L'ETRUSCO VERGINE - GALLI DELLA LOGGIA CANNONEGGIA IL CENTROSINISTRA ACCHIAPPATUTTO, CHE HA STRACCIATO IL PATTO RAI CON L'OPPOSIZIONE CON LA NOMINA DI FABIANI - E L'ETRUSCO RIBATTE CHE LUI NON SA COSA SIA LA LOTTIZZAZIONE (ALLORA LA BEFANA ESISTE!).

1 - IL PATTO STRACCIATO.
Ernesto Galli della Loggia per il "Corriere della Sera"

Sulle qualità personali di Fabiano Fabiani per svolgere l'incarico di membro del Consiglio d'amministrazione della Rai-tv che il governo gli ha affidato ieri non si possono avere dubbi. Fabiani ha alle spalle una carriera collaudata di manager di successo, è persona di cultura, di conoscenze, di esperienza: chi meglio di lui dunque? E così pure non c'è dubbio che la sua nomina corrisponde a un obiettivo interesse politico della maggioranza, perlomeno di quella sua parte che si riconosce nel progetto del Partito democratico. Infatti, poiché la designazione di Fabiani, come dicono in molti, contribuirebbe a saldare un'intesa tra Prodi e Veltroni, essa aiuta senz'altro la nascita del nuovo partito neutralizzando i pericoli per la stabilità del governo che la nomina del sindaco di Roma alla testa del Pd potrebbe in teoria rappresentare.

Tutto bene dunque? Per nulla, invece, proprio per nulla dal momento che qui non è questione solo di persone o di convenienze politiche. È questione - anche e soprattutto - di regole, e da questo punto di vista la nomina di Fabiani appare quanto mai criticabile.
Fino a ieri la Rai costituiva uno dei pochi ambiti in cui si era riusciti a stabilire un accordo di tipo istituzionale tra maggioranza e opposizione sulla base del mutuo rispetto di un comune modus operandi. Che si riassume in due parole: la maggioranza del Cda alla maggioranza parlamentare, la presidenza dello stesso Cda scelto di comune accordo ma nelle file dell'opposizione, e infine come Direttore generale una figura di garanzia indicata dalla maggioranza ma con il placet più o meno esplicito della minoranza.

Questo accordo di fatto - ripeto, volto ad assicurare un funzionamento passabilmente tranquillo e condiviso di istituzioni pubbliche chiave, e uno dei pochissimi all'uopo esistenti - questo accordo è oggi carta straccia, perché con la nomina di Fabiani la maggioranza ha deciso di prendere per sé tutto quello che c'era da prendere: Cda, Presidenza e Direzione generale.

In tal modo il centrosinistra ha ripetuto oggi ciò che già fece alla fine dell'ultima legislatura in cui ebbe la maggioranza, era il 2001, allorché approvò per pochi voti nientemeno che una modifica della Costituzione. Riconobbe sì, poi, di aver sbagliato, ma il suo comportamento odierno cancella quel pentimento, lo fa apparire quasi strumentale, e getta una grave macchia sulla sua immagine politica. Che fine hanno fatto tutte le promesse di governare in modo diverso dalla destra, in modo non fazioso, in nome di valori politici diversi?

Con il gesto compiuto ieri si proclama in realtà l'indifferenza a qualsiasi regola di buona creanza istituzionale (con danno per tutto il Paese) e, cosa ancora più grave, si autorizza domani il centrodestra a fare altrettanto. Quale credibilità potranno avere le proteste contro una Casa della libertà che - come sicuramente è nelle pulsioni almeno di una sua parte, e come è già accaduto - occupasse domani ogni spazio occupabile accaparrandosi tutte le nomine governative? Chi oserà firmare un manifesto o un appello contro Berlusconi o chi per lui quando Prodi e il suo governo non sono stati da meno?



Da questo punto di vista, per finire, colpisce assai negativamente che tra i tanti cultori del bene pubblico che militano nell' Unione (politici e non: ci mettiamo anche tanti giuristi e intellettuali vari) nessuno abbia avuto finora qualcosa da ridire su un tema di tale importanza. Per meglio dire nessuno tranne uno: il segretario dello Sdi Boselli. È giusto rendergli il merito dovuto, ma alla fine è la sua voce soltanto quella che abbiamo ascoltato. Bisogna ammettere che è un po' poco.

2 - LA LOGICA DEI PARTITI NON MI RIGUARDA.
Lettera di Fabiano Fabiani al "Corriere della Sera"

Caro direttore, ringrazio Ernesto Galli della Loggia per aver scritto di non aver alcun dubbio sulle mie qualità personali nello svolgere l'incarico di componente del Cda della Rai. «Chi meglio di lui?» mi crea addirittura qualche imbarazzo. Partendo da queste definizioni mi sfugge il senso di altre affermazioni dell'articolo.

Trovo del tutto in contrasto con tali giudizi, nonché inappropriato rispetto al significato della nomina, affermare che questa designazione «come dicono in molti» saldi un'intesa tra Prodi e Veltroni e abbia il senso di aiutare la nascita del Partito Democratico.
Nello spirito con cui il ministro Padoa-Schioppa ha chiesto la mia disponibilità così come in quello con cui ho accettato l'incarico, vista la fase di difficoltà attraversata dalla Rai, non esiste alcun nesso tra questa nomina e fatti, o esigenze, o logiche di partito.

L'articolo si limita infatti a giustificare questo presunto e inesistente legame tra la mia nomina e aspetti partitici con un «come dicono in molti». Molti disinformati e disinformanti, aggiungerei.
Quanto poi al rispetto delle regole scritte e non, personalmente ho avuto modo di affermare - e il Corriere della Sera ha avuto la bontà di riprendere queste mie dichiarazioni - che «sono un consigliere indipendente». Ho le mie idee, come tutti, ma queste non riguardano il consigliere Fabiani, che prenderà ogni decisione nell'interesse dell'Azienda.

Non c'è alcun cambiamento precostituito della maggioranza del Cda, sono un consigliere indipendente e voterò in maniera personale. Si tratta di affermazioni scontate per chi intende svolgere il ruolo rispettando le norme e la prassi, nello spirito di servizio condiviso con il ministro. Visto che Galli della Loggia sostiene - e non condivido - che non ci sia un candidato migliore di chi scrive, forse intende che chiunque (da chiunque nominato) una volta entrato nel Cda della Rai non possa che seguire una logica di partito e di parte? Nonostante tutto ho ancora un'altra concezione del nostro Paese.


Dagospia 13 Settembre 2007