decarnation

DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - NESSUNA PIETÀ PER IL CORPO DANZANTE DI GLORIA, LA BALLERINA PROTAGONISTA DI “DECARNATION”, UN GIOCO FRANCESE IN PIXEL-ART PER PC E SWITCH CHE PRECIPITA IN UN’ANGOSCIOSA E SURREALE STORIA DI ABUSI E PRIVAZIONI. SI TRATTA DI UN’HORROR PSICOLOGICO SPESSO SGRADEVOLE DA GIOCARE MA NON IMPORTA, PERCHÉ QUESTO FA PARTE DI UNA CALCOLATA ED EFFICACE STRATEGIA LUDICA DEL DISTURBO…

 

Federico Ercole per Dagospia

 

decarnation 7

Gloria, danzatrice trentenne in un cabaret parigino, concede il suo corpo come modello per la scultura di un celebre, egocentrico e cinico artista. Comincia così il lento e doloroso processo di “decarnazione” della donna , potremmo infatti tentare di tradurre in tale modo il neologismo del titolo di quest’operetta macabra francese in pixel-art, qualcosa che ha il significato opposto di “incarnazione”, la progressiva esportazione di uno spirito o un’idea da un corpo, affinché questo sia infine occupabile, vendibile e sfruttabile dagli uomini e anche dalle donne orribili che abitano questo videogioco bellissimo da leggere e guardare ma purtroppo meno da giocare.

 

decarnation 6

Tuttavia il fascino terribile del racconto e della rappresentazione rendono la contorta giocabilità del titolo quasi ininfluente quando ci si “trova” nel corpo mille volte abusato di Gloria durante la sua ordalia claustrofobica e a volte agorafobica. Così malgrado le interazioni ludiche risultino raramente programmate e implementate in una maniera ispirata e rispettosa del giocatore (chi scrive trema ancora al ricordo degli insensati virtuosismi necessari  solo per “fare” stretching e yoga) Decarnation non si abbandona fino alla sua fine, avvinti dalla sua tetra beltà, dalla sua storia angosciosa e surreale che evoca suggestioni e ricordi di cinema e pittura.

 

decarnation 4

Gloria è un po’ la “Femme Publique” di Andrzej Zulawski ma tra i tentacoli e le efferate partenogenesi di Possession dello stesso regista, nel delirio soprannaturale  illusorio, sublime e controllato di Lost Highway, Mulholland Drive, Inland Empire e Twin Peaks 3 di David Lynch.

 

Decarnation, di Atelier QDB, è disponibile per PC e su Nintendo Switch, un videogame senza dubbio deprimente, assai perturbante e disperato ma brillante di una sua definita, profonda poetica psicanalitica e simbolica. E non importa che talvolta sia davvero sgradevole da giocare, perché questo è in effetti l’elemento di una calcolata strategia ludica del disturbo edificato da Atelier QDB. Decarnation non è tradotto in italiano, quindi se vi attrae la sua ripugnante bellezza è necessario conoscere l’inglese o il francese. 

decarnation 5

 

All’inizio del gioco Gloria si reca con la sua compagna al museo dove è esposta la scultura da lei ispirata, pensa che l’autore le abbia lasciato almeno un biglietto in omaggio ma non c’è pietà e rispetto per la musa. Gloria osserverà diverse e indicative opere d’arte prima di giungere nei pressi del suo simulacro, sono ridotte in pochi pixel e per questo quasi irriconoscibili se non fosse per le didascalie dedicate ai titoli e agli autori dell’esposizione: Ophelia di Millais, lo Studio per una Crocifissione di Bacon, la Lezione di Anatomia di Rembrandt, La Serratura di Fragonard, lo Specchio della Notte di Yamamoto e c’è persino Lynch con il suo Bob ama Sally finché il suo viso non diventa blu. Sono tutte immagini di corpi morti, quasi defunti, abusati, torturati oppure colti nell’illusione di un’amore che è solo prevaricazione.

 

decarnation 2

Quando infine Gloria giunge alla sua statua dietro alla rappresentazione del suo corpo c’è qualcuno che sfiora, tocca e palpa quella carne fittizia. Così comincia un’onirica deriva nell’orrore, una rapsodia di situazioni opprimenti che precipita sempre verso il peggio e se all’inizio basta urlare per dissolvere i mostri, una delle uniche idee giocose davvero riuscite di Decarnation, dopo non sarà più sufficiente, segregati nella prigione da incubo che diviene l’esistenza o il sogno dell’esistenza di Gloria.

 

decarnation 1

Ci sarà da risolvere qualche “puzzle” contorto quanto la vita nuova di Gloria, da sfuggire a mostruosità che qualche volta si possono anche attaccare, da conversare, indagare e danzare in una specie di gioco ritmico dall’impostazione quasi classica mentre trascorrono canzoni pop che risultano dissonanti (per questo affascinanti) con la funerea, misteriosa, rarefatta colonna sonora.

 

Decarnation sarebbe forse insostenibile (oppure chissà, magari un capolavoro) se la sua estetica fosse realistica, perché la comunque magnifica pixel-art utilizzata per illustrarlo rende più sostenibili gli orrori che vi si consumano, almeno nell’immediato perché dopo, quando si smette di giocare, è facile ripensarci e riconsiderarli in tutta la loro orribile enormità.

 

decarnation 3

Ci sentiamo vicino a Gloria ma al contempo estranei, proviamo empatia e distacco al contempo, talvolta un sentimento ancora più sgradevole, quello di essere anche noi che la giochiamo tra gli abusatori di quel povero corpo di danzatrice, complici di quella abietta “decarnazione”.

 

Decarnation è un gioco non riuscito o magari troppo riuscito nel suo intento orrifico, illustrativo e desolante; un’opera che urla l’angoscia invece di limitarsi a sospirarla. Qualcuno potrebbe trovare Decarnation poco giocabile o addirittura, a tratti, ingiocabile; ma non è così a patto che si assecondi la sua deviata, deviante e variabile giocabilità e la si accetti candendo sempre più a fondo nel baratro della mente offesa e umiliata di Gloria, come vittime e, nostro malgrado, aguzzini.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...