olaf scholz germania recessione crisi

COME LA GERMANIA È DIVENTATA LA MALATA D’EUROPA – WOLFGANG MUNCHAU RIPERCORRE LE TAPPE DELLA CRISI TEDESCA: “DURANTE I DUE PRIMI DECENNI DEL SECOLO, IL PAESE HA SVILUPPATO UN’ECCESSIVA DIPENDENZA DAL GAS RUSSO. AL CONTEMPO, LA GERMANIA HA COMINCIATO A SMANTELLARE I SUOI IMPIANTI NUCLEARI. LA PERDITA SIMULTANEA DI ENTRAMBI HA SOTTRATTO ALL'ECONOMIA TEDESCA RISORSE INDISPENSABILI” – GLI INVESTIMENTI BLOCCATI DAL FRENO DEL DEBITO E IL DECLINO INARRESTABILE DELL’INDUSTRIA…

Estratto dell’articolo di Wolfgang Munchau per www.corriere.it

 

WOLFGANG MUNCHAU

A partire dagli anni Settanta del secolo scorso, tutti i cancellieri tedeschi sono stati rieletti almeno una seconda volta. Olaf Scholz, invece, passerà alla storia come il primo a essere bocciato dagli elettori dopo un unico mandato, destinato oltretutto a restare incompiuto. La sua coalizione a tre, tra il suo partito socialdemocratico SPD, i conservatori dell’FDP e i Verdi, si è scissa ai primi del mese per il mancato accordo sulle scelte di politica economica e le elezioni anticipate sono già state fissate per il prossimo febbraio.

 

La drammatica traiettoria dell’SPD dovrebbe servire da ammonimento ai laburisti britannici e agli altri partiti europei di centrosinistra. La vittoria di Scholz nel 2021 presenta non poche analogie con il trionfo elettorale di Keir Starmer.

 

boris pistorius olaf scholz

Dopo il lungo regno di Angela Merkel, durato sedici anni, i tedeschi aspiravano al cambiamento. Proprio come i laburisti, anche l’SPD aveva promesso maggiori investimenti nel settore pubblico.

 

In Germania, la fetta più considerevole dei fondi stanziati è stata convogliata nelle energie rinnovabili, ma ben presto si è capito che la normativa per il raggiungimento della neutralità climatica (zero emissioni) stava diventando un peso insostenibile per le aziende e i consumatori.

 

Il primo forte contraccolpo è arrivato con le nuove disposizioni per il riscaldamento domestico, che hanno costretto i proprietari di case a sostituire le caldaie a gas con le costose pompe di calore, facendo crollare i prezzi dell’immobiliare in alcune regioni del paese.

 

olaf scholz angela merkel

La coalizione di Scholz ha appoggiato con entusiasmo l’agenda verde dell’Unione europea, che ha fissato target stringenti di CO2 per l’industria automobilistica, stabilito la scadenza del 2035 per la fine della produzione di vetture a combustione interna, varato la legge sul ripristino delle aree naturali (costringendo gli agricoltori a rinunciare a ettari di proprietà a tale scopo), e oggi propone una nuova iniziativa, anch’essa assai contestata, per combattere la deforestazione.

 

vladimir putin angela merkel

Assieme alla legislazione sulla responsabilità d’impresa delle grandi piattaforme sociali, tutte queste normative hanno fatto lievitare considerevolmente i costi della burocrazia per le aziende. La contestazione dell’elettorato nei confronti di Scholz e dei Verdi rappresenta la prima ribellione popolare contro gli obiettivi ambientali voluti dall’Europa. E non sarà l’ultima.

 

Tutta una serie di errori di valutazione in materia di politica energetica ha svolto un ruolo determinante nell’accelerare il collasso del governo in Germania. Durante i due primi decenni del secolo, il paese ha sviluppato un’eccessiva dipendenza dal gas russo. L’SPD è stato il partito politico che ha investito più di tutti gli altri nelle relazioni ravvicinate con la Russia.

 

Al contempo, la Germania ha cominciato a smantellare i suoi impianti nucleari, i quali, pur rappresentando una tecnologia di punta della scienza tedesca, generavano una crescente sfiducia tra la popolazione.

 

angela merkel olaf scholz

La perdita simultanea del gas russo e dell’energia nucleare ha sottratto all'economia tedesca le risorse indispensabili allo sviluppo dell’IA. Solo l’anno scorso, Scholz annunciava che gli investimenti nella transizione verde avrebbero portato il paese a livelli di crescita pari a quelli raggiunti durante gli anni Cinquanta e Sessanta, l’epoca del miracolo economico. I politici tedeschi hanno creduto sul serio alla favola di poter attingere a fonti inesauribili di energia rinnovabile a basso costo, allorchè la realtà economica non poteva essere più diversa.

 

nord stream

Quando questo autunno Christian Lindner, ministro delle finanze e capo dell’FDP, ha chiesto un’inversione di rotta in politica economica, la coalizione si è trovata sull’orlo della rottura. Per impedirgli di dimettersi, Scholz ha deciso di licenziarlo e dichiarare lui stesso la fine della coalizione. Ma ha scelto il momento peggiore per farlo. Difatti, il suo annuncio è giunto nel giorno della vittoria di Donald Trump nelle elezioni americane: non è stata certo l’occasione più propizia per aprire la crisi politica nel più grande paese dell’Unione europea.

 

[…]  Il peggio deve ancora venire. La stampa tedesca ha avviato una campagna martellante per spingere l’SPD a sostituire Scholz con Boris Pistorius, il popolare ministro della difesa, proponendolo come candidato alla cancelleria nelle prossime elezioni. Vecchi dirigenti del partito hanno detto la loro, alcuni a favore di Scholz, altri schierati con Pistorius. Ma proprio nel momento in cui sembrava imminente un colpo di stato contro Scholz, ecco che Pistorius ha respinto la candidatura. L’intera vicenda tuttavia ha indebolito Scholz, e con lui il suo partito.

scholz lindner

 

La saga peraltro non accenna ancora a concludersi. Se Scholz è stato un mediocre cancelliere, le sue capacità in campagna elettorale non sono affatto da sottovalutare. La cautela finora dimostrata nel rifornire di armi l’Ucraina trova consensi tra buona parte degli elettori.

 

[…]  A prescindere dai risultati, l’SPD potrebbe tornare al governo come partner minoritario di una coalizione, come lo era sotto Merkel. È quanto prevede la complessa aritmetica del sistema elettorale proporzionale. E poiché tutti i partiti tedeschi di centro hanno alzato barricate politiche contro la minaccia dell’estrema destra, rappresentata dall’AfD, si sono messi in una posizione in cui è possibile governare solo stringendo alleanze.

 

angela merkel vladimir putin

Secondo gli ultimi sondaggi, il prossimo cancelliere sarà probabilmente Friedrich Merz, capo del CDU. Per governare, tuttavia, anche lui dovrà formare una coalizione, molto probabilmente con l’SPD o con i Verdi. Non credo che l’SPD punti alla vittoria, ma quasi sicuramente a un secondo posto. E poi?

 

Una nuova grande coalizione non sarà più maneggevole di quella che è appena fallita, e Merz si ritroverà ad affrontare i medesimi problemi di Scholz.

 

PUTIN COPRE LA MERKEL AL PARTY G AL PALAZZO COSTANTINO DI SAN PIETROBURGO

Nel frattempo, prosegue inarrestabile il declino dell’industria tedesca. Una settimana dopo l’altra, non si parla che di licenziamenti e chiusure nell’industria automobilistica e nella sua filiera. È la conseguenza inevitabile per un paese rimasto aggrappato a una tecnologia antiquata, nel momento in cui è chiamato a confrontarsi con l’economia a zero emissioni nel turbine dei conflitti geopolitici in atto.

 

Il sociologo tedesco Ralf Dahrendorf, naturalizzato britannico, aveva definito il ventesimo come il secolo della socialdemocrazia, che tuttavia non si è chiuso con la fine della Guerra fredda. In Germania, si direbbe che è andato ai tempi supplementari. Ma il suo destino è ormai segnato.

angela merkel CHRISTIAN LINDNER AL CONGRESSO DI FDP fabio panetta christian lindner giancarlo giorgetti g7 economia stresa

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?