1. MA DOVE SONO IL GRAN REGISTA AIRONE PASSERA E COLANINNO FIGLIO, QUELLO CHE CULATELLO BERSANI HA VOLUTO COME RESPONSABILE ECONOMICO DEL PARTITO? DOVE SONO I GRANDI PATRIOTI CHE RISPONDONO AL NOME DI RIVA (BÈ, SÌ, LORO SI SA DOVE SONO), LIGRESTI (IN EFFETTI, ANCHE LORO…), BELLAVISTA CALTAGIRONE (OPS, PURE LUI…), BENETTON, GAVIO, TRONCHETTI, MARCEGAGLIA E COMPAGNIA PRIVATIZZANTE? 2. ORA CHE IL BLUFF SALTA PER ARIA E I PADRINI DELL’OPERAZIONE ALITALIA SONO A SPASSO, CE LI METTONO I SOLDI? NO, NON CE LI METTONO. SANNO DI AVER FATTO UNA MARCHETTA POLITICA AL BANANA, FACENDOGLI VINCERE UNA CAMPAGNA ELETTORALE CONTRO PRODI, E SONO CONVINTI DI AVER ACQUISITO “MERITO DI CREDITO” CON INTESA SANPAOLO, CHE ERA INFROCIATISSIMA DI DEBITI CON IL GRUPPO TOTO, QUELLO DI AIR ONE 3. SPERIAMO CHE LI COSTRINGANO, CON LE BUONE O CON I GIUDICI, ALL’AUMENTO DI CAPITALE

a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - ECCOLI, I FAMOSI PRIVATI SUSSIDIATI
Ma dove sono il gran regista Airone Passera e Colaninno figlio, quello che Culatello Bersani ha voluto come responsabile economico del partito? Dove sono i grandi patrioti che rispondono al nome di Riva (bè, sì, loro si sa dove sono), Ligresti (in effetti, anche loro...), Bellavista Caltagirone (ops, pure lui...), Atlantia, Gavio, Tronchetti Dovera, Marcegaglia, Orsero e compagnia privatizzante? Ora che il bluff salta per aria e i padrini dell'operazione Alitalia sono a spasso, ce li mettono i soldi?

No, non ce li mettono. Sanno di aver fatto una marchetta politica al Banana, facendogli vincere una campagna elettorale contro Prodi, e sono convinti di aver acquisito "merito di credito" con Intesa Sanpaolo, che era infrociatissima con il gruppo Toto, quello di Air One. Speriamo che li costringano, con le buone o con la magistratura, a sottoscrivere congruo aumento di capitale.

Repubblica sbandiera: "Salvataggio Alitalia, ore decisive. Il governo vuole Air France con un socio pubblico di minoranza. Lupi: nessuna ipotesi Fs. Scaroni: Eni non può tenerla in vita. Incontro ieri da Letta con i creditori e gli azionisti. Ipotesi di ingresso dello Stato al 15%". "Ma Palazzo Chigi chiede a banche e azionisti di fare subito la loro parte per evitare il tracollo" (p. 4).

Sul Corriere stessa solfa: "Alitalia, salvataggio a rischio. Si cerca un socio pubblico. Vertice della compagnia con Letta, Saccomanni e Lupi. L'Eni avverte: daremo il carburante solo fino a sabato. Il confronto riprenderà oggi. Convocato per il pomeriggio il consiglio di amministrazione" (p. 2). E sembra quasi una vendetta prodiana la linea dura di Lettanipote: "Il premier: prima paghino tutti i soci. Il governo vuole un aumento di capitale più ampio, poi le nozze con Air France. Le condizioni di Moretti: cancellare la Roma-Milano e nessun euro per le azioni" (p. 3).

Il Sole in prima dà invece un'altra impressione: "Alitalia, governo in campo: soluzione ponte, poi Air France". Tradotto: "non sappiamo che pesci prendere e quindi intanto ci facciamo il ponte del primo novembre e poi vediamo". Il Giornale ricostruisce quanto deve Alitalia ai fornitori: "Il conto aperto di Eni, Adr e Sace: 184 milioni" (p. 21). E loro non sono mica come le banche, che i soldi sanno sempre dove prenderli.

E per restare nel campo dei disastri privati (ma a spese di tutti), si ride nelle pagine economiche di Repubblica, dove s'incrociano ancora due nomi della sullodata banda Alitalia: "Una cordata italiana per salvare l'Ilva'. Gavio junior: un piano comune con banche e altri imprenditori. ‘Al termine dell'opera di Bondi il gruppo non può finire in mani straniere" (p. 24). Al solerte articolista, certo Massimo Minella, sfugge l'inquietante ripetizione dello schema "Patrioti".

2 - AVANTI CON IL DUO LETTANO
Pare che il Banana ancora ci provi, a far cadere il governo per andare subito al voto. Secondo la Repubblica degli Illuminati (da Draghi), il Caimano sogna il voto a primavera e starebbe tentando il suo ex segretario personale con queste parole: "Angelino convinciti, è la soluzione migliore anche per te: sarai il candidato premier col mio sostegno e il mio aiuto" (p. 1). Non solo, ma con quel pezzo di Piddimenoelle che punta al ritorno dell'Imu, l'effetto tenaglia sul governino Lett-ano sembra evidente.

Sembra. Perché invece tutti i poteri marci, nazionali e internazionali, vogliono solo "stabilità". E il fattore anagrafico dice che moriremo democristiani. Guidati dal duplex Lettanipote-Alfanayev finchè Renzie non li separi.

3 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Sulla casa ancora una bufera sul semi-nulla, ma buona comunque per perder tempo una settimana. "Caos Imu sulla prima rata, duello Pd-Pdl. Emendamento del centrosinistra per far pagare le case oltre i 750 euro di rendita. Vertice Letta-Cgil, Cisl e Uil sulla legge di Stabilità. Camusso: ancora una pagina bianca. La mediazione di Franceschini per il ritiro" (Corriere, p. 5). Il prelievo colpirebbe una casa su quattro. Imu dovuta anche su 33 metri quadri: 4,6 milioni di appartamenti interessati" (p. 6).

Direttamente da Salò, il bollettino firmato Sallustioni recita: "Letta rimette l'Imu. Oggi il voto decisivo. La sinistra delle tasse si scatena: un emendamento sconfessa i patti di governo. Disastro fiscale: l'aumento dell'Iva ha fatto diminuire le entrate di 3,7 miliardi. E De Benedetti, coi soldi di Berlusconi, mette piede nelle tv (La7).

4 - SILEZIO, PARLA IL VERO MINISTRO DEGLI ESTERI E DELLO SVILUPPO ECONOMICO
"Energia cara, Europa spiazzata. La Russia può essere il nostro Texas. Mosca ha grandi attese, noi la tecnologia. Con la rivoluzione dello shale gas, perdiamo altro terreno nei confronti degli Stati Uniti. In Iran ci siamo e non possiamo ritirarci. Abbiamo bloccato le nuove iniziative ma siamo ancora lì per recuperare i nostri investimenti. Manteniamo i rapporti e dobbiamo essere pronti a rientrare se la situazione si sblocca, sapendo che se cade l'embargo, gli americani saranno i primi a presentarsi in forze: aziende, governo, un sistema-Paese che si muove compatto". Parole di Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'Eni, intervistato dal Corriere della Sera (p. 33).

5 - NANO DECADENCE
Repubblica prova a indorare il pillolone al Cainano: "Decadenza, slitta il voto finale al Senato e i servizi sociali di Silvio saranno ‘soft'. Difficilmente l'ex premier verrà assegnato a una struttura, troppi problemi logistici legati alla sua sicurezza. Il via libera di Palazzo Madama solo dopo la decisione sulla interdizione" (p. 6). Intanto nel suo ex partito c'è un gran casino: "Caos Pdl, Berlusconi torna a Roma. Il Cavaliere stoppa i lealisti di Fitto. ‘Sempre io il leader, Letta se ne faccia una ragione'. Cicchitto dal fronte alfaniano: ‘Smettiamo di dire che vogliamo una svolta neocentrista" (Stampa, p. 6).

Il Corriere infierisce con scarso coraggio sul capogruppo alla Camera: "Superfalco, poi no. Brunetta sempre in prima linea. Stimato e ascoltato da Berlusconi, ma alla Camera in molti non lo amano. Ora il capogruppo pubblica il suo programma economico per il governo come un ministro ombra" (p. 8).

6 - MA FACCE RIDE!
Prima pagina del Giornale, a difesa delle proprietà di famiglia: "Anche il Milan nel tritacarne dello Stato etico. Inedita condanna per discriminazione territoriale". Tifosi atterriti all'idea che a difendere la società in appello arrivi il duo Longo-Ghedini. Sarebbe serie "B" sicura.

Invece occhio alle trattative sui diritti tv del calcio. Se ne occupa oggi il Cetriolo Quotidiano: "B. è davvero finito? Primo test la guerra del calcio Sky-Mediaset. Scontro tra le aziende e i club sul prezzo per trasmettere le partite: oggi il Biscione paga la metà di Murdoch per offrire lo stesso prodotto" (p. 7).

7 - SPOSTANDO RENZI SEMPRE PIU' IN LA'
Cosa non si fa per restare in vita: "Congresso dem, anche Pannella in corsa. Ex bersaniano guida l'attacco di Matteo. Bonaccini capo del comitato. Cuperlo: vincerò: nei circoli" (Repubblica, p. 11). Sul Corriere i primi calcioli in libertà: "Quei numeri che agitano il Pd: Renzi su tutti, addio vecchia guardia. Corsa per la segreteria, un'analisi sui consensi attribuisce l'83% al sindaco. Gli altri candidati si dividerebbero le briciole, e Civati supererebbe Cuperlo" (p. 10).

8 - QUEI REGALINI DI VIALE MAZZINI
"Con i nostri soldi in Rai regalano gioielli". Su Libero (p. 3), Giacomo Amadori inizia a svelare una simpatica storiella che allieterà i pagatori dell'odiato canone: "Orecchini d'oro, orologi di marca, penne Montblanc e Montegrappa, cravatte e portachiavi di Marinella: costosi doni da centinaia di migliaia di euro a politici e amici dei dirigenti di viale Mazzini. Senza regole né controlli. Il caso è scoppiato perché una lettera anonima ha accusato la struttura ‘Premi e Omaggi' di avere favorito un fornitore di preziosi, targhe e coppe". Soltanto menti ottuse e malate possono creare un tv di Stato e dotarla di una struttura "Premi e Omaggi". L'unica risposta a Raiset è disdire, sigillare e boicottare. Tanto per tutto quello che serve ci sono il web e, quando si può, il live.

9 - EPPURE LO CHIAMAVANO "ARROGANCE"
Euro-cura da cavallo per il Monte dei Pacchi di Siena. Dopo gli accordi a Cernobbio, ieri la presa d'atto. "Mps, aumento e altri 5 mila esuberi. Accordo con Bruxelles. Via alla ricapitalizzazione da 2,5 miliardi. Attesi un utile di 900 milioni nel 2017 e lo smobilizzo di 6 miliardi di Btp. Tetto a 500 mila euro per gli stipendi" (Corriere, p. 35). Povero Viola, che prendeva il triplo, ce la farà a campare con mezzo miliardo l'anno?

E dove, se non sul Sole, poteva apparire il presidentissimo Profumo per illuminarci così: "Ce la faremo da soli ma siamo aperti alle alleanze"? In effetti, mandando a casa 8000 persone (a spese dell'INPS) ai piani alti del Montefiaschi rischiano davvero di restare da soli. E nel catenaccio, l'ex autocrate di Unicredit si dimentica l'orgoglioso passato "stand alone": "Intesa Sanpaolo? Nessuna preclusione, valutiamo ogni opzione" (p.1 dorso Finanza&Mercati). Brutta la fame.

10 - SCESI DAL PERO
Grande performance canora del nostro ineffabile governatore: "Visco alle banche: ‘Rafforzare il capitale'. Bankitalia: Cd pletorici, governance da cambiare. Gli istituti si liberino dei titoli di Stato e facciano prestiti" (Stampa, p. 28). Ma la nostra umile domanda è: se le banche italiote fanno così schifo, lui finora dove cavolo è stato?

11 - ULTIME DA UN POST-PAESE
Dopo la strage nel mare di Lampedusa, un minimo di riflessione. "Vergogna di Stato: 45 euro a migrante per tenerli in gabbia. Centri di accoglienza. L'emergenza è la pratica governativa meglio avviata, sempre pronta a gonfiare le fatture". "Ci prostituiamo per pagare i trafficanti'. Da Castelnuovo di Porto a Gradisca, da Mineo a Bari. L'insostenibile situazione dei centri per richiedenti asilo". Sul Cetriolo Quotidiano una sacrosanta inchiesta sul business dei lager per immigrati (pp. 2-3).

colinward@autistici.org

 

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