autostrade roberto tomasi paola de micheli giuseppe conte ponte morandi

DOPO IL CROLLO DEL PONTE, LO TSUNAMI DELLE CAUSE CIVILI - ENNESIMA LETTERA DI ATLANTIA AL GOVERNO: O SI SBLOCCA IL PIANO ECONOMICO O SALTANO GLI INVESTIMENTI SULLA RETE AUTOSTRADALE. UN CONTO DI GARANZIA PER SUPERARE LA MANLEVA SUL CONTENZIOSO CHE TOCCHERÀ RISOLVERE AI NUOVI ACQUIRENTI - RESIDENTI E IMPRESE DANNEGGIATI DAL DISASTRO DEL MORANDI SONO PRONTI A CHIEDERE INDENNIZZI DA CAPOGIRO

 

 

1. ULTIMA MEDIAZIONE A PALAZZO CHIGI CONGELARE I FONDI DEL RISARCIMENTO

Ilario Lombardo per ''La Stampa''

 

luciano benetton

Ogni volta che il governo annuncia la revoca della concessione, la trattativa su Autostrade riprende un millimetro prima dello strapiombo definitivo. E anche stavolta potrebbe finire così. Domani arriverà una nuova lettera di Atlantia, in risposta al governo, in cui la società che fa capo ai Benetton porrà nuove condizioni ma lascerà ampi margini di dialogo sull'accordo d'acquisto saltato con Cassa depositi e prestiti.

 

Nel frattempo, in queste ore, l'esecutivo sta preparando un'ulteriore offerta di mediazione per sottrarre alla holding che controlla Autostrade per l'Italia l'argomento della manleva, la garanzia che il futuro acquirente di Aspi non erediterà le responsabilità civili sui danni indiretti derivanti dalla caduta del ponte Morandi a Genova, danni che oggi sono impossibili da calcolare. Ufficialmente il motivo dello stallo è questo, perché Atlantia non vuole concedere la manleva a Cdp. Secondo una fonte di governo si tratterebbe «solo di un alibi» che l'esecutivo intende sgonfiare attraverso una possibile opzione di compromesso.

 

Anzi due. Ci stanno lavorando a Palazzo Chigi, ma nascerebbe su spinta di tecnici e sottosegretari di M5S e Pd. La prima opzione prevede di tenere da parte una quota della società, poco rilevante in modo da non lasciare diritti di governance ai Benetton, che verrebbe venduta in un secondo momento, tra quattro-cinque anni, quando realisticamente si potranno quantificare i danni. La seconda ha una logica simile: si crea un conto di garanzia, si congelano i soldi e si svincolano a determinate condizioni passati un tot di anni, quando si conoscerà l'entità dei danni. A 48 ore dalla scadenza dell'ultimo ultimatum del governo, non si vedono molte alternative all'orizzonte per superare la guerra di lettere e ricatti incrociati, un pantano fatto di accordi stracciati, cavilli ricercati e sofismi da cultori di diritto amministrativo.

PAOLA DE MICHELI GIUSEPPE CONTE

 

«Se Atlantia non rispetta i patti sarà revoca» fa sapere il premier-avvocato Giuseppe Conte. Lo stesso dice la ministra dei Trasporti Paola De Micheli, rispolverando una parola che sembrava accantonata dopo gli accordi di luglio e che lei stessa non aveva mai pronunciato con troppa convinzione. Anche perché Atlantia ha affinato la sua strategia, è partita alla controffensiva rivendicando la libertà del mercato e le sue regole e ora gioca sulle incongruenze rilevate nella lettera inviata dal Mit il 2 settembre. Lettera che vincola la chiusura della procedura di revoca non a eventuali inadempimenti sottintesi al contratto di concessione ma alla vendita di Autostrade a Cdp. Un atto transattivo che secondo la holding mette nero su bianco «un esproprio di Stato».

 

In realtà dietro l'apparente irriducibilità delle posizioni si agitano timori da entrambi le parti e una voglia nemmeno tanto nascosta di trovare un modo per uscire dall'impasse e chiudere la trattativa. Sia nel governo sia dentro Atlantia, al di là delle accuse e recriminazioni, si ha la consapevolezza che il fallimento del negoziato porterebbe solo dolori. Al governo, che si infilerebbe ino un contenzioso infinito e che potenzialmente potrebbe valere miliardi di risarcimento. E alla società, che teme gli effetti in Borsa già da oggi e che prima ancora di essere terrorizzata dall'idea che l'esecutivo possa procedere con un decreto, deve tener conto degli azionisti finiti in un limbo di incertezze.

 

Un'altra lettera arriverà domani, alla vigilia della scadenza fissata dal governo e da Cdp. La stanno preparando gli uffici di Atlantia e sarà definita nel consiglio di amministrazione già programmato. È una risposta alla lettera del 24 settembre, firmata dai capi di gabinetto dei ministeri dei Trasporti e del Tesoro, e dal segretario generale della Presidenza del Consiglio Roberto Chieppa, che ribadiva il punto contenuto nella missiva precedente, del 2 settembre, spedita dal Mit e al centro delle contestazioni da parte dei legali della società.

giuseppe conte paola de micheli ponte genova

 

Nel ribadire la propria tesi contro le presunte violazioni del libero mercato, Atlantia esorterà il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ad accelerare l'approvazione del Pef, il piano economico e finanziario, che è l'altra leva che il governo sta di fatto utilizzando per indebolire la controparte nella trattativa.

 

Senza il piano, stilato secondo il nuovo modello tariffario, il valore dell'azienda resta virtuale e impalpabile, tanto più se nel frattempo non si trova una soluzione sulla manleva. In ballo ci sono investimenti e cantieri pronti a partire, come la Gronda di Genova e il passante di Bologna. Sbloccare il Piano economico-finanziario, sembra di intuire dalle interlocuzioni con Atlantia, sarebbe un passo in avanti. Ma tocca al governo capire se fidarsi oppure no.

 

 

2. RESIDENTI E IMPRESE PRONTI A CHIEDERE INDENNIZZI - IL RISCHIO DI UNO TSUNAMI DI CAUSE CIVILI SPAVENTA LE PARTI

Roberto Sculli per ''La Stampa''

 

Giuseppe Conte Fabrizio Palermo

Tutto è iniziato a Genova ed è per Genova che tutto rischia di finire: c'è uno tsunami di cause civili che si profila all'orizzonte una volta che il processo penale per il crollo del ponte Morandi sarà definito. Una slavina di proporzioni incalcolabili, alimentata dalle istanze di una platea in potenza vastissima - ossia chiunque sia stato danneggiato dal disastro - che Cdp non vuol rischiare di sobbarcarsi. Lo stesso fardello che, dall'altro lato, Autostrade per l'Italia e la holding Atlantia non vogliono sostenere in solitaria, come vorrebbe la controparte.

 

I timori sono ben fondati e non a caso la richiesta di manleva dello Stato e poi del socio pubblico dalle conseguenze del disastro del 14 agosto 2018, costato la vita a 43 persone e danni economici enormi alla città di Genova e all'intero sistema logistico industriale del nord ovest, aleggia da diverso tempo. Accarezzata dal Governo e rifuggita, invece, dalla concessionaria, che ribadisce di non aver mai dato un'apertura sul punto. L'intesa di massima raggiunta a metà luglio su cui il Governo aveva dato via libera, secondo la società, non prevedeva alcuna conditio su questo fronte. E non sarebbe giustificato porla ora.

 

Per inquadrare i timori di Cdp, che alla luce dell'esperienza vorrebbe uno "scudo" anche per eventuali risarcimenti futuri connessi all'esercizio della rete, va osservato l'andamento del procedimento penale istruito dalla Procura di Genova. A luglio è iniziato il secondo incidente probatorio e questo vuol dire che per il processo si dovrà attendere. L'indagine è complessa, ma alcuni punti fermi sono delineati.

 

roberto tomasi autostrade per l'italia

E, tra questi, il ventaglio dei possibili responsabili: in prima linea ci sono i tecnici di Autostrade e della controllata Spea, incaricata delle ispezioni al viadotto, ma un ampio nucleo di indagati - in tutto 71 - appartiene al ministero dei Trasporti e al Provveditorato alle opere pubbliche, che del Mit è un'emanazione locale. In sostanza lo Stato, sotto la minaccia della revoca, ha tentato di inserire anche l'impunità per se stesso e i propri dirigenti e funzionari.

 

Non per eventuali responsabilità penali - impraticabile, ovviamente - quanto per potenziali conseguenze civili, quindi economiche, a carico dei dipendenti e degli enti pubblici interessati. Questa prospettiva conta e influenza le mosse dello Stato. Tuttavia il profilo per Cdp è anzitutto di tutela dei conti societari.

 

Che dopo la fine del processo penale si apra un vastissimo contenzioso in sede civile è infatti più che probabile. E i soggetti che potrebbero chiedere i danni, facendo lievitare il monte dei risarcimenti, sono tantissimi: dagli abitanti, sfollati in primis, fino a un'infinità di categorie economiche, senza dimenticare tutte le imprese che hanno visto calare il proprio fatturato a causa del crollo della A10.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO