
LOOKMAN, CORE ‘NGRATO! – IL CALCIATORE NIGERIANO STA FORZANDO LA MANO PER SPINGERE L’ATALANTA A VENDERLO ALL’INTER: IERI, PER IL SECONDO GIORNO CONSECUTIVO, NON SI È PRESENTATO AGLI ALLENAMENTI - LA “GAZZETTA” GLI FA IL CULO: “NESSUNO DISCUTE IL DIRITTO DEL CALCIATORE A CHIEDERE DI ESSERE CEDUTO. È L’ATTEGGIAMENTO CON CUI SI CERCA DI FAR VALERE LE PROPRIE RAGIONI. SI PUÒ CHIEDERE, ANCHE DISCUTERE, MA VENIRE MENO AL PROPRIO DOVERE, NEI CONFRONTI DI CHI TI PAGA E TI HA SEMPRE PAGATO PROFUMATAMENTE, QUELLO PROPRIO NON VA. INVECE DI CHIEDERE GRATITUDINE, BISOGNEREBBE CHIEDERE PROFESSIONALITA'..."
1 - ATALANTA, LOOKMAN CONVOCATO MA ANCHE OGGI NON SI PRESENTA
(ANSA) - Per il secondo giorno consecutivo Ademola Lookman non si è presentato in sede all'Atalanta, senza rispettare la convocazione formale della società per stamattina. I compagni, dopo la ripresa di ieri, stanno svolgendo una doppia sessione sul campo.
Dopo lo strappo avvenuto lo scorso fine settimana a mezzo Instagram rimuovendo i riferimenti al club per poi pubblicare una lettera in cui lamentava il mancato rispetto degli accordi, l'attaccante ha dunque optato per l'ostruzionismo. Vuole andare solo all'Inter.
IL POST DI LOOKMAN CONTRO L ATALANTA
2 - I DIRITTI SENZA DOVERI DEI CALCIATORI DI OGGI PERCHÉ LOOKMAN SBAGLIA
Estratto dell’articolo di Alessandro Vocalelli per “la Gazzetta dello Sport”
Ci si potrebbe anche provare. A fingere un po’ di stupore, per quello che sta accadendo con Lookman e che - è bene ricordarlo - fa parte della letteratura del calcio. Non c’è estate in cui un giocatore, almeno un giocatore, non si ribelli al proprio club, mettendo il muso, togliendo tutte le immagini dal proprio profilo social - un’arrabbiatura del tempo, silenziosa e rumorosa - per poi magari non presentarsi neanche fisicamente all’allenamento. È quello che sta esattamente facendo Lookman […]
Insomma, per farla breve, non è il caso di scandalizzarsi per quello che sta succedendo ed è figlio, purtroppo, del tempo. Di un tempo in cui - invece di chiedere inutilmente gratitudine - bisognerebbe piuttosto rifarsi alla parola professionalità.
Perché la gratitudine, appunto, la riconoscenza, non è qualcosa che puoi arrivare a pretendere. Il rispetto degli impegni degli accordi, dei contratti, invece sì. Ed è in questo che, senza essere il primo e purtroppo neppure l’ultimo, Lookman e i suoi procuratori - che dovrebbero consigliarlo al meglio - stanno clamorosamente sbagliando.
IL POST DI LOOKMAN CONTRO L ATALANTA
Al di là dei ruoli in commedia, che il condominio del calcio costringe ad interpretare. Perché, ad esempio, nessuno discute, o potrebbe discutere, il diritto del calciatore a chiedere di essere ceduto. […] Anche - perché no? - di guadagnare di più, se si presenta una ghiotta occasione. Quello che non va è il modo con cui si cerca di arrivare alla conclusione della vicenda. È l’atteggiamento con cui si cerca di far valere le proprie ragioni.
Si può chiedere, anche discutere, ma venire meno al proprio dovere, nei confronti di chi ti paga e ti ha sempre pagato profumatamente, quello proprio non va. […] Un calciatore non più gradito da una società, perché è andato male o non è l’ideale per il nuovo allenatore, giustamente - e ribadiamo giustamente - si appella al contratto ed è magari irremovibile nella sua decisione di non spostarsi. […] Tutto giusto, assolutamente, se le società avessero lo stesso potere, di veder garantiti gli accordi.
Succede invece che un calciatore, dopo aver firmato un quinquennale, faccia magari una stagione super e allora non basti più un premio, un riconoscimento. Si pretende di rivedere tutto l’ingaggio. E, come nel caso di Lookman, se si decide addirittura di andar via, non è sufficiente farlo sapere, ma si arriva a disertare i raduni e gli allenamenti. In nome di una promessa che l’Atalanta contesta nella sostanza.
Con l’amministratore delegato Percassi disposto a chiarire pubblicamente i termini, che prevedevano la possibilità di venire incontro al giocatore di fronte a una richiesta dall’estero. Cosa che si era già verificata nella passata stagione e in fondo, se ci pensate, ha una sua logica. Ora, qualsiasi cosa accada, come dicevamo all’inizio, difficilmente ci sarà da stupirsi. Perché in tutte le trattative alla fine prevarrà l’interesse.
Con l’Atalanta che ha già fatto sapere di voler “semplicemente”, e con pieno diritto, stabilire tempi e cifre del trasferimento. Un’apertura significativa, perché in simili circostanze c’è chi invece parte da una dichiarazione di incedibilità, per dar forza alle proprie ragioni. […]