AZZ…AZIMUT! – BANKITALIA BOCCIA IL GESTORE FONDATO DA PIETRO GIULIANI E RILEVA “SIGNIFICATIVE CARENZE DI GOVERNANCE E ORGANIZZATIVE” RISPETTO AL PIANO DI CREARE LA BANCA DIGITALE “TNB” (CON LA FSI DI TAMAGNINI): IL TITOLO ARRIVA A PERDERE IL 15% IN BORSA, PER POI CHIIUDERE A -10 – GIULIANI MINACCIA: “PREFERIREMMO CHE CI FOSSE CONSENTITO IN TEMPI RAGIONEVOLI DI OTTENERE LA LICENZA IN ITALIA, MA SE CIÒ NON FOSSE POSSIBILE, ESISTONO ALTRI PAESI, AD ESEMPIO LA SVIZZERA (DOVE GIÀ OPERIAMO)” – PER AZIMUT NON C’È UN RISCHIO DI LIQUIDITÀ (HA 123 MILIARDI DI MASSE IN GESTIONE), MA DI ASSETTO ORGANIZZATIVO…
1. PERCHÉ L'INDUSTRIA DEL RISPARMIO GESTITO HA UN GUAIO DI NOME AZIMUT
Estratto dell’articolo di Mariarosa Marchesano per www.ilfoglio.it
L ANDAMENTO DI AZIMUT IN BORSA NEGLI ULTIMI CINQUE GIORNI - 14 NOVEMBRE 2025
Che il risparmio sia sempre di più un tema sensibile si vede anche dal caso scoppiato tra i grandi gestori patrimoniali: Azimut, la società fondata e guidata da Pietro Giuliani, e che vede tra i suoi investitori fondi internazionali come Ubs, Vanguard e Norges Bank, ha avuto un tracollo ieri in Borsa (è arrivata a perdere il 15 per cento per poi chiudere a -10) dopo che la Banca d’Italia ha rilevato “significative carenze di governance e organizzative” chiedendo di mettere in campo un’azione di “rimedio”.
Risentita la reazione di Giuliani, gestore di lungo corso e molto noto nel suo campo, il quale, nel tentativo di contenere il panico che si era scatenato tra gli investitori, è andato subito al punto: “Preferiremmo che ci fosse consentito in tempi ragionevoli di ottenere la licenza in Italia, ma se ciò non fosse possibile, esistono altri paesi, ad esempio la Svizzera (dove già operiamo)”.
L’ispezione della vigilanza ha messo in discussione l’inadeguatezza della struttura aziendale di Azimut nel momento in cui il gruppo sta progettando il grande salto nel fintech accanto al Fondo strategico italiano guidato da Maurizio Tamagnini.
Grazie all’evoluzione tecnologica e all’intelligenza artificiale, infatti, le banche digitali sono quelle che oggi promettono i maggiori margini di guadagno. Per questo è nata, come start up, la Tnb, che sta per The Next Bank, in collaborazione con Fsi.
Ma per operare come fintech in Italia bisogna avere determinati requisiti e Azimut deve rimuovere tutte le carenze organizzative riscontrate per potere andare avanti. E non basta. La risoluzione di tali criticità, dice la Banca d'Italia, “non è condizione sufficiente” perché sarà lo stesso organo di vigilanza a valutare, in sostanza, se l’iter avrà avuto un esito positivo.
Dal canto suo, Azimut […] minaccia di realizzare il progetto di banca digitale in Svizzera. Azimut, che opera in diversi paesi, ha 123 miliardi di masse di ricchezza privata in gestione e l’Italia rappresenta quasi la metà.
Inoltre, tra i suoi partner nella distribuzione di prodotti ci sono diverse banche italiane, compresa Unicredit. […]
Per Azimut non esiste un rischio di illiquidità o altro, anche perché i suoi conti sono in crescita (visto che il settore del risparmio gestito gode di buona salute), ma di assetto organizzativo e di controllo che in campo bancario, comunque, non è un aspetto di secondo piano. […]
2. AZIMUT A PICCO IN BORSA L’ULTIMATUM DI BANKITALIA “CAMBIARE LA GOVERNANCE”
Estratto dell’articolo di Michele Chicco per "la Stampa"
[…] Palazzo Koch […] ha dettato tempi rapidi per la pubblicazione di un piano con «un'incisiva azione di rimedio», richiesto entro il 30 novembre.
Il documento dovrà presentare il dettaglio delle mosse per «rimuovere le carenze riscontrate» e «definire un assetto di governo e di controllo compatibile con la complessità operativa dell'intermediario e del gruppo». Le correzioni dovranno essere operative entro fine aprile, ma potrebbero non bastare a Banca d'Italia per concedere il via libera alla licenza per Tnb che, tuttavia, non sarebbe stata ancora ufficialmente richiesta: «L'effettivo superamento delle criticità non è presupposto sufficiente per determinare un esito positivo dei procedimenti connessi al progetto», ha scritto la vigilanza ad Azimut.
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Nei tre mesi di ispezione di Banca d'Italia, viene fatto sapere da fonti vicine al dossier, è emersa una governance «deficitaria, debole e poco coinvolta» nei processi decisionali e di controllo, tanto da generare «carenze nella compliance» anche in relazione agli investimenti dei clienti. Uno scenario «non esplosivo», ma che ha indotto i funzionari di via Nazionale a intervenire per scongiurare «un problema più serio».
La situazione aziendale, come ha scritto Bankitalia nella nota diffusa nella notte da Azimut, è apparsa «inidonea a sostenere la partecipazione della Sgr ad operazioni rilevanti», proprio come la scissione alla base della nascita di Tnb alla quale Azimut punta a conferire una rete di oltre 900 professionisti e oltre 25,6 miliardi di masse totali.
Solo dopo la presentazione del piano con i rimedi presentato dalla Sgr, Banca d'Italia e la Consob riapriranno i faldoni. I nodi su Tnb verranno sciolti, filtra in ambienti di mercato, quando Azimut avrà chiarito le azioni da intraprendere nel rispetto dei criteri di «prudenza, efficienza ed efficacia» che richiede la normativa a tutela dei piccoli e grandi investitori.
Il gruppo presieduto da Giuliani ha fatto sapere di aver «già avviato la definizione di un piano di azione volto a recepire le misure correttive e di rafforzamento richieste», in un contesto di «piena collaborazione» con Bankitalia. Il documento verrà svelato entro due settimane, ma alcuni dettagli sono emersi nel pomeriggio di ieri durante una call tra il top management di Azimut e gli analisti: sul tavolo ci sarebbe la possibilità di nominare un direttore generale per Azimut Capital e di riconsiderare il ruolo di alcuni consiglieri che sono nel board della Sgr e in quello della capogruppo.
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