
CON IL MONDIALE PER CLUB INFANTINO SPALANCA A BIN SALMAN LE PORTE DEL CALCIO - LO SCORSO FEBBRAIO, A 2 MESI DALL’ACCORDO SUL MONDIALE PER CLUB, SURJ (RAMO SPORTIVO DEL RICCHISSIMO FONDO SAUDITA PIF) HA ANNUNCIATO L’INGRESSO NEL CAPITALE DI DAZN (SI PARLA DI UN 10%). CERTO È CHE IL VALORE È IDENTICO AL PREZZO DI CIRCA 1 MILIARDO PAGATO PER I DIRITTI TV DEL MONDIALE - PUR TRATTANDOSI DI DUE OPERAZIONI SLEGATE, LA COINCIDENZA ASSOMIGLIA A UNA PARTITA DI GIRO CHE SI INSERISCE NEL GRANDE ACCORDO CHE PORTERÀ L’ARABIA SAUDITA AD OSPITARE I MONDIALI (QUELLI VERI) NEL 2034, DIVENTANDO PARTNER STRATEGICO DELLA FIFA...
Lorenzo Vendemiale per “il Fatto quotidiano” - Estratti
Un altro Mondiale, ma per squadre e non nazionali. Le 32 formazioni più forti (o così dicono) da ogni angolo del pianeta, 12 europee tra cui Psg, City, Real, per l’Italia Inter e Juve, le sudamericane storiche come Flamengo e Boca Juniors, ma anche australiani, giapponesi, sudafricani per chi ha il gusto dell’esotico, i nostri campioni e quelli dell’altro mondo, il vecchio Messi pensionato a Miami e il giovane Mastantuono, le figurine acquistate dagli sceicchi e un sacco di carneadi.
È iniziato negli Stati Uniti il nuovo Mondiale per club Fifa, lanciato con uno slogan irresistibile: tutte le partite gratis in tv, su Dazn. Ma siccome nella vita - figuriamoci nel calcio moderno - non c’è nulla di gratuito, sappiate che quei soldi al posto nostro li stanno pagando i sauditi: è la verità nascosta del Mondiale per club, la grande operazione dietro questa ennesima competizione calcistica, di cui nessuno sentiva il bisogno.
Due miliardi: tanto vale l’evento per la Fifa, che ha rivisto il suo bilancio da 11 a 13 miliardi di dollari.
Il montepremi è da record: oltre un miliardo alle squadre, 125 milioni per la vincitrice, in media 20 (ma il fisso cambia in base a provenienza geografica e pedigree della società) soltanto come quota di ingresso, ciò che ha convinto le partecipanti, non proprio entusiaste di ingolfare il calendario e compromettere la preparazione. Soldi racimolati da biglietti e hospitality (pacchetti vip venduti a peso d’oro, mentre gli stadi restano mezzi vuoti), dagli sponsor (altri 500 milioni circa).
E soprattutto dai diritti tv – unica vera fonte di sostentamento del sistema – per cui Dazn ha sborsato un miliardo a livello globale.
Non è stato facile per la Fifa far tornare i conti. Il presidente Infantino, che aveva ambizioni sconsiderate, all’inizio ne aveva chiesti addirittura quattro ad Apple. Si è dovuto accontentare di quello offerto da Dazn, cifra comunque fuori scala per un prodotto tutto da testare, con partite nel cuore della notte per il fuso europeo o nel caldo torrido dell’estate americana, e incontri di cartello solo alla fine.
Dazn può sub-licenziare nei vari Paesi e in Italia ha fatto un accordo per un match al giorno con Mediaset, che però varrebbe appena una manciata di milioni: la conferma che la spesa non si ripaga con pubblicità o abbonamenti. Tanto più che la scelta è stata trasmettere interamente in chiaro l’evento (basta farsi un account su Dazn, senza abbonarsi), altrimenti chi l’avrebbe guardato.
Non è un caso che indagini di mercato in fase di lancio indicavano una raccolta di appena 150 milioni dai broadcaster.
Come si spiega allora l’investimento miliardario?
Lo scorso febbraio, a nemmeno due mesi dall’accordo sul Mondiale per Club, SURJ (ramo sportivo del ricchissimo fondo saudita PIF) ha annunciato l’ingresso nel capitale di Dazn. La quota non è mai stata comunicata (si parla di un 10%, potrebbe essere più bassa), certo è che il valore è identico al prezzo pagato per i diritti tv del Mondiale. Pur trattandosi di due operazioni formalmente slegate, la coincidenza assomiglia a una partita di giro che si inserisce nel grande accordo che porterà l’Arabia Saudita ad ospitare i Mondiali (quelli veri) nel 2034, diventando partner strategico della Fifa.
Un po’ come se l’organizzatore si fosse pagato da sé l’evento, che così chiuderà in pareggio o quasi, ma da solo non sarebbe stato in piedi. Cade la narrazione del calcio gratis in tv, la stessa balla già raccontata dalla Superlega.
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