NON SOLO A YAKI ELKANN L'EREDITA' DELL'AVVOCATO
RAGGIUNTA UN'INTESA TRA DONNA MARELLA E LA FIGLIA MARGHERITA
(LE BANCONOTE ASCIUGANO LE LACRIME MEGLIO DEI FAZZOLETTI)

John Law per Economy


La pace, in verità, è stata firmata prima ancora che qualcuno dichiarasse formalmente la guerra. Ma per qualche giorno, alla metà dello scorso dicembre, c'è stata tensione nella rigida aria torinese. Tensione felpata e d'alto bordo, tra Donna Marella Agnelli, vedova dell'Avvocato, e la sua unica figlia Margherita, già consorte di Alain Elkann (tre figli), oggi felicemente coniugata con Serge de Phalen (cinque figli), sul tema più antico del mondo: quello del denaro. Poi, per buona fortuna del decoro familiare, è intervenuta l'intesa, firmata a ridosso di Natale. Un accordo verificato da consulenti legali di assoluto prestigio e di massima fiducia: per Marella Franzo Grande Stevens, da sempre legale personale e buon amico dell'Avvocato; e per Margherita Emanuele Gamna, anch'egli vicino alla famiglia, essendo suocero di un Caracciolo.

Cosa sia stato deciso in dettaglio non è dato sapere. Ma la sostanza è abbastanza chiara. Come il nonno aveva fatto con lui, l'Avvocato, avvicinandosi la fine, aveva disposto che fosse John Elkann, primogenito della figlia, a concentrare nelle sue mani la gestione e la rappresentanza dell'intero pacchetto azionario del ramo della famiglia nella Giovanni Agnelli e C., società in accomandita per azioni (Sapa), ovvero la holding di famiglia che controlla, attraverso le finanziarie Ifi e Ifil, tutto l'impero.



In pratica, lo aveva scelto come «erede societario» a gestire dentro la Sapa il pacchetto azionario del 30,1% detenuto dalla Dicembre Società Semplice, che a sua volta è controllata dagli eredi diretti dell'Avvocato. Questa concentrazione ereditaria rischiava però di creare un'asimmetria di trattamento con gli altri sette nipoti: non tanto con gli Elkann, Lapo e Ginevra, che sono naturalmente allineati con John, ma con quelli che Margherita ha avuto con il secondo marito de Phalen. Di questa asimmetria bisognava tener conto, forse anche dal punto di vista economico, nel momento in cui si poneva mano alle decisioni di Donna Marella sul patrimonio. Ed è stato fatto.

In casi del genere ci vuole davvero molta perizia professionale e legale per impedire che un inventario attento dei beni di famiglia finisca col creare divergenze e incomprensioni: perché l'interesse è l'interesse e da sempre divide gli animi umani.
Peraltro, in una Torino che non s'è ancora ripresa dalla morte dell'Avvocato, non è mancato chi ha notato e commentato l'assenza dalla Basilica torinese della Consolata (dove si è svolta la messa di suffragio per Gianni Agnelli a un anno dalla scomparsa) della figlia Margherita e di tutto il ramo de Phalen, confinato in Svizzera, dove vive tra Losanna e Ginevra, da influenze e simili.

E subito, come un siluro, è decollato il gossip: «Altro che febbre, quest'assenza è uno schiaffo bello e buono: la signora de Phalen vuole adire le vie legali.». Niente di vero nei gossip, secondo quanto ha potuto verificare Economy: nessuna lite è mai esplosa - ammesso che se ne fossero poste le premesse - e l'accordo è stato firmato a fine 2003. Ma una scivolata d'immagine c'è stata.


Dagospia 30 Gennaio 2004