euro banche sofferenze

LA GERMANIA RIFA’ GLI STRESS TEST E DEUTSCHE BANK ESCE CON LE OSSA ROTTE: IN CASO DI RECESSIONE AVREBBE UN “BUCO” DA 19 MILIARDI - IN TUTTA L'EUROPA IL “ROSSO” SALIREBBE A 123 MILIARDI - IL ''FINANCIAL TIMES'': CON IL NO AL REFERENDUM RISCHI PER BANCHE ED EUROZONA. MA NON E' UN ENDORSEMENT A RENZI: ''ATLANTE OK, MA POI IL NULLA''

1. DEUTSCHE BANK RISCHIA UN BUCO DA 19 MILIARDI SE ARRIVA LA RECESSIONE

 

 

Rodolfo Parietti per “il Giornale

 

quartier generale di Deutsche Bank a Francoforte quartier generale di Deutsche Bank a Francoforte

Una voragine da 19 miliardi di euro in caso di crisi finanziaria. Dopo il ceffone ricevuto all' inizio di luglio, quando il Fondo monetario internazionale non aveva esitato a bollarla «come la maggior fonte di rischi per tutti», Deutsche Bank rimedia un altro manrovescio. Ancor più bruciante perché a rifilarlo è il tedeschissimo Zentrum für Europäische Wirtschaftsforschung, più semplicemente noto con l' acronimo Zew.

 

Che fa a pezzi i freschi risultati degli stress test europei con i quali il colosso di Francoforte aveva rimediato, non senza qualche perplessa alzata di sopracciglio, una risicata promozione potendo far leva su un Cet1 ratio fully loaded che, in caso di scenario avverso, scenderebbe dall' 11,1% al 7,8%.

 

DEUTSCHE BANK DEUTSCHE BANK

Tutta questione di metodo. I più blandi parametri dell' Eba, sono stati sostituiti dall' istituto di ricerca economica di Mannheim con quelli molto stringenti adottati dalla Federal Reserve in seguito al crac di Lehman Brothers, concentrati soprattutto sul leverage ratio, cioè il livello assoluto di indebitamento di un istituto.

 

Per coprire le perdite prevedibili in uno stress test condotto coi parametri della banca centrale guidata da Janet Yellen, a Deutsche Bank servirebbero quindi nuovi capitali per 19 miliardi, una cifra superiore di due miliardi all' attuale valore borsistico dell' istituto e molto complicata da rastrellare in un momento in cui i mercati guardano con diffidenza alla aziende del credito. «Non capiamo come si sia giunti a questa cifra», ha replicato la banca, ricordando che dalle prove condotte dall' Eba «non è emerso alcun fabbisogno di capitale per Deutsche Bank».

 

DRAGHI YELLEN CONTANTIDRAGHI YELLEN CONTANTI

La stima dello Zew sembra comunque destinata ad alimentare i sospetti sull' effettiva efficacia dei test europei. Se da un lato l' Eba non tiene conto dell' impatto negativo sui bilanci derivante dalla politica di tassi negativi decisi dalla Bce di Mario Draghi, da un altro punto di vista gira lo sguardo dall' altra parte sulle esposizioni in derivati (e qui Deutsche avrebbe qualche problemuccio, data un' esposizione lorda da 55mila miliardi) e sulle più recenti cifre di bilancio (-98% gli utili del gigante tedesco nell' ultima trimestrale).

 

Così, non è la sola Deutsche a uscire con le ossa rosse dopo essere passata sotto la lente dello Zew. Sono state infatti 51 le banche europee esaminate.

E il risultato è choccante: il fabbisogno di risorse fresche è di 123 miliardi, con i casi più problematici rappresentati, oltre che da Deutsche, dalle francesi Société Générale (13 miliardi) e Bnp Paribas (10 miliardi), la cui capitalizzazione di Borsa è, però, superiore al potenziale buco.

 

2. FINANCIAL TIMES: CON NO A REFERENDUM RISCHIO PER EUROZONA E BANCHE

 

da Huffingtonpost.it

 

renzi referendum costituzionalerenzi referendum costituzionale

Il Financial Times mette in guardia sulle possibili conseguenze di una vittoria del No al referendum costituzionale, evocando possibili rischi anche per l'intera Eurozona. "Il disgusto per l'establishment ha già portato a significativi avanzamenti del Movimento populista dei Cinque Stelle" e ad un atteggiamento "molto in equilibrio" degli elettori nei sondaggi sul referendum, ma "le conseguenze di un voto per il No sarebbero gravi.

 

La riforma costituzionale verrebbe come minimo ritardata, portando ad una situazione insostenibile in cui il nuovo sistema elettorale verrebbe applicato alla Camera ma non al Senato", scrive l'Ft.

the economist banche italiane in copertina italian jobthe economist banche italiane in copertina italian job

 

"Un governo tecnico non avrebbe efficacia. Se si tenessero elezioni anticipate sarebbe improbabile avere un nuovo governo con un mandato favorevole alle riforme". La vittima immediata e di lungo termine di questa situazione sarebbe la crescita" aggiunge, sottolineando in chiusura: "Un voto per il No potrebbe portare ad un colpo anche più grave alle prospettive dell'Eurozona, tanto politiche quanto economiche".

 

Per quanto riguarda in particolare il sistema creditizio, il quotidiano scrive: Il rischio che le banche italiane pongono sul resto dell'Eurozona "è reale, ma ne oscura uno più grande, che potrebbe far deragliare il futuro politico ed economico" dei paesi con la moneta unica.

 

L'analista di Ft, in un articolo dal titolo titolo "il diffuso dolore della saga delle banche italiane", osserva che alla base dei problemi del sistema bancario italiano "c'è la mancanza di crescita che affligge i paesi della valuta unica, che contribuisce ad un malessere che potrebbe privare Matteo Renzi della sua legittimità e con ciò la possibilità di portare avanti le riforme".

BANCHE BANCHE

 

Gordon ripercorre i passaggi che hanno portato alla creazione del fondo Atlante osservando che esso "può essere abbastanza per calmare il mercato per un po' ma non fornirà una soluzione di lungo termine". Il problema centrale sono i 360 miliardi di crediti deteriorati che "equivalgono ad un quinto del Pil".

 

BANCHE SALVATE, CONSUMATORE IN PIAZZA 9BANCHE SALVATE, CONSUMATORE IN PIAZZA 9

"Ma il problema non è solo italiano" scrive Ft specificando che secondo i dati del Centre for Economics Policy Research "nell'insieme della Ue, i non-performing loans alla fine del 2014 sono arrivati oltre il 9% del Pil europeo, pari a 1,2 trilioni di euro, più del doppio del livello del 2009".

 

 

 

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?