palenzona nicastro montezemolo ghizzoni

DRAGHI SPAZZERÀ VIA I BANCHIERI ''POLITICI''? - SI AVVIA AL TRAMONTO L'ERA DEI BAZOLI E DEI MONTEZEMOLO, DEI MUSSARI E DEI BOSCHI: MANAGER PER MANCANZA DI ESPERIENZA FINANZIARIA MA PIENI DI LEGAMI DI POTERE - UNA DIRETTIVA IMPONE REQUISITI DI PROFESSIONALITÀ: MENO VIGNAIOLI ALLA ZONIN, PIÙ BANCHIERI DI CARRIERA COME MESSINA

 

Francesco Bonazzi per il “Fatto Quotidiano

 

ghizzoni palenzona ghizzoni palenzona

Il banchiere John Pierpont Morgan amava ripetere che "Generalmente una persona ha due ragioni per fare una cosa. Una delle due sembra quella vera, e l' altra lo è". Parole che valgono anche per Mario Draghi , il presidente della Bce che sta cambiando senza squilli il dna dei banchieri italiani.

 

victor massiahvictor massiah

Al timone avremo sempre più i Carlo Messina (ad Intesa), i Victor Massiah (ad Ubi Banca) e i Giuseppe Castagna (ad Bpm), mentre i presidentissimi e i vice presidentissimi torneranno al loro posto. Scompariranno, nel bene e nel male, i Giovanni Bazoli (Intesa), i Giuseppe Guzzetti (Fondazione Cariplo), i Gianni Zonin (ex Popolare di Vicenza), i Luca Cordero di Montezemolo (Unicredit), i Fabrizio Palenzona (Unicredit) e i Luigi Abete (Bnl-Paribas).

 

Tutta gente dal curriculum molto "politico", abituata a comandare sulle rispettive banche ben oltre le deleghe formali, ma che nella nuova era, in cui conti solo se hai i titoli formali per parlare con la Bce e con Mario Draghi, si troverà in fuorigioco.

 

Lo strumento decisivo di questo cambio di regime è una direttiva Ue che in gergo bancario ha un nome da suv coreano, CRD IV . Si tratta della numero 36 del 2013 in tema di corporate governance, "recepita" e ampliata da Via Nazionale con la circolare 285 del 17 dicembre 2013.

CARLO MESSINA GIOVANNI BAZOLICARLO MESSINA GIOVANNI BAZOLI

 

La CRD IV prevede che "nel nominare i membri dell' organo di gestione, gli azionisti o i soci di un ente dovrebbero valutare se il candidato disponga delle conoscenze, delle qualifiche e delle competenze necessarie per garantire una corretta e prudente gestione dell' ente" (articolo 59).

 

Bankitalia completa il concetto così: i consiglieri devono essere "dotati di professionalità adeguate al ruolo da ricoprire, anche in eventuali comitati interni al consiglio, e calibrate in relazione alle caratteristiche operative e dimensionali della banca (sezione IV , articolo 1).

 

Il punto chiave delle nuove norme è che ora l' Europa non si limita a chiedere generici requisiti di "onorabilità e professionalità", ma pretende persone di provata competenza bancaria e finanziaria. Insomma, d' ora in poi, per i grandi fondi stranieri come per le fondazioni, piazzare nei cda personaggi alla Giuseppe Mussari , l' ex presidente del Monte dei Paschi di Siena che di professione faceva il penalista ed è finito sotto processo per aver quasi distrutto la banca che gli avevano affidato, sarà sostanzialmente impossibile.

ghizzoni montezemolo   ghizzoni montezemolo

 

E ora veniamo ai casi concreti. Il presidente di Intesa, l' avvocato bresciano Giovanni Bazoli, è al passo d' addio dopo una carriera quarantennale.

 

Ha sempre avuto un potere enormemente superiore alle deleghe: per fare qualche esempio sparso si è "mangiato" due ad come Corrado Passera ed Enrico Cucchiani e nomina da anni il direttore del Corriere della Sera, dopo aver sempre in qualche modo concorso alla scelta del leader del centrosinistra. Per la sua successione, ad aprile, vorrebbe l' ex ministro Fabrizio Saccomanni , ex dg anche di Bankitalia e legatissimo a Draghi. Un motivo, quest' ultimo, per cui il management della banca guidato da Messina preferirebbe Gian Maria Gros Pietro , che il rapporto diretto con il capo della Bce non ce l' ha.

Giuseppe Mussari Giuseppe Mussari

 

In Unicredit, il capo azienda è un traballante Federico Ghizzoni . Il presidente "di campanello" è Enrico Vita , solido curriculum assicurativo, ma i due vicepresidenti che contano sono Luca Cordero di Montezemolo e Fabrizio Palenzona. L' ex presidente della Ferrari, indicato dai soci arabi, almeno non si atteggia a banchiere, ma non ne ha minimamente il curriculum. Il secondo, detto "il camionista" perché proviene dal mondo dell' autotrasporto, è un ex amministratore locale della Dc alessandrina che ha scalato il mondo della finanza venendo dalle autostrade e dagli aeroporti, dei quali è sommo lobbista.

 

GIUSEPPE MUSSARI E MARIO DRAGHI jpegGIUSEPPE MUSSARI E MARIO DRAGHI jpeg

Al Banco Popolare, prossimo sposo della Bpm, c' è da anni un presidente come il conte Carlo Fratta Pasini , avvocato e proprietario terriero, padre-padrone della componente veronese. Non è un caso che il presidente del comitato esecutivo della nuova entità sarà Pier Francesco Saviotti , attuale ad del Banco e banchiere di solido curriculum: una scelta che è stata informalmente imposta da Francoforte e che Fratta Pasini ha accettato di buon grado.

 

luigi abeteluigi abete

Nella francese Bnl Paribas, alla presidenza, c' è un' altra figura mitologica, e tipicamente italiana, come Luigi Abete, imprenditore grafico, vip romano della Prima e della Seconda Repubblica. Anche lui, come Bazoli e Guzzetti (che addirittura comanda "schermato"da una fondazione, la Cariplo), nella "sua" banca conta infinitamente più di quanto dicano le aride carte del cda e dello statuto.

 

Se passiamo alle banche che negli ultimi tempi hanno avuto gravi problemi, la questione dei curriculum e delle deleghe "occulte" è ancora più eclatante. Nell' ormai famosa Popolare Etruria, l' ex presidente Lorenzo Rosi era il boss di una coop rossa e il suo vice Pier Luigi Boschi , padre del ministro Maria Elena, un civilista di provincia. Al Banco Desio, di proprietà della famiglia Gavazzi (ramo tessile), il presidente Agostino Gavazzi è sopravvissuto alle inchieste giudiziarie cacciando il management.

lorenzo rosi pier luigi boschilorenzo rosi pier luigi boschi

 

In Veneto Banca, altro muro del pianto creditizio edificato con un certo metodo da Vincenzo Consoli , il Fiorani di Montebelluna, si erano succeduti alla presidenza il viticoltore Pier Luigi Bolla e Francesco Favotto , professore di economia.

In Pop Vicenza, ha regnato per un ventennio un altro produttore di vino come Gianni Zonin , uscito di scena solo nei giorni scorsi, dopo che la "sua" banca scricchiolava da tempo.

 

GIANNI ZONIN GIANNI ZONIN

Con la rivoluzione della governance bancaria voluta da Draghi, molti di questi personaggi, verranno spazzati via. E non saranno più possibili scene come quelle del processo Parmalat, in cui gli avvocati di Cesare Geronzi , ex presidente di Capitalia, arrivarono a dire che il loro assistito era innocente "perché non aveva deleghe". Già, ma quando uno percepisce emolumenti milionari come se fosse l' amministratore delegato è un po' difficile da raccontare. Almeno alla Bce non se la bevono.

DeBenedetti Bazoli Geronzi DeBenedetti Bazoli Geronzi

 

 

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?