cafonal carlo ripa di meana caf20032015

VIDEO-CAFONAL - A 86 ANNI, CARLO ANCORA STRA-RIPA, CON L'AUTOBIOGRAFIA "LE BUFALE": "L'AMORE CON MARINA, LA LOTTA CON GAE AULENTI, LE CRITICHE A BERGOGLIO E NAPOLITANO" - IL LIBRO PRESENTATO DA MUGHINI E DELL'ARTI, LEGGE LUCREZIA LANTE

Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

 

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

 

Lidia Lombardi per "Il Tempo"

 

sandra carraro renato brunetta e marina ripa di meanasandra carraro renato brunetta e marina ripa di meana

Carlo Ripa di Meana ? Un donchisciotte di 86 anni, pardon non li ha ancora compiuti, puntualizza la moglie Marina davanti a una platea arguta e affettuosa. L'occasione - a Fandango Incontro di via dei Prefetti, uno spazio bianco tranne una parete verde di potus - è il dibattito sul nuovo libro dell'ambientalista più bello e grintoso d'Italia. S'intitola Le Bufale, edito da Maretti, è un'autobiografia, forse meno bruciante di «Cane sciolto», sul filo di ricordi e incontri.

 

renato farinarenato farina

«Nel Devoto Oli bufale sono fantasticherie giornalistiche prive di fondamento» attacca l'autore casual in camicia arancio e blazer giallo. «Certo, sull'ambiente ce ne sono a iosa, ma non voglio fare la cassandrina», continua. «Però nel libro faccio anche dei risarcimenti, come a Carmine De Lipsis, liquidato dei servizi segreti americani. O a Gae Aulenti, che risentii dopo trent'anni, quando stava per morire. Poi, le critiche. A Papa Bergoglio e anche a Napolitano, per aver avallato intervento italiano in Libia. E anche ora inoltrarsi militarmente là significa non saperne nulla», tuona.

renato brunetta e carlo ripa di meanarenato brunetta e carlo ripa di meana

 

La moglie e la sorella Ludovica gli suggeriscono di lasciare il microfono ai due intellettuali che lo affiancano, Giampiero Mughini e Giorgio Dell'Arti. Lui molla e Mughini osserva: «Ti brucia proprio non essere in prima linea in politica…Già, Carlo dice sempre ciò che nessuno osa, cominciò quando l'Urss invase la Cecoslovacchia».

 

Incalza Dell'Arti: «Stupefacente, a 86 anni non smette di combattere…». Lucrezia Lante della Rovere legge pagine sentimentali e ironiche, come l'incontro in treno con Michelle Morgan. Sorride l'uditorio, in prima fila Brunetta e Raffaele La Capria. Poi, tra i tanti, Domenico Fisichella e Isabella Rauti, Livia Azzariti, Giuliano Urbani.

 

 

Umberto Silva per “il Foglio” del 5 dicembre 2014

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/lotta-bellezza-venezia-firenze-ricordi-carlo-ripa-90158.htm

 

raffaele la capriaraffaele la capria

Quanto era bella Venezia nei giorni e nelle notti della Biennale del Dissenso! Ci si poteva amare per le calli della città e sul mare, finalmente un’aria di libertà nei campi e nei campielli umiliati dall’iconoclastia sessantottarda che aveva invaso la laguna con grottesche rivendicazioni. Nel 1977 vennero alla luce della parola gli esuli fuggiti dalla tetra terra dai cui confini non tornava alcuno, la cupa Urss di Breznev, la Cecoslovacchia, la Polonia calpestate…

 

marisa stirpe e lella bertinottimarisa stirpe e lella bertinotti

Un pubblico felice di esserci passeggiava per la laguna, in barba a un Pci furiosamente ostile, per non parlare dei più accaniti, i saccenti e pavidi compagnuzzi di strada. Vinse un profumo di speranza che dodici anni dopo si concretizzò quando i muri del pianto e del dolore caddero e ci si abbracciò l’un l’altro. La Biennale del Dissenso scaturì dal coraggioso lavoro di Carlo Ripa di Meana, l’uomo che ha raccolto l’accorato invito di Simone Weil a salvare Venezia.

 

marina ripa di meana  renato brunetta  carlo ripa di meanamarina ripa di meana renato brunetta carlo ripa di meana

La pièce “Venise sauvée” è ambientata nel Diciassettesimo secolo, e toccò al mercenario Jaffier, colui che avrebbe dovuto metterla a ferro e fuoco, l’onore di salvare la Serenissima; nel 1977 toccò a Carlo Ripa darle lustro con una Grande Opera dell’anima, che nella sua temporalità si è rivelata ben più utile e solida del Mose, fantoccio ingannatore contro il quale Ripa di Meana fin da subito si oppose.

 

lucrezia lante della rovere  carlo ripa di meana e valentino zeichenlucrezia lante della rovere carlo ripa di meana e valentino zeichen

Venezia, città amata per eccellenza, ricorre spesso nelle trecento pagine edite da Maretti “Le bufale”, titolo ostentatamente plebeo che solo un vero aristocratico può permettersi. Il fantasma del nonno generale che comandava l’Arsenale militare spinge Carlo Ripa di Meana a dar battaglia ovunque l’imbecillità metta a repentaglio la bellezza, siano in pericolo gli intellettuali russi o le acque della Giudecca schiacciate da minacciosi transatlantici, o da Marghera aleggi lo spettro della vampiresca torre di Pierre Cardin.

 

libro presentatolibro presentato

Non solo Venezia. Ripa corre là dove la speculazione cerca di sfregiare i monti sorgenti dall’acque, contro di essa Ripa si avventa e colpisce duro; tutt’altro che visionario eroe della Mancia, Carlo unisce all’eleganza del tratto una praticità che ne è il sigillo. E’ un lavoratore instancabile e appassionato, l’oltraggio alla bellezza e alla giustizia gli risulta insopportabile al punto di riuscire a muoversi con elegante determinazione persino negli scivolosi labirinti della burocrazia e della politica.

 

jas gawronski e giuliano urbanijas gawronski e giuliano urbani

Se l’insofferenza per il male è tanta, altrettanta è la pazienza di Ripa, sa che senza di essa il male non può essere estirpato. Male che può assumere le forme demoniche della schiavitù dei cinesi di Prato, arrostiti tra l’indifferenza di tanti, solennemente compianti e ancor più velocemente dimenticati. Ripa vede, prevede e non dimentica. Va sui luoghi del crimine, segnala, denuncia. Un giustiziere? Una Cassandra che ci mette in guardia dall’impostura climatica e dalla green economy, ci sollecita a fare attenzione all’adozione dell’euro e all’incessante trasmigrare dei popoli? O semplicemente un uomo che osa pensare e dire, lungi dal fare finta di niente?

 

isabella rautiisabella rautiinvitatiinvitati

Ben sappiamo come i delinquenti passano alla storia e le loro vittime marciscono nei sepolcri, senza che nessuno ne ricordi il nome. Carlo ricorda i nomi dei cinesi bruciati che pure nome non hanno, ricorda tanti nomi, tutti. Altri ricordi, altri nomi. “Mentre parlavamo vidi che Gae si toccava i capelli. Le sfiorai la testa, che era umida. Sudava, e misi le mani come per asciugarla. Mi guardò. So che più tardi, parlando con un’amica, Gae disse di me: ‘Non se ne voleva più andare’. Quel pomeriggio, in poche ore, abbiamo capito che ci univa la storia di un amore”.

ida di benedetto e giuliano urbaniida di benedetto e giuliano urbani

 

Altra Grande Impresa di Carlo l’addio a Gae Aulenti, che per il di lei rifiuto non vedeva da trent’anni. Una pensierosa fotografia li ritrae su una barca degli anni Trenta, lei è una donna di Campigli, lui un aristocratico giovanotto della “Règle du jeu” di Renoir. Spavalda invece la foto sulla Harley Davidson che la moglie quindici anni fa gli ha regalato, permettendo a Carlo d’imitare il suo mito, Marlon Brando in giaccone a quadri in “Fronte del porto”, ma anche sul sellino della Triumph ne “Il selvaggio”. A dire il vero, nella foto in questione Carlo mi sembra più somigliante a William Holden, mentre la donna che gli sta dietro con le gambe all’aria non può essere che lei, Marina forever.

giampiero mughinigiampiero mughini

 

 

flavia ventoflavia ventoduccio trombadori antonella amendoladuccio trombadori antonella amendolacarlo rossella stefano pulzonicarlo rossella stefano pulzonidomenico fisichella e giorgio dell artidomenico fisichella e giorgio dell articarlo ripa di meana con la sorella ludovicacarlo ripa di meana con la sorella ludovicaantonio marini  carlo ripa di meana  sandra carraroantonio marini carlo ripa di meana sandra carraroelena aceto di caprigliaelena aceto di capriglia

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....