de zerbi

IL SASSUOLO NON E' UNA FAVOLA MA UNA SOLIDA REALTA' (DURERA' O SI SGONFIERA' COME UN SOUFFLE'?) - DE ZERBI NON SI PONE LIMITI E DICE DI NON VOLER FIRMARE PER IL 4°POSTO - LA FORZA DI UN GRUPPO DI GREGARI IMPREZIOSITO DA BERARDI, BOGA, DJURICIC, LOCATELLI, RIMPIANTO DAI TIFOSI DEL MILAN, PIÙ IL CORSARO MAXIME LOPEZ - QUANTO VALE LA SPONSORIZZAZIONE DI MAPEI PER IL SASSUOLO? IL 30% DI ENTRATE E NON SOLO - LA CLASSIFICA DEI RICAVI DAGLI SPONSOR DI MAGLIA

Dall'articolo di Marco Iaria per la ''Gazzetta dello Sport''

 

de zerbi

Soldi versati alle venti società di calcio di Serie A dagli sponsor che hanno il nome sulle maglie: 169 milioni contro i 162 dell’anno scorso, un incremento dovuto al fatto che è diventato più importante, con gli stadi chiusi, la visibilità televisiva. «Leader incontrastata della classifica è la Juventus, il cui trend commerciale già in ascesa è esploso con Ronaldo.

manuel locatelli a coverciano

 

Nella passata stagione Jeep, la casa automobilistica di famiglia, aveva adeguato il precedente accordo con un surplus di 25 milioni, a quota 42, in attesa del rinnovo che scatterà nel 2021.

 

Quest’anno, sul retro, è tornato Cygames e così il valore della maglia bianconera è salito a 48 milioni. Al secondo posto, a sorpresa, c’è la Fiorentina che grazie all’azienda del patron Commisso, Mediacom, arriva a percepire 26,2 milioni dai loghi della divisa: i 25 del colosso statunitense della tv via cavo sono superiori ai valori di mercato del brand viola, si tratta piuttosto di una forma di sostegno dell’azionista intervenuto per coprire le spese di gestione del club.

 

de zerbi

Un po’ quello che fa da tempo la Mapei con il Sassuolo, non a caso sul terzo gradino del podio con 18 milioni. Sia Mediacom sia Mapei hanno confermato l’importo del 2019-20. È poi il turno della Roma che è all’ultimo anno di contratto con Qatar Airways e Hyundai ed ha aggiunto lo sponsor di manica (Iqoniq) salendo da 14 a 16 milioni e allungando sulle milanesi». Le milanesi, sottostimate, hanno incassato: l’Inter 11 milioni da Pirelli, ma l’anno prossimo, grazie a un partner asiatico, spera di portare a casa il doppio, e il Milan 10 milioni dagli Emirates, un contratto che durerà fino al 2023

 

 

boga

MACCHÉ FAVOLA, IL SASSUOLO È L'UNICA CERTEZZA

Giorgio Gandola per “la Verità”

 

«Siamo forti lo stesso». Roberto De Zerbi aveva appena comunicato alla squadra che sarebbe andata a Napoli senza Domenico Berardi, Filip Djuricic e Ciccio Caputo tra infortunati e positivi al Covid, praticamente tutto l' attacco titolare. Poi aveva aggiunto la frase cardiotonica, accolta da sguardi di rispettoso compatimento. Così palpabile da indurlo ad aggiungere: «Ragazzi, credo in ciò che dico. Non vendo fumo, andiamo per vincere». Napoli-Sassuolo 0-2, legittimazione nazionale, balzo sulle vette della classifica.

 

E vai con la grancassa sulla squadra rivelazione, quel neroverde originale che rappresenta la capitale delle piastrelle, 40.000 abitanti, laggiù dove la pianura ammorbidisce il suono delle vocali fra la via Emilia e il West.

 

berardi

Nel campionato del silenzio (il più anomalo della storia), per ora è l' unica certezza, se si eccettua la sorpresa del romantico Milan trainato da nonno Zlatan Ibrahimovic (ieri gli accertamenti dopo l' infortunio, lesione al bicipite femorale, starà fuori tre settimane). Certezza e non sorpresa perché a differenza dei rossoneri il Sassuolo sta giocando a questi livelli da due anni e mezzo. Vale a dire da quando sulla panchina è arrivato De Zerbi, maestro di calcio, manager e poi allenatore, l' uomo che il patron Giorgio Squinzi aveva fortemente voluto prima di morire. E che adesso si gode da lassù, dove le geometrie del piccolo Pep Guardiola si vedono alla perfezione.

DOMENICO BERARDI

 

Prima i numeri, poi si parla: secondo in classifica con cinque vittorie e tre pareggi, zero sconfitte, record di gol fatti (20) come l' Inter, ma avendone subiti soltanto nove. Una corazzata tascabile come l' Atalanta, più fresca dell' Atalanta che non ha visto l' estate e deve gestire la Champions.

 

Rispetto all' anno scorso il giovane allenatore bresciano (41 anni, nato a Mompiano) è diventato pragmatico; era un geniale sognatore che buttava via gioco e punti, adesso calcola. Un entusiasta con i piedi per terra. Era partito con un obiettivo: ottavo posto grazie ai 35 gol segnati, 20 da Caputo e 15 da Berardi. Oggi con quel ruolino di marcia arriva in zona Champions.

DOMENICO BERARDI

 

«Se dobbiamo perdere, perdiamo giocando». È la nobiltà dei piccoli che diventano grandi attraverso la fatica. È la forza di un gruppo assemblato in due anni scegliendo gregari di valore e diamanti grezzi (Jeremie Boga, Djuricic, Manuel Locatelli rimpianto dai tifosi del Milan), più un corsaro arrivato da Marsiglia, quel Maxime Lopez che ha giocato 100 partite nella bolgia del Vélodrome. A completare quell' insieme, a fungere da collante e interprete dei dogmi di De Zerbi, c' è soprattutto Domenico Berardi, che a 20 anni doveva passare alla Juventus e all' Inter, ma che alla fine è rimasto in provincia e sei anni dopo spiega il decalogo della casa a chi passa di qui per contratto.

DJURICIC

 

«Perché la squadra funzioni si devono sacrificare tutti, correre tutti. Anche quelli che hanno più qualità», è il verbo di De Zerbi. Tre mesi fa si è collegato con l' Academy del Barcellona e ha tenuto una lezione sul «costruire dal basso» allo staff delle giovanili blaugrana. Come svelare il Vangelo in cattedrale, non per niente viene inserito nel pool dei matematici del pallone con Guardiola, Marcelo Bielsa e Mikel Arteta.

 

Eppure il re del tiki-taka all' italiana ha cominciato con una retrocessione (proprio a casa, con il Darfo Boario dalla serie D all' Eccellenza) e con una quasi scazzottata bohémien con Rino Gattuso, lui sulla panchina del Foggia e quell' altro su quella del Pisa. «Ci vediamo fuori», come a scuola, due volte separati da pietosi collaboratori a bordo ring. Perché sotto la cenere filosofica dell' uomo nuovo del calcio italiano c' è pur sempre brace. E a chi gli spiega che fa parte del club dei filosofi lui risponde: «Tutto sbagliato, con i miei sono un martello».

 

de zerbi

De Zerbi lo è, così innamorato del pallone da pensarci anche quando dorme. Così concentrato sul movimento di Mert Muldur o sulle sovrapposizioni di Rogerio da vedere sul soffitto materializzarsi un campo da calcio, con la stessa ossessione della protagonista de La regina degli scacchi che muove l' alfiere nero fra i calcinacci e la muffa dell' orfanotrofio. Non è più veloce dell' Atalanta, non è più aggressivo dell' Inter di Conte quando perde, non è più fantasioso del Napoli o più solido della Juventus. Il Sassuolo di De Zerbi è equilibrato, preciso, si potrebbe dire chirurgico. Lo sottolineò Daniele Adani l' anno scorso dopo il 3-3 allo Stadium contro i bianconeri di Maurizio Sarri, ottenuto dominando attraverso il possesso palla.

ciccio caputo

 

«Questi giocatori sono allenati a vedere le superiorità numeriche e sfruttarle in ogni zona del campo». Oggi l' errore più grande di questa squadra da boutique italiana sarebbe farsi travolgere dai complimenti, uscire dalla pasticceria sopraffatta dalla vaniglia. Non è una torta, il Sassuolo, ma una teglia di timballo. E sabato aspetta un' altra partita esame, quella con l' Inter reduce dal Real Madrid.

maxime lopez sassuolo

 

La garanzia è ancora una volta nel suo allenatore, che non rinuncia a niente ma non s' illude di niente. «Il nostro obiettivo è l' Europa anche perché, se non ci andiamo, questo ciclo finisce e bisogna aprirne un altro. Però oggi non firmerei per il quarto posto perché mi toglierebbe il divertimento». Che poi è la curiosità di vedere cosa c' è nella terra incognita oltre l' orizzonte, di scoprire quali limiti ha questa macchina dal motore che somiglia a un cuore.

 

de zerbi

Venti gol Caputo, 15 Berardi e a fine stagione si vedrà. Anche se è il caso di rinnovare il contratto, perché De Zerbi firma solo per un anno. «Così mi sento più libero». Chi sta nel club Guardiola passa facilmente dal timballo al caviale.

 

de zerbide zerbi

Ultimi Dagoreport

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…