STAMPA AFFAMATA: A NAPOLI, NEI PRIMI DIECI MESI DEL 2005, I MORTI SONO STATI PIÙ NUMEROSI CHE NEI PRIMI DIECI DI QUEST'ANNO: 52 A 49 - GARDINI TOILET: 1) UOMO CLASSICO 2) DONNA CLASSICA 3) TRANSGENICI QUADRISESSUALI 4) ASSASSINI 5) NANI BILINGUE.
1 - GARDINI TOILET: 1) UOMO CLASSICO 2) DONNA CLASSICA 3) TRANSGENICI QUADRISESSUALI 4) ASSASSINI 5) NANI BILINGUE 6) IMPOTENTI 7) CANI OMOSESSUALI 8) PRELIEVI 9) FILOSOFI
Gianni Boncompagni per Il Foglio
In un lussuosissimo condominio di Milano, con tanto di piscina, terme, galoppatoio, zoo, eliporto, montagne russe, università e cimitero privato, un gruppo di condomini integralisti isterici capitanato dall'on. Gardini, ha inscenato una rissa furibonda pretendendo per i bagni interni della piscina condominiale addirittura nove differenziazioni e cioè: 1) uomo classico 2) donna classica 3) transgenici quadrisessuali 4) assassini 5) nani bilingue 6) impotenti 7) cani omosessuali 8) prelievi 9) filosofi.
In più l'on. Gardini oltre a pretendere il suo bagno personale blindato, insonorizzato e con la tavoletta della tazza tempestata di brillanti, ha chiesto di cambiare il portiere centrale del condominio, un rumeno monofonico privo di sense of humour, con un portiere di maggior prestigio suggerendo Buffon. Richieste, peraltro, disattese.
2 - A NAPOLI, NEI PRIMI DIECI MESI DEL 2005, I MORTI SONO STATI PIÙ NUMEROSI CHE NEI PRIMI DIECI DI QUEST'ANNO: 52 A 49.
Massimo Gramellini per La Stampa
A Napoli, nei primi dieci mesi del 2005, i morti sono stati più numerosi che nei primi dieci di quest'anno: 52 a 49. Perché allora non importava niente a nessuno, mentre adesso pare non esista altro al mondo che nugoli di scugnizzi assassini? La solita storia delle notizie carsiche che scorrono sotto traccia per riaffiorare all'improvviso. C'è stata una stagione in cui non passava giorno senza che un ragazzino tentasse di sgozzare la mamma: in seguito la situazione si è ricomposta, nonostante le comparsate in video di Crepet. E le stragi del sabato sera? Ricordo un periodo in cui finivano sui giornali anche di martedì. Seguirono denunce e progetti di legge, poi boh. Nel frattempo si continua a morire, ma a pagina 24, in attesa che un chilometro di tamponamenti a catena riporti l'alcolismo nei titoli dei tg.
Stessa sorte per l'ecstasy, le ragazze violentate, il buco dell'ozono, i barconi degli immigrati e la mitica aviaria. Presenze immancabili nella lista delle disgrazie quotidiane, poi rientrate disciplinatamente in retrovia, ma pronte a tornare sul proscenio alla prossima occasione: basta una storia strana, una rissa televisiva, la dichiarazione di un potente. Prima che ne parlasse Napolitano, gli incidenti sul lavoro finivano nelle «brevi» di cronaca. Oggi sembrano di più, invece si è solo ricominciato a farci caso.
Non esiste una Spectre della notizia che fissa l'agenda della giornata, ordinando di dare importanza nello stesso momento alle stesse cose. Spesso a far partire il motore dell'indignazione sono le coincidenze: nel caso di Napoli, l'uscita di un gran libro («Gomorra» di Saviano), due morti in poche ore e l'assenza, quello stesso giorno, di altre vicende sorprendenti. Il giornalista si nutre di curiosità, però si annoia in fretta. Ha sempre fame di fatti inediti, ma sa accontentarsi di quelli vecchi, purché sembrino nuovi.
3 - ECATOMBE ESPRESSO
Andrea Marcenaro per Il Foglio
Hai appena finito con il libro di Edmondo Berselli, il quale minchia, se qualche volta Ferrara fa venire dei complessi a te, per definire i complessi di Edmondo stanno ancora cercando il termine, e fortuna vuole che ti capiti in mano l'Espresso. Un numero istruttivo. Se ha ragione l'Espresso, l'inquinamento in Italia si pappa ogni anno 55 mila morti, dicasi 55 mila, sigarette a parte. Se l'apocalisse è di tale portata. Se l'allegata cartina dell'Italia inquinata è veritiera, e non c'è motivo per dubitarne. Se nella nostra bella Italia si muore cioè come le mosche per gli scarichi e per le polveri. E non solo si crepa già ora al ritmo di centoventi al giorno, ma si profila all'orizzonte un'ecatombe. Se mediamente un cittadino, ogni cittadino italiano, ha già perso un pezzetto di vita, chi sei mesi - dice l'Espresso - chi di più. Se davvero nella civile Padania cosiddetta un cittadino, ogni cittadino, ha già perduto più di un anno di vita, che moltiplicato per dieci milioni di individui, fate i conti, è come se si volatilizzassero 142.820 potenziali settantenni all'anno. Bè, ci stiamo a fasciare la testa per Napoli?
Dagospia 05 Novembre 2006
Gianni Boncompagni per Il Foglio
In un lussuosissimo condominio di Milano, con tanto di piscina, terme, galoppatoio, zoo, eliporto, montagne russe, università e cimitero privato, un gruppo di condomini integralisti isterici capitanato dall'on. Gardini, ha inscenato una rissa furibonda pretendendo per i bagni interni della piscina condominiale addirittura nove differenziazioni e cioè: 1) uomo classico 2) donna classica 3) transgenici quadrisessuali 4) assassini 5) nani bilingue 6) impotenti 7) cani omosessuali 8) prelievi 9) filosofi.
In più l'on. Gardini oltre a pretendere il suo bagno personale blindato, insonorizzato e con la tavoletta della tazza tempestata di brillanti, ha chiesto di cambiare il portiere centrale del condominio, un rumeno monofonico privo di sense of humour, con un portiere di maggior prestigio suggerendo Buffon. Richieste, peraltro, disattese.
2 - A NAPOLI, NEI PRIMI DIECI MESI DEL 2005, I MORTI SONO STATI PIÙ NUMEROSI CHE NEI PRIMI DIECI DI QUEST'ANNO: 52 A 49.
Massimo Gramellini per La Stampa
A Napoli, nei primi dieci mesi del 2005, i morti sono stati più numerosi che nei primi dieci di quest'anno: 52 a 49. Perché allora non importava niente a nessuno, mentre adesso pare non esista altro al mondo che nugoli di scugnizzi assassini? La solita storia delle notizie carsiche che scorrono sotto traccia per riaffiorare all'improvviso. C'è stata una stagione in cui non passava giorno senza che un ragazzino tentasse di sgozzare la mamma: in seguito la situazione si è ricomposta, nonostante le comparsate in video di Crepet. E le stragi del sabato sera? Ricordo un periodo in cui finivano sui giornali anche di martedì. Seguirono denunce e progetti di legge, poi boh. Nel frattempo si continua a morire, ma a pagina 24, in attesa che un chilometro di tamponamenti a catena riporti l'alcolismo nei titoli dei tg.
Stessa sorte per l'ecstasy, le ragazze violentate, il buco dell'ozono, i barconi degli immigrati e la mitica aviaria. Presenze immancabili nella lista delle disgrazie quotidiane, poi rientrate disciplinatamente in retrovia, ma pronte a tornare sul proscenio alla prossima occasione: basta una storia strana, una rissa televisiva, la dichiarazione di un potente. Prima che ne parlasse Napolitano, gli incidenti sul lavoro finivano nelle «brevi» di cronaca. Oggi sembrano di più, invece si è solo ricominciato a farci caso.
Non esiste una Spectre della notizia che fissa l'agenda della giornata, ordinando di dare importanza nello stesso momento alle stesse cose. Spesso a far partire il motore dell'indignazione sono le coincidenze: nel caso di Napoli, l'uscita di un gran libro («Gomorra» di Saviano), due morti in poche ore e l'assenza, quello stesso giorno, di altre vicende sorprendenti. Il giornalista si nutre di curiosità, però si annoia in fretta. Ha sempre fame di fatti inediti, ma sa accontentarsi di quelli vecchi, purché sembrino nuovi.
3 - ECATOMBE ESPRESSO
Andrea Marcenaro per Il Foglio
Hai appena finito con il libro di Edmondo Berselli, il quale minchia, se qualche volta Ferrara fa venire dei complessi a te, per definire i complessi di Edmondo stanno ancora cercando il termine, e fortuna vuole che ti capiti in mano l'Espresso. Un numero istruttivo. Se ha ragione l'Espresso, l'inquinamento in Italia si pappa ogni anno 55 mila morti, dicasi 55 mila, sigarette a parte. Se l'apocalisse è di tale portata. Se l'allegata cartina dell'Italia inquinata è veritiera, e non c'è motivo per dubitarne. Se nella nostra bella Italia si muore cioè come le mosche per gli scarichi e per le polveri. E non solo si crepa già ora al ritmo di centoventi al giorno, ma si profila all'orizzonte un'ecatombe. Se mediamente un cittadino, ogni cittadino italiano, ha già perso un pezzetto di vita, chi sei mesi - dice l'Espresso - chi di più. Se davvero nella civile Padania cosiddetta un cittadino, ogni cittadino, ha già perduto più di un anno di vita, che moltiplicato per dieci milioni di individui, fate i conti, è come se si volatilizzassero 142.820 potenziali settantenni all'anno. Bè, ci stiamo a fasciare la testa per Napoli?
Dagospia 05 Novembre 2006