fernando nando de napoli

“OGGI SONO UN RAMBO PIGRO, LONTANO DAI RIFLETTORI MA FELICE” – NANDO DE NAPOLI, DETTO "RAMBO", SI RACCONTA - IL TERREMOTO DELL’IRPINIA (“CERCAVAMO I MORTI SOTTO LE MACERIE”, LO SCUDETTO CON MARADONA, LA LITE CON OTTAVIO BIANCHI (“IL COMUNICATO CONTRO DI LUI RESTA UNA PAGINA NERA DELLA MIA CARRIERA"), LA FIDUCIA DI BERLUSCONI E LA CAMERA DIVISA CON VIALLI, LA MALEDETTA CARTILAGINE DEL GINOCCHIO – "L’ADDIO AL MONDO DEL CALCIO? “COLPA MIA: PER RESTARE NEL MONDO DEL PALLONE TI DEVI DARE DA FARE. IO SONO…”

Marco Cherubini per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

fernando nando de napoli

«Sono stato fortunato. Ma la mia carriera poteva andare meglio se la cartilagine del ginocchio destro non si fosse consumata. Tanti ricordi, un pizzico di nostalgia, ma quando le giornate sono un po’ opache, quelle quando ti prende — come dicono a Napoli — “l’apucundria” , faccio presto: prendo in braccio mia nipote Matilde, 3 anni il giorno di San Valentino e torna il sorriso. Anzi: la felicità».

 

Nando De Napoli 61 anni, è sempre lo stesso. Da Chiusano San Domenico, provincia di Avellino, non ha perso capelli e voglia di guardare sempre il bicchiere mezzo pieno.

Ha attraversato 15 anni di calcio italiano incrociando i migliori calciatori del mondo e alcuni dei tecnici più bravi.

 

Poi è tornato nella casa dov’è nato...

«Sì, qui sono nato e qui sto bene. Sono cresciuto in fretta: a 16 anni giocavo a pallone, ero felice. Poi una sera di novembre dell’80 è cambiato tutto. Il terremoto, la paura, per giorni isolati, la disperazione e noi ragazzi che andavamo a cercare i morti sotto le macerie insieme ai pochi soccorritori. Immagini che ti rimangono dentro. Capisci in un attimo quali sono le cose che contano nella vita».

 

Come la gioia di giocare per la squadra della sua città.

«La maglia dell’Avellino, la serie A. Mi sembrava un sogno. Ero andato un anno a Rimini diciassettenne con Sacchi che spiegava il calcio del futuro. Tornato all’Avellino, dopo Veneranda che mi vedeva poco, ecco Ottavio Bianchi. Scatta la scintilla: titolare fisso e io che do tutto. Al Partenio il campo era sempre bagnato, anche nei giorni di sole. Correvo e lottavo, capelli lunghi e una maschera di fango sempre. A marcare Platini e raccogliere i complimenti. Diventai Rambo, il soprannome della Curva Sud. E arrivò anche la Nazionale. L’Under 21, un Europeo perso ai rigori.

fernando nando de napoli 44

 

Poi le storie più grandi. Due mondiali, Bearzot, Vicini, la semifinale di Italia 90 con l’amico Diego persa al San Paolo, la camera divisa con Vialli, e poi Baggio, Ancelotti. Ho cantato l’inno 70 volte. Sempre a squarciagola, sempre con orgoglio e felicità».

 

Racconti che sembrano la storia del calcio degli anni ’80.

«È così: sono stato fortunato. Mi voleva la Juve, ma Bianchi, andato al Napoli mi volle con lui. Mezzora da casa e gli allenamenti con Maradona. Era toccare il cielo con un dito. Ho vinto due scudetti, la Coppa Italia, la Coppa Uefa eppure, credetemi, gli allenamenti a Soccavo con Diego che faceva il fenomeno sono i ricordi più belli di quegli anni. “El Pelusa” era buono e generoso. Umile e allegro. Un bambino in un negozio di giocattoli. Quando vivi storie così devi solo dire grazie alla vita che ti ha dato tanto».

 

In mezzo qualche scivolone, qualche amarezza.

«Sì, lo scudetto perso col Milan, firmai il comunicato contro Ottavio Bianchi per difenderci dalle accuse dei tifosi per un titolo buttato via. Eravamo una squadra fantastica che avrebbe potuto vincere molto di più. Spesso ci ripenso. Una pagina nera della mia carriera, ancora oggi mi fa star male. E con Bianchi i rapporti, purtroppo, non sono stati più gli stessi».

maradona fernando nando de napoli

 

(...)

Per lei, però, arriva il Milan di Berlusconi.

«Tanti soldi, tanta stima, tanta fiducia. Che non ho potuto ripagare. Non c’era più la cartilagine del ginocchio destro. Io in palestra con Van Basten: due che stavano abbandonando il calcio per colpa della salute. C’ho provato, ma sentivo troppo dolore, anche a Cagliari col Trap e a Reggio Emilia col grande Ancelotti. Lo sapevamo tutti che sarebbe diventato uno degli allenatori più bravi di sempre».

 

Finisce l’avventura sul campo a soli 32 anni e mezzo. E non ne è cominciata un’altra da allenatore o dirigente.

«Colpa mia, questa è la verità: per restare nel mondo del pallone da dirigente, da allenatore, ti devi dare da fare, conoscere, incontrare, studiare. Io sono timido. Forse anche un po’ pigro, timoroso. E allora dopo gli anni a Reggio Emilia dove avevo provato con un’enoteca tutta mia, ho deciso di tornare a casa. Ci sono mia madre, la mia famiglia, mia nipote».

 

(...)

Lei è felice?

fernando nando de napoli 3

«Sì lo sono. Un Rambo pigro, un po’ timido, lontano dai riflettori, ma felice. Specie con mia nipote Matilde in braccio».

nando de napoli

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...