i capelli in tinta e la battuta pronta, oggi Spagnolo vedrebbe le cose nella giusta prospettiva e forse, finalmente, cambierebbe idea.

 

massimo ferrero 4massimo ferrero 4

Dopo essersi inseguiti con gli insulti per decenni (“Rumente”, “Buliccio”) al ritmo di un “parlar camallo” che mascherava nello striscione feroce (“Noi siamo nordici / voi sudici” o anche “Se Via Isonzo è blucerchiata / Moana Pozzi è illibata”) i poveri orizzonti pallonari cittadini, i sostenitori di Genoa e Sampdoria possono guardarsi allo specchio e aspirare a qualcosa di diverso. In città, nell’incredulità generale che lenisce altre recenti ferite, si irride ora la Scala del calcio divenuta in un amen sottoscala e si discute seriamente di Champions League.

 

A qualcuno, con gesto apotropaico incorporato (la scaramanzia pulsa da sempre tra i vicoli di un luogo magico e ad alto tasso di mistero ed esoterismo) vengono in mente paragoni con l’alba degli Anni 90. Fotografie. Rimandi. Coincidenze. Volti e voci.

 

massimo ferrero 3massimo ferrero 3

Lo scudetto vinto da quello straordinario filosofo di strada di nome Vujadin Boskov. Le rovesciate di Vialli, i calzini abbassati di Mancini, il basco di Osvaldo Bagnoli, le parate di Simone Braglia ad Anfield Road, i gol di Skuhravy, le rovesciate di Aguilera. Ai tempi in cui Gianluca Pagliuca sbagliava meno di quanto non si dedicasse a parare le mosche e il piccolo Pato d’Uruguay, anche nelle disgrazie giudiziarie, restava un figlio a cui perdonare tutto (Dentro o fuori / Pato nei nostri cuori) avventurarsi tra le ombre di Marassi non era uno scherzo.

 

GASPERINI GASPERINI

Quest’anno, un simile cammino virtuoso in campionato non l’avrebbe potuto immaginare neanche il più ottimista tra gli adepti di stanza al Ferraris. La stagione del rinnovato amore genovese per le aree di rigore era nata tra i fischi. Da un lato, quello genoano, li aveva copiosamente collezionati in estate proprio la squadra costruita da Enrico Preziosi. Il solito patchwork fitto di pezze e di scommesse ad alto rischio, accolto dalla Nord, come negli ultimi anni, da ironie e smaccato scetticismo.

 

Dall’altro, l’esordio di Massimo Ferrero, il presidente “cinematografaro” succeduto al sabaudo petroliere Garrone, non aveva suscitato entusiasmi dalla Sud. Ora, prodigio, Preziosi è tornato ad avere agibilità democratica e persino applausi in tribuna d’onore e, miracolo, Ferrero cammina dalle parti di dio perché dopo aver incautamente auspicato il ritorno in Europa, ha per ora avuto ragione su tutto, mantenendo ogni singola promessa fatta. Sulla credibilità di Ferrero e sulle sue maniere inurbane, nei giorni in Franco Scoglio, ha delimitato anche il diritto di critica.

MihajlovicMihajlovic

 

Ai primi fischi ingenerosi (piovuti dopo il pari interno con il Verona) ha zittito i contestatori e ottenuto a brutto muso il dovuto rispetto. Il suo omologo, Siniša Mihajlovic, dal canto suo ha dimostrato nuovamente la personalità già messa abbondantemente in scena da giocatore e non ha sbagliato un colpo creando un gruppo monolitico in cui gli interpreti sono intercambiabili e i giocatori rimessi a nuovo, da Okaka a Romero, sorprese inattese che hanno ora il dovere di ringraziarlo come si farebbe con un secondo padre.

 

Se il domani sarà davvero dolcui le sue parole dovevano essere ancora sottoposte all’onere della prova, i teorici del buon gusto e della noia obbligata avevano già emesso una non reversibile sentenza di condanna.” È cafone”, “Ci fa vergognare”, “Questa società ha avuto sempre uno stile”.

Okaka Okaka

 

Adesso i disfattisti non si sentono più e Ferrero, invece di uniformarsi a quello degli altri, ne ha creato uno suo. Scatenato, irrituale, vincente. Dopo le lacrime, la paura di retrocedere, le maglie fatte restituire d’imperio dalla curva e lo sciopero dei tifosi, ora la Genova del calcio ride nuovamente. Nella resurrezione di un ambiente depresso hanno avuto meriti chiari anche gli allenatori.

 

Gasperini, il tecnico del Grifone che anni fa con il suo 3-4-3 si guadagnò l’Inter (forse, magari, osservando le macerie attuali, l’addio precoce non fu neanche sua esclusiva colpa) è tornato ad avere il coraggio di giocare alla pari con chiunque, il suo marchio di fabbrica in un recente passato. Ritrovata l’autostima, proprio come faceva l’indimenticato professor ce, si vedrà. Il torneo è a un terzo e se non si possono sigillare i sogni, non si può farlo neanche con le certezze.

Sergio RomeroSergio Romero

 

Ci sarà da soffrire, da lottare, probabilmente da incazzarsi come è nello stile di due squadre che per trionfare, sono costrette a correre due volte più degli altri. Adesso il vento è a favore. Per sapere se si trasformerà in una scimmia di luce, di follia e festa collettiva, lo si saprà in primavera. Non più maledetta, ma felice. È Genova. La Genova che non sperava più di esserlo.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…