messina massiah

OPS CHE VIRUS - IL CROLLO DI BORSA SCATENATO DAL CORONAVIRUS CAMBIA LE CARTE IN TAVOLA DELL'OFFERTA PUBBLICA DI SCAMBIO (OPS) LANCIATA DA INTESA SU UBI: ESSENDO TUTTA IN AZIONI, DOPO UNA SETTIMANA DI CALI L'OPERAZIONE VALE MEZZO MILIARDO IN MENO - NON SOLO: SLITTA ANCORA LA RIUNIONE DEL ''SINDACATO AZIONISTI UBI'' (IN CUI C'È PURE BAZOLI), DECISIVA PER CAPIRE SE INTESA ARRIVERÀ AL 66,6% DI ADESIONI CHE SI ERA PREFISSATA

Carlotta Scozzari per https://it.businessinsider.com/

 

 

 

Bazoli e Victor Massiah

Il crollo di Borsa legato all’emergenza coronavirus cambia le carte in tavola dell’offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata la sera del 17 febbraio da Intesa Sanpaolo sulle azioni Ubi Banca. Nel dettaglio, il gruppo guidato di Carlo Messina aveva messo sul piatto 17 azioni ordinarie Intesa per ogni dieci titoli Ubi. Una proposta che, sulla base dei prezzi di Piazza Affari di venerdì 14 febbraio, attribuiva a ogni singola azione del gruppo di Bergamo e Brescia un valore di 4,254 euro, con un premio del 27% sulle quotazioni di mercato e per una valorizzazione complessiva della banca guidata da Victor Massiah di 4,86 miliardi.

 

carlo messina giovanni bazoli

Ma ora la tempesta di vendite che si è abbattuta sulle Borse ha modificato non poco questi numeri. Sulla base delle chiusure di venerdì 28 febbraio, offrire 17 titoli Intesa per ogni dieci di Ubi significa infatti attribuire a ciascuna azione del gruppo guidato da Massiah 3,74 euro, per un valore totale di Ubi di 4,28 miliardi di euro. In altri termini, Intesa pagherà meno. Nel frattempo, anche i titoli Ubi sul mercato hanno subito un forte contraccolpo: la chiusura di venerdì è stata a quota 3,717 euro, quando nel primo giorno di Borsa utile dopo il lancio dell’Ops di Intesa erano arrivati a valere 4,31 euro. Un prezzo di 3,717 euro per ogni azione Ubi implica comunque che l’offerta di Intesa è a leggero premio.

 

Avere cambiato i numeri dell’offerta non è l’unico effetto prodotto dall’emergenza coronavirus. Lunedì 24 febbraio, infatti, la riunione prevista del “Sindacato azionisti Ubi” che avrebbe dovuto esprimersi sull’offerta di Intesa è slittata a data ancora da stabilire “in ottemperanza alle disposizioni del Ministero della Salute e della Regione Lombardia”, vale a dire alle misure prese per contrastare la diffusione del coronavirus.

MASSIAH LETIZIA MORATTI

 

Si trattava di una riunione particolarmente importante perché di quel patto di sindacato fanno parte alcune importanti famiglie bresciane, tra cui quella dell’ex presidente (oggi presidente emerito) di Intesa, Giovanni Bazoli, che negli anni passati aveva rappresentato la figura tramite della banca milanese con Ubi. Se il Sindacato azionisti Ubi, che assemblea l’8,37% del capitale della banca di Bergamo e Brescia, dovesse esprimersi contro l’offerta di Intesa, le cose per quest’ultima potrebbero mettersi male.

 

E questo perché a schierarsi contro l’Ops di Intesa, definita “ostile” e “inaccettabile”, sono già stati i soci riuniti nel cosiddetto Patto Car, che proprio negli ultimi tempi è cresciuto al 18,174% con l’ingresso di Cattolica Assicurazioni e che potrebbe essere arrivato anche al 18,8% considerato il recente arrotondamento della quota da parte di due suoi componenti, la Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo e Radici Partecipazioni. A rifiutare la proposta di Intesa era stato anche il Patto dei Mille, che riunisce l’1,6% di Ubi.

CATTOLICA ASSICURAZIONE

 

In attesa di capire come si schiererà il patto bresciano di Bazoli e soci, occorre ricordare che Intesa aveva subordinato l’efficacia dell’offerta al raggiungimento di almeno il 66,67% del capitale di Ubi, condizione che potrà essere derogata nel caso in cui comunque il gruppo guidato da Messina arrivi al 50% più un’azione dell’istituto capitanato da Massiah. Maggiori informazioni si avranno dal documento di offerta che Intesa intende depositare il 7 marzo.

 

Senza dubbio finora Messina ha incontrato un muro di ostilità, a cominciare da quello eretto dalla stessa Ubi e da Massiah. Se poi addirittura anche Bazoli dovesse rifiutare la proposta si tratterebbe di un segnale politico molto forte perché significherebbe la sconfessione dell’operato di Messina, almeno in questo frangente, da parte di colui che Intesa l’ha praticamente creata.

 

 

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...