luigi. lovaglio francesco gaetano caltagirone milleri giorgetti mps monte dei paschi

DOPO NAGEL, CHI COMANDERA' IN MEDIOBANCA: LOVAGLIO (MPS) O CALTAGIRONE? – ENTRO IL 3 OTTOBRE MPS POTRÀ PRESENTARE LA LISTA DI 15 NOMI PER IL NUOVO CDA CHE VERRÀ ELETTO IL 28 OTTOBRE – GIÀ ARRIVATI I PRIMI “NO” ECCELLENTI: DA VITTORIO GRILLI (JP MORGAN) A MAURO MICCILLO (IMI) E MARCO MORELLI (AXA AM) - NON SARA' FACILE TROVARE UN NOME DI PRIMO PIAMO DISPOSTO A SOTTOMETTERSI AGLI ORDINI DI LOVAGLIO E DEGLI “AZIONISTI DI RIFERIMENTO” DI MPS: GIORGETTI, CALTAGIRONE E MILLERI - DUELLO DI POTERE TRA L'82ENNE CALTA E IL 70ENNE LOVAGLIO: IL CEO DI MPS, IN SCADENZA AD APRILE 2026, VUOLE GARANZIE PER LA RICONFERMA DAL "BURATTINAIO"  ROMANO...

Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per “la Repubblica”

 

ALBERTO NAGEL

Si apre una nuova fase per Mediobanca controllata dal Monte dei Paschi di Siena con una quota che, dopo la riapertura dei termini, potrebbe spianare la strada alla fusione e all'uscita da Piazza Affari.

 

La scadenza più ravvicinata è quella del 3 ottobre, data entro la quale Mps potrà presentare la lista di 15 nomi per il nuovo cda che verrà eletto dall'assemblea del 28 ottobre, insieme all'approvazione del bilancio da parte del cda dimissionario.

 

LUIGI LOVAGLIO - FOTO LAPRESSE

Le indiscrezioni delle ultime ore danno l'ad del Monte, Luigi Lovaglio, al lavoro su questo tema sentendo anche i suoi azionisti principali, che sono il Mef (ancora azionista con l'11,7%), la Delfin (con il 9,9%) e Francesco Gaetano Caltagirone (con un altro 9,9%).

 

La preparazione della lista per il nuovo cda di Mediobanca, con la prospettiva di una fusione con Mps e di una uscita da Piazza Affari, presenta comunque delle complessità non facili da sciogliere. Nessun nome, al momento, tra quelli circolati sulla stampa nei giorni scorsi, da Vittorio Grilli (Jp Morgan), a Mauro Miccillo (Imi) o Marco Morelli (Axa Am), pare essere confermato. L'esigenza principale resta quella di trovare un presidente e un ad per sostituire Renato Pagliaro e Alberto Nagel.

 

Lovaglio, Nagel, Caltagirone, Milleri

La difficoltà principale, nel trovare manager o banchieri disposti ad assumersi questi incarichi, sta nel fatto che la loro autonomia sarà comunque limitata dal fatto di avere un azionista di riferimento con una larga maggioranza, che sicuramente detterà la linea. Ma allo stesso tempo c'è la necessità di inserire in Mediobanca figure apicali di spicco che riescano a tenere insieme il gruppo di persone che nel 2024-2025 ha portato più di un miliardo di utile netto.

 

Sia la divisione del Corporate investment banking (Cib), sia quella del Wealth management (Wm) di Mediobanca sono formate da professionisti di alto livello che in questo momento hanno bisogno di essere rassicurati, sia sotto il profilo del business futuro, sia sotto quello della remunerazione. Altrimenti potrebbero scegliere di intraprendere altre strade, visto che comunque la banca ha assicurato loro la monetizzazione di tutti i bonus e i compensi in azioni maturati sinora. [...]

 

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE

Il presidente del Comitato remunerazioni, Vittorio Pignatti Morano, ha ben presente la situazione interna che riguarda 6700 persone che formano il gruppo di Piazzetta Cuccia e potrebbe essere un anello di congiunzione nella delicata fase di transizione.

 

In ogni caso Lovaglio potrà contare sui due consiglieri eletti con la lista Delfin nell'ottobre 2023, Sandro Panizza e Sabrina Pucci, che con molta probabilità faranno parte del nuovo board.

 

Ma comunque bisognerà trovare, oltre al presidente e all'ad, altri 11 consiglieri a meno di non voler cambiare il numero dei membri del consiglio attualmente pari a 15.

 

vittorio grilli

Tutte le principali società di cacciatori di teste si sono già messe all'opera per la ricerca dei candidati anche se al momento non sembrano esserci mandati formalizzati da parte di Lovaglio.

 

Il quale potrebbe pescare la carta di un banchiere di levatura internazionale con la voglia di rientrare in Italia anche grazie ai noti benefici fiscali che la legge attualmente assicura. Il tutto dovrà comunque passare attraverso una procedura trasparente che coinvolga il comitato nomine di Mps.

MARCO MORELLIALBERTO NAGEL

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...