francesco e gianni zonin

LA FIERA DELL'EUFEMISMO: ''L'ERRORE DI MIO PADRE, ZONIN? DOVEVA FARSI DA PARTE PRIMA''. CERTO, QUELLO È STATO L'UNICO ERRORE - E SI LAMENTA PURE: ''LA FAMIGLIA IN QUELLA BANCA HA PERSO 24 MILIONI''. PERÒ GLI RESTANO ALTRE DECINE DI MILIONI, SOCIETÀ E VIGNETI. VISTO CHE IL PADRE PRIMA DEL CRAC HA INTESTATO TUTTO AI FIGLI - A DARE IL COLPO DI GRAZIA AI RISPARMIATORI DELLE BANCHE VENETE ORA CI PENSA LA GIUSTIZIA

 

1. "L' ERRORE DI ZONIN, MIO PADRE? DOVEVA FARSI DA PARTE PRIMA NOI ABBIAMO PERSO 24 MILIONI"

Gianluca Paolucci per ''La Stampa''

 

la famiglia zonin nel palazzo di famigliala famiglia zonin nel palazzo di famiglia

«Doveva farsi da parte prima», dice Francesco Zonin parlando del padre Gianni. A mezzogiorno, tra i tavoli dei bar di piazza dei Signori, i vicentini combattono l' afa a colpi di spritz. 43 anni, vicepresidente dell' azienda di famiglia, Francesco preferisce parlare di mercato del vino che di disastri bancari. In una delle aziende del gruppo, la tenuta Altamura nei pressi di Brindisi, qualche giorno fa hanno tagliato 80 olivi. Qualcuno la vede come una "vendetta" per le vicende della banca.

 

«Ma no, sono cose che nel mondo dell' agricoltura possono capitare. Al Sud come al Nord. Qualche anno fa in Lombardia rubarono da una vigna le barbatelle appena impiantate. Ora fa notizia perché si tratta di Zonin».

 

E perché Zonin è stato per 19 anni presidente di una banca che ha fatto perdere miliardi ai risparmiatori.

gianni zonin con i figligianni zonin con i figli

«Finché le banche facevano raccolta e prestiti, le cose sono andate bene. Quando hanno iniziato a fare finanza, mio padre avrebbe dovuto capire che non era più la sua stagione. Noi glielo abbiamo detto più volte».

 

La vicenda della Popolare ha pesato, ovviamente, anche sui figli: «La mia famiglia ha perso 24 milioni di euro con la Popolare. Io, i miei fratelli, mia madre, mio padre, le società. Tutti avevamo azioni. Il patrimonio di mio padre era tutto investito nella banca».

francesco zoninfrancesco zonin

 

Certo, farsi vedere a spasso per via Montenapoleone mentre il governo spendeva oltre cinque miliardi dei contribuenti per salvare quella che era la "sua" banca non è stata una buona idea da parte del Cavalier Gianni Zonin. «Inopportuno, glielo abbiamo detto. Però è giusto che si sappia che non era andato a fare shopping, aveva accompagnato mia madre a salutare una sua amica».

 

francesco zonin francesco zonin

Era la prima uscita dopo mesi, dice Francesco. Dopo le foto, è tornato a chiudersi nella casa di Gambellara, nei pressi di Vicenza. «Con i giornalisti non parla. La strategia concordata con gli avvocati è questa. Quando potrà, se vorrà, dirà quello che deve dire».

 

Di certo c' è che se qualcuno volesse rivalersi su Zonin per il disastro della banca troverebbe le sue casse personali vuote: le quote delle aziende, come noto, sono passate ai figli con sospetto tempismo: all' inizio del 2016, quando Zonin era già indagato e quando la banca stava arrancando sempre più.

 

zonin shopping Montenapoleonezonin shopping Montenapoleone

Per questo, in molti credono che sia stata una mossa studiata a tavolino per evitare sequestri. «Abbiamo solo anticipato un passaggio generazionale previsto da tempo. Quest' anno sarebbe stata la sessantesima vendemmia di Gianni Zonin, che era entrato in azienda nel 1957. Avremmo dovuto fare una grande festa con il passaggio definitivo del testimone tra mio padre e noi e la sua nomina a presidente onorario». Un progetto che non è più d' attualità: «Ovviamente no». Per il vecchio Cavaliere non si parla più neppure di presidenza onoraria della sua azienda.

 

 

2. BANCHE VENETE, LA GIUSTIZIA PUÒ ATTENDERE RITARDI NELL' INCHIESTA E CONFLITTI TRA GIUDICI

Gianluca Paolucci per ''La Stampa''

GIANNI ZONIN A VIA MONTENAPOLEONE MILANOGIANNI ZONIN A VIA MONTENAPOLEONE MILANO

 

La mancanza di giustizia è un provvedimento di sequestro da 108 milioni di euro ai danni della banca e di due ex manager che resta sei mesi sulla scrivania del gip di Vicenza. Poi concede il sequestro ma spedisce l' indagine a Milano, che però non la vuole e la manda in Cassazione. Che deve ancora mettere in calendario la sua pronuncia.

 

La mancanza di giustizia sono le migliaia di denunce per truffa che i risparmiatori-azionisti di Veneto Banca hanno inviato alla procura di Treviso, che le girava a Roma «senza neppure guardarle», confessava mesi fa il procuratore capo di Treviso, Michele Dalla Costa.

GIANNI ZONIN E VINCENZO CONSOLIGIANNI ZONIN E VINCENZO CONSOLI

 

Un giro di posta andato avanti fino al maggio scorso, quando la Cassazione ha stabilito che la competenza per la truffa è di Treviso, dove tra qualche giorno dovrebbe arrivare un nuovo magistrato ad occuparsene. A due anni di distanza dalle prime denunce, sul filone della truffa - dal quale possono dipendere le rivalse in sede civile - a Veneto Banca non è successo assolutamente niente.

 

La mancanza di giustizia è la foto di Zonin in via Montenapoleone, nei giorni del salvataggio pubblico di quella che fu la "sua" banca (vedi articolo sotto). «Un arrogante.

Lo è sempre stato e lo è rimasto», dice Renato Bertelle, avvocato e presidente di una associazione di azionisti che criticava il "sistema Zonin" anche in tempi non sospetti.

montebello proteste sotto la villa di zonin montebello proteste sotto la villa di zonin

«È vero, è un arrogante e l' arroganza è una malattia che non conosce cura - dice una persona che lo conosce bene -. La cosa peggiore è che non si ritiene responsabile di quanto è successo».

 

La sua eredità è un cumulo di macerie, neppure tanto metaforiche.

La Fondazione Roi, nata per essere la cassaforte culturale della città, rischia di finire commissariata. Aveva investito una fetta importante del suo patrimonio in azioni della Popolare. Gianni Zonin ne era il presidente ed è rimasto attaccato fino all' ultimo, fino a quando un anno fa non è stato di fatto cacciato dal nuovo cda targato Atlante.

BARBOURSVILLE VINEYARDS ZONINBARBOURSVILLE VINEYARDS ZONIN

 

Il consigliere comunale di Vicenza Claudio Cicero chiede a Intesa di «vendere a un euro» la sede della banca al Comune, per trasformarla nel nuovo municipio: «Sarebbe un giusto risarcimento per una comunità tradita e ferita».

«Mi faccia un' altra domanda», risponde il procuratore capo di Vicenza Antonino Cappelleri al più banale dei «come va?».

 

I ritardi del gip e il decreto del governo sul salvataggio vanificano una strategia dell' accusa perseguita per mesi. «Il senso giuridico principale del sequestro era di azionare la responsabilità dell' ente. Secondo la legge 231, quanto sequestrato sarebbe potuto andare a ristorare le persone offese».

 

ZONIN CON LA MOGLIEZONIN CON LA MOGLIE

Il decreto del governo ha poi svuotato la banca, trasferendo il ramo d' azienda sano a Intesa Sanpaolo e lasciando le cause nella "bad bank" in liquidazione. Che prima di poter risarcire gli azionisti truffati, dovrà rimborsare il prestito a Intesa, lo Stato, le spese della procedura e tutti gli altri creditori. Quando è arrivato il giudizio del gip, il procuratore si è lasciato andare a qualche commento di troppo sul collega e si è beccato una censura dell' Anm.

 

«È una questione di competenze che nelle piccole procure non ci sono ma anche, è innegabile, di condizionamenti ambientali», dice un investigatore che si è occupato a lungo di una delle due inchieste. A Vicenza è ancora vivo il caso dello scontro tra la gip Cecilia Carreri e l' allora procuratore capo Antonio Fojadelli. La prima voleva che si indagasse su PopVicenza, il secondo no. La prima ha lasciato la magistratura mentre il secondo è stato assunto in banca.

 

Cappelleri dopo quasi due anni si appresta a chiudere il primo troncone dell' inchiesta.

zonin popolare vicenzazonin popolare vicenza

Aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza per 19 persone, tra le quali lo stesso Zonin. Poi vediamo. Se i commissari dimostrano che la banca era in stato d' insolvenza e se il tribunale la dichiarerà, allora potrà essere contestato il reato di bancarotta. Niente insolvenza, niente bancarotta.

 

Per Veneto Banca ha indagato la procura di Roma e l' avviso di fine indagini è arrivato qualche settimana fa. Stessi reati, modalità analoghe. «Ma loro sono partiti prima», spiega Cappelleri. Anche qui potrebbe scattare la bancarotta, poi sarà da vedere quale sarà la procura competente. La giustizia può aspettare.

 

 

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”