macron manifesti per i giochi olimpici cupola degli invalides

MACRON IN CROCE – IN FRANCIA LE DESTRE VANNO ALL’ATTACCO DEL TOY BOY DELL’ELISEO DOPO CHE DAI MANIFESTI PER LE OLIMPIADI E’ SPARITA LA CROCE DALLA CUPOLA DEGLI INVALIDES DI PARIGI – CAZZULLO: “È L’EUROPA CHE RECIDE LE PROPRIE RADICI E AMMAINA LE PROPRIE BANDIERE? O È L’EUROPA PLURALE DEL NOSTRO FUTURO? INNANZITUTTO, QUELL’IMMAGINE È UN FALSO. E QUANDO SI RICORRE A UN FALSO, È PERCHÉ ABBIAMO UN PROBLEMA. QUASI TUTTI I PAESI MUSULMANI HANNO LA MEZZALUNA NELLA BANDIERA E NESSUNO CHIEDE LORO DI RIMUOVERLA” - LA POSSIBILITÀ CHE LA FRANCIA OSPITI AGLI INVALIDES UN VILLAGGIO OLIMPICO SAUDITA...

1 - L’ERRORE DI ABOLIRE LA CROCE

CUPOLA DEGLI INVALIDES

Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

La croce sulla cupola degli Invalides, che nell’immagine delle Olimpiadi diventa una guglia, è l’Europa che recide le proprie radici e ammaina le proprie bandiere? O è l’Europa plurale del nostro futuro? Innanzitutto, quell’immagine è un falso.

 

E quando si ricorre scientemente a un falso, è perché abbiamo un problema. La cupola degli Invalides non è un posto qualsiasi; è uno dei luoghi della civiltà europea.

 

Se il Re Sole avesse voluto erigere una guglia anziché una croce, e se Napoleone avesse voluto essere sepolto — o i suoi posteri avessero voluto seppellirlo — sotto un elemento architettonico anziché sotto un simbolo religioso, l’avrebbero fatto. 

 

(...)

C i fu un tempo in cui la Francia era chiamata la figlia primogenita della Chiesa, perché Clodoveo era stato tra i primi re barbari a convertirsi e farsi battezzare.

MACRON

 

Erano francesi i crociati che presero Gerusalemme facendo strage di infedeli. Giovanna d’Arco parlava o credeva di parlare con Gesù, i n nome della fede si combatterono guerre civili da migliaia e migliaia di morti, dal massacro degli albigesi — e ancora adesso gli storici discutono se il legato pontificio Arnaud Amaury abbia davvero ordinato «uccidete tutti, Dio riconoscerà i suoi» — alla rivolta controrivoluzionaria della Vandea.

 

Lo Stato laico (e massone) della Terza Repubblica bandì i simboli religiosi dai luoghi pubblici; ma il simbolo del generale De Gaulle era la croce di Lorena, e nel 1981 sui poster del socialista Mitterrand compariva il campanile di una chiesa.

 

Il cattolicesimo francese è sempre stato collocato politicamente a destra, tra i conservatori se non tra i reazionari. Ma nella seconda metà del Novecento questo schema è saltato, grazie a figure carismatiche del cattolicesimo sociale come l’abbé Pierre e intellettuale come Jacques Maritain e Jean Guitton, che Paolo VI chiamava amicalmente Ghittone, italianizzando il suo nome come se fosse un santo o un teologo medievale (ma era francese pure lo scismatico Lefebvre, indignato dalle aperture del Concilio). Il cattolicesimo ha avuto i suoi martiri:

 

i frati che si sono fatti uccidere dai nazisti per salvare i bambini ebrei, come padre Jacques de Jésus, che ispirò il film «Au revoir les enfants» (Arrivederci ragazzi) di Louis Malle; i sette monaci di Tibhirine, sgozzati come agnelli dagli islamisti algerini nel 1996, di cui furono trovate le teste ma non i corpi; padre Jacques Hamel invece fu sgozzato sull’altare della sua chiesa presso Rouen, e lo stesso è accaduto a tre fedeli nella cattedrale di Nizza.

PARIGI MANIFESTI PER I GIOCHI OLIMPICI CUPOLA DEGLI INVALIDES

 

Quando Nizza divenne francese, per prima cosa vi fu costruita una cattedrale neogotica, sul modello di Notre-Dame di Parigi. Nel discorso di Capodanno, Macron ha indicato due obiettivi per il 2024: le Olimpiadi e il restauro di Notre-Dame.

 

Ha proprio detto così: «I Giochi sono una volta ogni cent’anni; ma le cattedrali si fondano o si rifondano una volta ogni mille anni». Se però poi abolisci le croci, le cattedrali diventano orgoglio nazionale, non segno spirituale. I rivoluzionari volevano fare di Notre-Dame un tempio alla Dea Ragione; non fu un prete o un Papa, fu uno scrittore romantico, Victor Hugo, a salvarla.

EMMANUEL MACRON

 

Gli imperatori romani perseguitavano i cristiani anche perché non li capivano: la povertà da disgrazia diventava virtù; e la croce, da simbolo della morte dolorosa e pubblica, diventava simbolo di salvezza. Un conto è imporla; un altro è proporla; un altro ancora è cancellarla.

 

Quasi tutti i Paesi musulmani hanno la mezzaluna nella bandiera; e nessuno chiede loro di rimuoverla. Forse la risposta alle nostre domande viene dal testamento spirituale di uno dei sette monaci di Tibhirine, padre Christian de Chergé, che ha lasciato scritto: «Se mi capitasse un giorno, e potrebbe essere oggi, di cadere vittima del terrorismo, vorrei che la mia comunità, la mia Chiesa, la mia famiglia si ricordassero che la mia vita era donata a Dio e all’Algeria; e che sapessero associare questa mia morte a tante altre ugualmente violente, lasciate nell’indifferenza dell’anonimato».

 

Il cristianesimo non è aut-aut, ma et-et; è nell’aggiungere, non nell’elidere. Umanesimo e cristianesimo sono stati a volte in contrasto, a volte legati. Abbiamo impiegato secoli per conciliare fede e ragione, spiritualità e diritti umani. Non gettiamo via tutto. Ai Giochi di Parigi ci saranno croci, ci saranno mezzelune; ed è importante che ci sia anche la stella di David.

 

CUPOLA DEGLI INVALIDES

2 - MANIFESTI SENZA LA CROCE LITE SULLE OLIMPIADI “PARIGI NEGA LE RADICI”

Anais Ginori per “la Repubblica” - Estratti

 

(...) I manifesti ufficiali dei prossimi Giochi olimpici e paralimpici, appena svelati, dovevano solo «raccontare una storia» attraverso uno stile diverso dalle solite locandine istituzionali, come ha spiegato Joachim Roncin, direttore artistico del comitato organizzatore di Parigi 2024. Solo che, a una visione molto accurata del manifesto firmato dall’illustratore Ugo Gattoni, è stata notata la mancanza di bandiere tricolori e della croce cristiana che svetta in cima della cupola degli Invalides.

EMMANUEL MACRON

 

(...) Il Comitato organizzatore di Parigi 2024 ha precisato che l’assenza di croce sugli Invalides fa parte di «un’interpretazione artistica gioiosa e scanzonata di una città-stadio reinventata». Molti elementi caratteristici di Parigi, fa notare il comitato, sono stati reinterpretati dall’artista. «Si tratta di una rappresentazione non esaustiva né fedele alla realtà — l’onda di Tahiti è al largo della Marina di Marsiglia, la Tour Eiffel è rosa, la metropolitana passa sotto l’Arco di Trionfo — senza che questo debba essere interpretato a fini politici».

 

Un’altra polemica che riguarda sempre gli Invalides — dove ci sono la tomba di Napoleone e il museo delle Forze armate — riguarda la possibilità che la Francia ospiti in questo luogo a partire da maggio un «villaggio olimpico saudita». Il ministro della Difesa, Sébastien Lecornu, ha confermato che il progetto esiste e che le trattative sono in corso.

 

PARIGI MANIFESTI PER I GIOCHI OLIMPICI CUPOLA DEGLI INVALIDES

«L’Arabia Saudita ha accettato di rispettare le misure di sicurezza e di finanziamento » ha aggiunto Lecornu ricordando che Riad è «un partner importante nella Difesa». A chi si scandalizza, il ministro ha chiesto di valutare che «la richiesta saudita potrebbe portare a operazioni di mecenatismo».

 

Una posizione che la deputata della destra, Nathalie Serre, membro della commissione Difesa all’Assemblée Nationale, contesta: «Ci sono cose che non si possono vendere, monetizzare, e gli Invalides fanno parte di questa categoria ».

aldo cazzullo foto di baccoemmanuel macron

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO