
FRATELLI DI BANCA – L’INCHIESTA DI MILANO SUL “CONCERTO” CALTAGIRONE-DELFIN-BPM PER ACQUISTARE IL 15% DI MPS, MESSO IN VENDITA DAL GOVERNO A NOVEMBRE, È UNA BOMBA SOTTO PALAZZO CHIGI: L’ESECUTIVO POTREBBE ESSERE CHIAMATO IN CAUSA E CONSIDERATO COME UN “TERZO CONCERTISTA”, PER AVER FACILITATO LA SCALATA A MPS DEL DUO “CALTA”-MILLERI – LUNEDÌ L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA, CHIAMATA A DECIDERE CHE FARE CON L’OPS SU BANCA GENERALI, SANCIRÀ LA VITTORIA O LA SCONFITTA DI GIORGIA MELONI – “IL FATTO”: “SE GLI ANDRÀ BENE LA DESTRA DI GOVERNO AVRÀ RIDISEGNATO LA MAPPA DEL POTERE ITALIANO, SE ANDRÀ MALE SI RITROVERÀ ALL’OPPOSIZIONE UN PEZZO NON IRRILEVANTE DEL MONDO DEL CREDITO E CON UN’INCHIESTA CHE PER ORA SFIORA GLI AMICI E L’ESECUTIVO E DOMANI CHISSÀ…”
DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….
LUNEDÌ SI SAPRÀ SE MELONI HA PERSO
Estratto dell’articolo di Marco Palombi per “il Fatto quotidiano”
giovanbattista fazzolari giorgia meloni - foto lapresse
Le notizie in arrivo dalla Procura milanese […] interrogano anche e soprattutto i troppi ruoli giocati dal governo in quella partita e persino le diverse strategie all’interno dello stesso esecutivo: Giorgia Meloni e i suoi uomini macchina (Giovanbattista Fazzolari e Gaetano Caputi) da un lato e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti dall’altro, fin dall’inizio hanno pensato a esiti assai differenti per l’operazione messa irritualmente in piedi per guidare Montepaschi insieme alla cordata Caltagirone-Delfin-Bpm […].
Palazzo Chigi […] pare schiacciato sulle strategie dell’editore del Messaggero, che da anni – insieme a Delfin, la holding dei Del Vecchio – prova a prendersi Generali via Mediobanca: un (legittimo) assalto al cuore del risparmio italiano stavolta portato attraverso una banca di cui il Tesoro è primo azionista.
In sostanza il duo Calta-Meloni sta provando a dare l’assalto al cielo finanziario: per riuscire ha chiamato a raccolta persino le casse di previdenza, sensibili agli squilli di Palazzo Chigi, ma dovrebbe convincere anche quel che resta del “salotto buono”, da Unicredit a Mediolanum, dai Benetton ai fondi esteri, e il deflagrare dell’inchiesta milanese certo non aiuta...
Se gli andrà bene la destra di governo avrà ridisegnato la mappa del potere italiano e potrà fregiarsi del titolo di Fratelli di Banca, se andrà male si ritroverà all’opposizione un pezzo non irrilevante del mondo del credito e con un’inchiesta che per ora sfiora gli amici e l’esecutivo e domani chissà.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE MILLERI
Giorgetti e il Tesoro sono in teoria i più esposti alle indagini sull’asta di Abre per vendere il 15% di Mps, essendone i committenti e, si spera i vigilanti. Paradossalmente, però, il ministro leghista gioca un’altra partita rispetto ai “romani” Calta-Meloni: l’ingresso di Bpm e Anima (che è di Bpm), coi due soci privati, in Montepaschi doveva essere il primo passo di una fusione tra Milano e Siena che creasse una solida banca insediata nel Centro-Nord e orientata ai prestiti alle imprese, specie le Pmi.
Insomma un terzo polo bancario che fosse alternativo alle due potenze Intesa e Unicredit. Per questo Giorgetti sta provando […] a bloccare col golden power la reazione di Unicredit, che all’improvviso ha messo nel mirino Bpm. La cosa curiosa […] è che la premier e il suo ministro non possono vincere entrambi.
GLI ESPOSTI DI NAGEL E ORCEL: “IL GOVERNO AIUTA CALTA&C.”
Estratto dell’articolo di Gianni Barbacetto per “il Fatto quotidiano”
Ci sono eccome, le indagini sul possibile “concerto” tra il gruppo Caltagirone, Delfin (la finanziaria della famiglia Del Vecchio) e Banca Akros (gruppo Bpm), per arrivare al controllo di Generali, la più grande compagnia assicurativa italiana, e di Mediobanca, che di Generali è il primo azionista.
Tutti smentivano: Mediobanca (“Non è stato presentato alcun esposto alla Procura di Milano avente a oggetto il concerto relativo a operazioni di mercato in essere”), Unicredit (“Nessun esposto in relazione a Delfin e Caltagirone”), la Procura (“Nessun atto d’indagine in corso”). Ma ora è emerso che la Guardia di finanza ha già eseguito le prime perquisizioni presso Akros e il velo sulle indagini è caduto.
giancarlo giorgetti - atreju - foto lapresse
Ci sono eccome, gli esposti di Mediobanca e di Unicredit sul “concerto”, come esistono altri esposti gemelli, inviati alla Consob (l’Autorità di Borsa) e alla Bce. Il primo esposto, quello di Mediobanca, è travestito da denuncia per diffamazione in relazione a un articolo di Osvaldo De Paolini sul Giornale. Ma presentato, guarda caso, non ai pm che si occupano di diffamazione, bensì al procuratore aggiunto che si occupa di reati finanziari, Roberto Pellicano.
Quello di Unicredit è stato invece presentato alla Consob, ma è poi arrivato anche in Procura: è centrato sul tentativo di Unicredit di comprare azioni Montepaschi, respinto da Banca Akros. Il risultato di entrambi è stato quello di far aprire indagini sul “concerto” senza coinvolgere direttamente i vertici di Mediobanca (Alberto Nagel) e di Unicredit (Andrea Orcel).
Interessante soprattutto l’esposto targato Mediobanca. È un documento dettagliato che allinea fatti e operazioni finanziarie dal 2019 a oggi, ipotizzando che Caltagirone, Delfin, Banca popolare di Milano (Bpm), con le sue controllate Banca Akros e Anima, abbiano agito di “concerto”, con acquisti di azioni molteplici, simultanei e concordati, e altre attività finanziarie, con il risultato di manipolare il mercato, senza informare le autorità di vigilanza.
Tra i fatti allineati, ci sono alcune operazioni del ministero delle Finanze che suggeriscono un intervento attivo nella vicenda da parte del governo di Giorgia Meloni. La ricostruzione parte dai ripetuti tentativi di Caltagirone-Delfin, dal 2023 al 2025, di conquistare la maggioranza nei Cda di Generali e Mediobanca.
Senza risultati di rilievo: i due istituti restano sotto la guida di Philippe Donnet (Generali) e Alberto Nagel (Mediobanca). Delfin tenta nel 2022 di salire oltre il 20% in Mediobanca, ma è fermata dalla Bce perché le norme europee impediscono a un soggetto non finanziario di controllare una banca. Ecco allora che Caltagirone e Delfin cambiano strategia e si attrezzano per conquistare un istituto di credito.
Puntano su Montepaschi (Mps), attraverso un’alleanza non dichiarata con Bpm, e sotto lo sguardo benevolo del governo Meloni. Per non violare le regole europee […], il Tesoro doveva vendere una quota consistente di Mps, per riprivatizzare una banca che nel 2017 aveva salvato dal crac. Scatta allora un’operazione finanziaria chiamata Abb (Accelerated Bookbuild), […] per vendere rapidamente grossi quantitativi di azioni.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI
Di norma, operazioni di questo tipo sono realizzate da grossi istituti finanziari che […] rilevano a sconto […] i pacchetti di azioni e poi li collocano sul mercato. È quello che succede nella prima fase (gennaio 2024) e nella seconda (marzo 2024) della Abb. Nella terza però (novembre 2024) lo scenario cambia – segnala l’esposto di Mediobanca: il governo incarica un solo operatore bookrunner, la piccola Banca Akros, che si accolla da sola un rischio da oltre 1 miliardo per il 15% di Mps.
Compra oltretutto non a sconto, ma riconoscendo al venditore un piccolo premio (5%), accettato rapidissimamente (in soli nove minuti) con offerte fotocopia da quattro soggetti: Caltagirone, Delfin, Bpm e Anima.
Una vendita in famiglia, visto che sia Akros sia Anima sono controllate da Bpm. A questo punto, Montepaschi diventa lo strumento di Caltagirone-Delfin per assaltare Mediobanca, con il lancio (24 gennaio 2025) di un’offerta pubblica di scambio (Ops). Anche Unicredit tenta di comprare da Akros un 10% di azioni Montepaschi, ma non ottiene risposta: per reazione, lancia una ops su Bpm, contrastata dal governo.
Per capire davvero questa vicenda è necessario considerare gli interventi del governo, che un professionista vicino a Mediobanca definisce “il terzo concertista” accanto a Caltagirone e Delfin. Interviene nel 2024 con la “legge capitali”, che permette a Caltagirone e Delfin di aumentare i loro rappresentanti dentro i Cda di Mediobanca e Generali.
Poi – cruciale secondo l’esposto – è l’operazione Abb che permette a Caltagirone-Delfin-Bpm di acquisire il controllo di Montepaschi e quindi partire all’assalto di Mediobanca. Alla partita partecipano, schierandosi con Caltagirone-Delfin, anche le casse di previdenza (Enasarco, Enpam, Cassa forense) ai cui vertici sono insediati uomini vicini al governo Meloni. […]
GLI INTRECCI TRA DELFIN E CALTAGIRONE
Lovaglio, Nagel, Caltagirone, Milleri