maria elena boschi etruria banca

ETRURIA È IMMOBILE! UNO DEI FILONI DELL’INCHIESTA SULLA BANCA DI AREZZO RIGUARDA OPERAZIONI IMMOBILIARI “A PERDERE”, CON PALAZZI SVENDUTI E POI RICOMPRATI A PREZZI ESORBITANTI - IL SOSPETTO DELLE CONSULENZE AI PRESTANOME - CON IL 2016 ARRIVANO NUOVI INDAGATI?

Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

 

fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria  9fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria 9

Palazzi svenduti e poi ricomprati o affittati a prezzi esorbitanti. Operazioni immobiliari "a perdere" che hanno di fatto contribuito a svuotare le casse. C' è un capitolo dell' inchiesta sul dissesto di Banca Etruria diventato uno dei "cardini" delle contestazioni degli ispettori di Bankitalia.

 

Perché dimostra, come è denunciato nella relazione che nel febbraio dispone il commissariamento del Cda guidato dal presidente Lorenzo Rosi e dai due vice Alfredo Berni e Pierluigi Boschi, padre del ministro per le Riforme Maria Elena, che «non è stato adeguatamente promosso lo sviluppo delle attività di controllo». E soprattutto l' esistenza di «profili di anomalia» per la cessione degli stabili ritenuti gioielli preziosi rispetto alla stabilità patrimoniale.

fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria  6fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria 6

 

LE FINTE CONSULENZE

Subito dopo la pausa natalizia i due fronti d' inchiesta - quello di Arezzo sulla situazione patrimoniale e quello di Civitavecchia sulla vendita delle obbligazioni ai piccoli risparmiatori - potrebbero essere segnati da importanti sviluppi con nuove iscrizioni nel registro degli indagati. Anche tenendo conto che le verifiche sono ormai a tutto campo e spaziano fino all'affidamento degli incarichi esterni a professionisti che - questo è emerso dai primi controlli - potrebbero essere stati una sorta di "prestanome" di chi governava l' istituto di credito.

 

PROTESTE CONTRO BANCA ETRURIA  PROTESTE CONTRO BANCA ETRURIA

Al magistrato è stata consegnata l' analisi del "Servizio Program e cost management" compilata a gennaio scorso sulle consulenze assegnate nel 2014 «in particolare quella strategica affidata alla società "Bain" per un milione e centomila euro e quella per il supporto delle attività commerciali e culturali della Direzione generale concessa alla "mosaico" per 235 mila euro». Sarà la Guardia di finanza a dover stabilire chi siano i reali beneficiari dei compensi. E si occuperà anche degli immobili.

 

LE SEDI DI FIRENZE

Nell' ottobre del 2013, annotano gli ispettori «viene conclusa un' operazione da 29 milioni di euro con la quale Etruria delibera la riacquisizione degli immobili di Firenze dove sono ubicate la Direzione generale e le filiali 1 e 2 della "controllata" Banca Federico Del Vecchio a cui detti cespiti sono stati concessi in leasing immobiliare».

PROTESTE CONTRO BANCA ETRURIAPROTESTE CONTRO BANCA ETRURIA

 

Il giudizio dei funzionari della Vigilanza stigmatizza «le scarne motivazioni a supporto dell' opportunità del riacquisto, incentrate sui "risparmi" a livello di gruppo (quantificati in tre milioni di euro) che sarebbero stati conseguiti con il leasing rispetto al canone di locazione. Non è fatta invece menzione delle spese via via sostenute per le consulenze, stimate in 625 mila euro, né sono state adeguatamente approfondite le ricadute prospettiche dell' operazione, in particolare sulla liquidità». Ed evidenzia come si sia «rinunciato a incamerare il deposito cauzionale di un milione di euro della società "Cupido" che inizialmente era interessata all' acquisto».

PROTESTE CONTRO BANCA ETRURIAPROTESTE CONTRO BANCA ETRURIA

 

IL PALAZZO DELLA FONTE

È la stessa modalità utilizzata, secondo l' accusa, per l' operazione a dismissione di Palazzo della Fonte. Finora era emerso il risultato dell' indagine per ostacolo alla Vigilanza - che coinvolge l' ex presidente del Cda Giuseppe Fornasari, l' ex direttore generale Luca Bronchi e il manager David Canestri - per la quale potrebbe essere imminente la richiesta di rinvio a giudizio da parte del procuratore di Arezzo Roberto Rossi.

 

La relazione di Bankitalia sulla terza ispezione effettuata tra il 14 novembre 2014 e il 27 febbraio 2015, sottolinea altre "criticità" che vengono adesso contestate. In particolare denuncia «la mancata messa a reddito di tutte le porzioni di Palazzo della Fonte, recentemente ristrutturato.

 

banca etruriabanca etruria

L' immobile - come risulta da un verbale del Cda del 24 aprile 2014 - è stato invece concesso in comodato d' uso gratuito trentennale alla "Fondazione Ivan Bruschi", di cui Banca Etruria è amministratore unico dal 22 gennaio 1997 - prevedendo anche l' accollo di tutte le spese ordinarie e straordinarie».

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…