spalletti 21

VECCHIO CINEMA INTER: E' IN ARRIVO IL SECONDO, TRAGICO INVERNO SPALLETTIANO? - LO SCORSO ANNO IL VIA CON 17 PARTITE SENZA SCONFITTE, POI IL CROLLO, 'LUCIO' TEME IL BIS: "PURTROPPO LA SCONFITTA CON L' ATALANTA CI DICE CHE I NOSTRI BLACKOUT NON SONO SCOMPARSI MA SI SONO SOLO DIRADATI" - INTANTO L'EX AD BIANCONERO MAROTTA CONFESSA: "IO ALL’INTER? È POSSIBILE.DI SICURO RESTERÒ IN ITALIA..."

Da www.corrieredellosport.it

spalletti

Da quello Juventus-Napoli sono trascorsi 45 giorni esatti, il resto è stata una porta aperta sul futuro di Beppe Marotta. Partitissima e commiato, un mese e mezzo fa: con l'Inter dietro l'angolo perché l'ambizione - quella sviluppata dal suo prossimo club - ha sempre con sé un effetto domino. Smentite sul fatto che lui sarà l'uomo-mercato interista non ne sono mai arrivate, anzi.

atalanta inter icardi

 

«È possibile...», si lascia sfuggire Marotta quando gli viene chiesta conferma di un suo approdo a Milano, non riuscendo stavolta a dribblare l'argomento a Castelfranco Veneto. Ma durante una serata di premiazioni - con il riconoscimento “Radicchio d'oro” per lo sport - deroga per quanto possibile sull'anteprima di un passaggio all'Inter. «Di sicuro resterò in Italia...», aggiunge. E in serata, andando via, a un amico ha ribadito che la destinazione è proprio l’Inter.

spalletti zhang

 

COUNTDOWN - Il futuro nerazzurro viene scoperchiato, a bocce ferme si può: con il campionato fermo per dare spazio alla Nazionale. Uno squarcio decisivo, a questo giro, apertura che di fatto segna una sorta di countdown sul Marotta interista.

 

icardi

2. IL BLACKOUT È SEMPRE DIETRO L' ANGOLO COSÌ I NERAZZURRI SI ROVINANO LE SERIE

Guido De Carolis per il Corriere della Sera

 

Vecchio cinema Inter. Il film non andava in onda da un po', ma è un grande classico.

Blackout nerazzurro è un titolo mai fuori moda. Cambiano allenatori e giocatori, però il vizio di staccare la spina di colpo, dopo una serie positiva, l' Inter proprio non riesce a perderlo.

Nella passata stagione Luciano Spalletti partì senza sconfitte nelle prime 17 partite, poi il crollo in casa con l' Udinese, seguito dai k.o. con Sassuolo e Milan, in Coppa Italia. Da lì un sali e scendi fino alla qualificazione soffertissima in Champions.

spalletti

 

Prima di Spalletti è toccato a Stefano Pioli. Infilò una serie di nove vittorie tra campionato e Europa League, era tornato in corsa per un posto in Champions, lanciatissimo. Il tracollo iniziò con l' eliminazione in Coppa Italia con la Lazio, il tecnico fu poi esonerato a tre giornate dalla fine e non entrò in Europa. Neppure all' attuale c.t. Roberto Mancini andò meglio.

 

Nel 2015-2016, la sua ultima stagione nerazzurra, chiuse il girone d' andata al secondo posto, a pari punti con la Juve, poi perse con il Sassuolo e si sfaldò, terminando quarto.

«Purtroppo la sconfitta con l' Atalanta ci dice che i nostri blackout non sono scomparsi ma si sono solo diradati», è l' ammissione di Spalletti dopo il 4-1, il k.o. più pesante della sua gestione. Aveva ragione una settimana fa a evocare il «Vampiro di Appiano», un mostro che succhia anima e carattere ai nerazzurri.

 

marotta

L' Inter quando perde lo fa in modo così accentuato da rimettere in discussione ogni certezza. L' anno scorso Spalletti, dopo la prima sconfitta interna con l' Udinese, restò senza vincere per otto partite. Rialzare la squadra fu un' impresa. La grande paura ora è che possa ripetersi un periodo di altalena.

 

«Dobbiamo dare ai nostri tifosi una squadra solida, con un carattere definito, si deve riconoscere il marchio Inter. Tutti ci accostano alla Juve, ma siamo partiti da troppo indietro rispetto a loro. Non è questione di una partita ma di forza caratteriale e strutturale, di abitudine alle vittorie e a certi livelli».

 

Un' abitudine che l' Inter sta ancora inseguendo e che magari potrà aiutare a costruire l' arrivo dell' ex ad della Juventus Beppe Marotta. «Ho voglia di ricominciare. L' Inter? Sono in un periodo sabbatico, ma l' asse Torino-Milano ci sta. Squadre straniere? Mi cercano, ma io il mio contributo voglio darlo in Italia».

BEPPE MAROTTA

 

La sosta (con ben 12 giocatori convocati) non aiuta l' Inter, il calendario però offre un rientro morbido contro il Frosinone. Poi due settimane in cui si deciderà molto con Tottenham, Roma, Juve e Psv. «A Bergamo ho sbagliato delle scelte, poi la partita con il Barcellona ha pesato. Comunque il mio giudizio sull' Inter è molto buono», il mea culpa di Spalletti. La corrente va riattaccata in fretta, il rischio è che la paura lasci tutti al buio.

 

spallettispallettinainggolan spallettispalletti

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…