SILVIO BANANONI ALLA RESA DEI CONTI (IN BANCA) - I DIVIDENDI DELLE HOLDING FININVEST CROLLANO SOTTO I COLPI DELLA CRISI (E DELLA SENTENZA MONDADORI) TANTO CHE IL POMPETTA È STATO COSTRETTO PER LA PRIMA VOLTA AD ATTINGERE DALLE RISERVE PER RACIMOLARE QUALCHE MILIONE DI EURO PER IL CAFFÈ - SE MARINA FA LA CICALA E SPENDE TUTTO (5 MLN € DI DIVIDENDI ANNUI), ALLA FORMICHINA PIERSILVIO BASTA LO STIPENDIO MEDIASET E METTE DA PARTE NELLE CASSE DELLA SUA HOLDING 120 MLN €…

Franco Bechis per "Libero"

Silvio Berlusconi quest'anno dovrà farsi bastare 7 milioni di euro per le spese quotidiane. Sembrano una montagna di soldi, ma per lui si tratta di briciole alle quali negli ultimi de- cenni non era più abituato. Tutta colpa della crisi finanziaria, ma soprattutto della maxi- causa sul lodo Mondadori vinta da Carlo De Benedetti, che ha costretto la Fininvest a non distribuire nessun dividendo, lasciando a bocca asciutta gli azionisti.

Così i bilanci 2011 delle holding di controllo di Fininvest depositati ieri alla Camera di commercio di Milano (4 sono intestate al Cavaliere, una a testa ai figli Marina e Piersilvio e una ai tre figli di secondo letto, Eleonora, Barbara e Luigi), sono costretti a registrare il nuovo clima di austerity cui è costretta l'intera famiglia.

L'ex presidente del Consiglio era abituato a ben altro tenore di vita: l'anno scorso aveva percepito dalle quattro holding 127,5 milioni di euro in dividendi, e l'anno prima ancora 135,8 milioni di euro. Per arrivare ai circa 7 milioni di euro che dovranno bastare quest'anno (il bilancio della holding minore, la terza, non è ancora depositato), il Cavaliere ha dovuto attingere perfino alle riserve del patrimonio netto, perché gli utili non bastavano.

LA PRIMA VOLTA
Anzi, quest'anno per la prima volta una delle sue holding, la seconda, ha dovuto registrate il colore più inviso a Berlusconi negli affari come in politica: il rosso. Ha perso infatti 191.332,02 euro e per dare sostentamento al suo azionista ha dovuto prelevare dalle riserve storiche 2 milioni e 184 mila euro. La capienza c'era: sono distribuibili ancora su semplice richiesta altri 47,5 milioni di euro. L'anno orribile non ha riguardato solo l'ex presidente del Consiglio, ma tutta la sua famiglia.

Abbiamo raccontato l'altro giorno come i figli di secondo letto abbiano anche loro dovuto prelevare dalle riserve storiche della holding di loro proprietà quasi 13 milioni di euro, per assicurarsi quell'argent de poche da 5 milioni di euro a testa che evidentemente è loro necessario. Stessa decisione ha dovuto prendere la figlia primogenita, Marina, titolare della Holding italiana quarta. Il risultato di bilancio ha consentito un utile da 857.189,41 euro, insufficiente alle spese annuali.

Così sono stati prelevati dalla riserva storica 4,1 milioni per distribuire il dividendo anche a lei necessario di 5 milioni di euro. Comunque assai inferiore ai 12 milioni di dividendi ricevuti l'anno precedente. Chi invece si è perfettamente allineato all'anno della sobrietà è stato il figlio maschio di primo letto, Piersilvio. La sua Holding italiana quinta ha chiuso l'anno con un utile da 1,3 milioni di euro.

Il vicepresidente di Mediaset non ha voluto per sé nemmeno un centesimo, decidendo di fare la formichina e accantonare l'intera somma a riserva straordinaria della società per affrontare i tempi che non sembrano affatto rasserenarsi. A Piersilvio per vivere basta evidentemente lo stipendio Mediaset. La politica da formichina seguita in questi anni gli ha permesso di accantonare nel bilancio della società riserve immediatamente distribuibili per 120,8 milioni di euro.

La sorella Marina che con la holding controlla la stessa identica quota di Fininvest ha invece speso quasi sempre i dividendi percepiti, e in cassa può contare su riserve distribuibili assai inferiori: 46,9 milioni di euro. Quest'anno ha però incrementato gli investimenti in titoli di 5,9 milioni di euro "in gestione amministrata presso il Banco di Santander nonché depositati presso il Monte dei Paschi di Siena".

Quanto a papà Silvio nel 2011 sono rimasti sostanzialmente immutati i rapporti finanziari con la filiale italiana di Banca Arner, aumentati anzi del risultato positivo di gestione. Si riduce invece sensibilmente un altro rapporto storico: quello con il Monte dei Paschi di Siena. La sua Holding italiana prima aveva depositato su quel conto nel 2010 più di 39 milioni di euro, che ora si sono ridotti a 5,1 milioni. Con la holding seconda invece il Cavaliere ha investito 5 milioni di euro in azioni di società, ma non è specificato il portafoglio.

L'ANNO NERO
Pur nell'anno più nero della sua storia imprenditoriale Berlusconi ha scelto di destinare 280 mila euro in "liberalità": 70 mila euro per ogni holding posseduta. Secondo i bilanci si tratterebbe di versamenti a una onlus di cui si tace il nome. È assai probabile però che tanta generosità sia dovuta a cuore di papà. Il 2011 è stato infatti il primo anno di vera operatività della Fondazione Opsis onlus creata insieme a due amici coetanei dall'ultimogenito del cavaliere, Luigi. Se così fosse, in qualche modo i soldi resterebbero letteralmente in casa: la sede della onlus è infatti quella villa Borletti in via Rovani due che è stata la prima abitazione nota di Berlusconi.

 

famiglia berlusconiFamiglia Berlusconi Eleonora Piersilvio MArina Silvio BArbara Luigi SILVIO BERLUSCONIberlusconi silvio marina piersilvio MARINA BERLUSCONIPIERSILVIO BERLUSCONI

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…