
BECCATO CON LE MANI IN PASTA! – VALENTINO LUCHIN, CHEF PADOVANO RESIDENTE A SAN FRANCISCO, È STATO ARRESTATO IN AMERICA PER AVER RAPINATO TRE BANCHE IN UN SOLO GIORNO – IL 62ENNE, CHE IN PASSATO GESTIVA DUE RISTORANTI DI LUSSO IN CALIFORNIA, HA COMPIUTO LE RAPINE CON LO STESSO MODUS OPERANDI: CONSEGNAVA UN BIGLIETTO AGLI IMPIEGATI DEGLI ISTITUTI, IN CUI CHIEDEVA I SOLDI E MINACCIAVA I CASSIERI – L’UOMO, CHE DA QUASI DIECI ANNI RISULTA IN BANCAROTTA PER CENTINAIA DI MIGLIAIA DI DOLLARI, ERA GIÀ FINITO IN MANETTE NEL 2018 PER ALTRE RAPINE…
Estratto dell’articolo di Ugo Milano per www.open.online
Ha i capelli lunghi e brizzolati, come la barba, l’uomo che cammina verso un inserviente di una banca di San Francisco armato di una semplice lettera di carta. Nel biglietto scritto a mano chiede soldi, una velata minaccia a cui l’impiegato obbedisce. L’uomo prende la borsa zeppa di dollari, ringrazia ed esce. Entra in un’altra banca e ripete il copione.
Entra in un’altra e fa lo stesso. Sono tre gli istituti di credito che Valentino Luchin, ex chef padovano residente all’ombra del Golden Gate, avrebbe rapinato in un solo giorno. L’italiano è stato arrestato e si trova ora in cella con l’accusa di rapina multipla e tentata rapina.
[…] LE ESPERIENZE DA CHEF E LA BANCAROTTA
Nato nel 1963 a Este, in provincia di Padova, Valentino Luchin ha lavorato come chef in tutta Italia e all’estero. […] Poi nel 1993 il grande passo verso la California, dove aveva gestito come executive chef il ristorante “Rose Pistola” a North Beach e l’”Osteria Ottavio” a Walnut Creek. Questi investimenti, risultati alla lunga fallimentari, avevano lasciato l’uomo e sua moglie in gravi difficoltà economiche già a partire dal 2015 quando, secondo molti media americani, i due erano finiti in rosso per centinaia di migliaia di dollari.
LA FALLIMENTARE “CARRIERA” DA RAPINATORE
Proprio dal 2018 era iniziata la carriera – anche questa fallimentare – di Luchin come rapinatore di banche. Sette anni fa venne infatti arrestato a Orina, sempre in California, dopo aver sottratto 18mila dollari a un istituto di credito. Dalla prigione aveva inviato una lettera di scuse agli impiegati: «Pensavo fosse un buon piano, ma non lo è stato. La mia azione non era aggressiva. Era una pistola falsa. Non so nemmeno come caricarne una vera». Poi aveva ripreso a lavorare come consulente per i ristoranti. […]
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