CHE BOTTA PER I BOT! - SONO STATI APPENA ASSEGNATI 5 MLD € IN TITOLI ANNUALI: RENDIMENTI AL 6%, RECORD DAL 1997 (MA POTEVA ANDARE PEGGIO) - IL TREMONTINO GRILLI SI ERA ACCORDATO CON LE BANCHE CHE DA SEMPRE COMPRANO IL NOSTRO DEBITO, PER POI RIVENDERLO SUL MERCATO. SOLO CHE ULTIMAMENTE LO RIVENDONO ALLA BCE, VISTO CHE IL MERCATO NON LO VUOLE - A BREVE VANNO RIFINANZIATI 440 MLD, E LA GERMANIA HA GIÀ DETTO CHE NON SE LI PUÒ ACCOLLARE TUTTI DRAGUCCIO DRAGHI: SE NON CALANO I RENDIMENTI, L’ITALIA FA CRAC…

1- BOT: ASSEGNATI ANNUALI PER 5 MLD AL 6,087%, DOMANDA A 10 MLD - RENDIMENTO OLTRE 6% PER LA PRIMA VOLTA DA OTTOBRE 1997
Radiocor
- Esito positivo per l'asta di BoT annuali. I Buoni annuali sono stati collocati per l'importo totale offerto dal Tesoro, pari a 5 miliardi di euro, a fronte di una domanda che ha sfiorato i 10 miliardi di euro (9,947 miliardi). Il rendimento si e' attestato al 6,087% lordo, in aumento di 2,517 punti rispetto all'asta precedente. Il BoT annuale torna oltre la soglia del 6% lordo per la prima volta dall'ottobre 1997. Il rendimento del titolo nel premercato alla chiusura di ieri, specifica Bankitalia, era pari al 7,65%.


2- UN PIANO PER METTERE AL SICURO LE ASTE DEL TESORO LA RETE DELLE BANCHE E IL RUOLO DI BANKITALIA

Federico Fubini per il "Corriere della Sera"

Nell'era dell'euro, pochi avrebbero pensato di doversi preparare con angoscia a un'asta di Bot a dodici mesi. Ma quando stamani il Tesoro emetterà Bot annuali fino a cinque miliardi, lo scenario apparirà paradossalmente meno imprevedibile rispetto anche a poche ore fa. Lunghe giornate di preparazione e contatti fra il Tesoro, la Banca d'Italia, la Banca centrale europea e gli istituti di credito, potrebbero far funzionare senza intoppi l'intera operazione. Almeno per ora.

Non che la parte più amara dell'appuntamento di questa mattina non sia evidente: anche solo a scadenze di un anno, la Repubblica italiana finirà per indebitarsi a costi decisamente insostenibili. Da ieri a metà giornata, il profilo dei rendimenti dei titoli di Stato si presenta come se avesse subito una mutazione patologica.

I titoli a un anno sono arrivati a rendere quasi l'8,5%, i biennali erano al 6,4%, il cinque anni al 7,7% e il decennale - quello su cui si concentra l'attenzione di molti - intorno al 7,4%. I tecnici definiscono questo fenomeno abnorme una «curva invertita», con la parte breve delle scadenze che rende più della parte lunga. Gli investitori chiedono una remunerazione più alta per investire a breve, perché è nell'immediato che temono di assistere a un «default» del debitore. Semplicemente, pretendono un premio maggiore per mettere in gioco il proprio denaro.

Succede quando il mercato crede seriamente che uno Stato possa non farcela a finanziarsi nel futuro prossimo. E l'Italia davanti a sé ha un calendario impegnativo: solo nel 2012, 440 miliardi di finanziamento che (in teoria) dovrebbe raccogliere sul mercato, di cui ben più di cento nei primi tre mesi dell'anno. A stime prudenti, da ora a marzo il Tesoro ha bisogno di circa 150 miliardi di euro per far fronte ai titoli in scadenza, coprire il fabbisogno e finanziare le spese ordinarie dello Stato. Eppure ormai gli acquisti di Btp sul mercato si sono rarefatti all'estremo.

È per questo che esplodono i rendimenti dei Bot e i tassi all'asta di oggi saranno comunque esosi. C'è però anche un raggio di luce in questo quadro di massima fragilità: tutto sembra pronto perché l'asta di questa mattina e quella per 6-7 miliardi di Btp a cinque e dieci anni in calendario lunedì, dovrebbero andare in porto. In base agli impegni presi alla vigilia delle operazioni, non dovrebbero restare titoli invenduti: uno scenario, quest'ultimo, che potrebbe provocare un avvitamento dell'intera situazione. Ma le garanzie offerte dalla cosiddette «banche specialiste» del Tesoro dovrebbero permettere di evitare il peggio.

Da anni il Tesoro lavora con un gruppo di circa venti banche, di cui 18 estere, con l'obiettivo di far funzionare al meglio le aste di titoli di Stato. Questi istituti «specialisti» si sono impegnati a comprare direttamente alle aste almeno due terzi dell'ammontare di debito emesso dall'Italia ogni anno. In realtà ne assorbono spesso circa il 99%, quindi lo rivendono in gran parte sul mercato. Il problema ora è assicurare la stessa copertura in tempi di emergenza, ed è qui che la rete dei contatti fra istituzioni può aver portato una (relativa) sicurezza.

Le banche specialiste hanno parlato a lungo con il Tesoro, sotto la guida di Vittorio Grilli e della responsabile della gestione del debito Maria Cannata. Dopo molti contatti anche con la Banca d'Italia, alcuni dei banchieri privati coinvolti hanno l'impressione che sull'intera operazione ora esista una garanzia implicita della Bce.

Nella City, in particolare, molti pensano che la parte di Bot e Btp che nessuna banca vuole comprare all'asta possa di fatto essere assorbita dall'Eurotower. In realtà per la Bce è illegale acquistare titoli di Stato all'emissione. Ma i banchieri «specialisti», che hanno discusso a lungo con le autorità coinvolte, pensano di poter rivendere subito a Francoforte la parte della carta italiana per la quale non hanno alcun appetito.

Probabile che, se è vera, nell'immediato questa strategia possa funzionare. Eppure nei prossimi mesi pieni di rifinanziamenti essa appare impraticabile, per più di una ragione. La pressione interna alla Bce per limitare gli acquisti di titoli italiani resta troppo elevata, anche per il rischio di deteriorare la qualità del bilancio della Banca centrale e subire un giorno forti perdite.

Ma soprattutto, a meno di svolte rapide, l'esplosione del costo del debito italiano non sembra affatto arrivata alla fine. Grecia, Irlanda e Portogallo insegnano che quando la curva dei rendimenti si inverte, i tassi e gli spread possono continuare a salire fino a livelli astronomici. E l'Italia ha bisogno di varie centinaia di miliardi nei prossimi mesi ma di fatto ha perso l'accesso al mercato.

Gli investitori, votando con il portafoglio, chiedono una svolta immediata per evitare un "default" che farebbe impallidire quello di Lehman. L'annuncio di dimissioni del governo di Silvio Berlusconi non è bastato. Il mercato aspetta la parte costruttiva della svolta, con un esecutivo fatto di personalità competenti e in grado di far passare in fretta riforme adeguate.

Sia Mario Monti che Giuliano Amato, i "tecnici" di cui si parla in queste ore per la successione a Berlusconi, offrono le garanzie necessarie. Solo un governo di questo tipo avrebbe la credibilità sufficiente per giustificare un maggiore sostegno dalla Bce, l'invio di una richiesta di aiuto (anche finanziario) al Fondo monetario internazionale e un altro al fondo salvataggi europeo.

Non c'è molta scelta. L'alternativa, purtroppo, è scritta nella curva patologica dei titoli di Stato.

 

MARIO DRAGHI BERLUSCONI-TREMONTIVITTORIO GRILLI ignazio visco Mario MontiTitoli di stato

Ultimi Dagoreport

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...