generali leonardo del vecchio alberto nagel philippe donnet francesco gaetano caltagirone

GENERALI DIETRO LA COLLINA: IL PATTO TRA CALTAGIRONE E DEL VECCHIO PER CAMBIARE I VERTICI DEL LEONE. UNA SFIDA APERTA A MEDIOBANCA CHE SOSTIENE LA CONFERMA DELL'ATTUALE CEO DI GENERALI DONNET. PICCOLO PROBLEMA. CALTA E DEL VECCHIO SONO IN MINORANZA NEL CDA DI GENERALI - LE MOSSE DI NAGEL (MEDIOBANCA)...

LAURA GALVAGNI per il Sole 24 Ore

 

francesco gaetano caltagirone philippe donnet

Un patto di consultazione su poco meno dell'11% delle Generali. Lo hanno annunciato ieri Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio e lo hanno fatto per mandare, mettendolo nero su bianco, un messaggio inequivocabile: il confronto per la futura governance del Leone è tutt' altro che chiuso e gli imprenditori hanno intenzione di portare fino in fondo l'intento di promuovere una svolta al vertice.

 

Una sorta di ultimo "appello" a Mediobanca perché si sieda al tavolo con loro e cerchi una soluzione diversa da quella al momento al vaglio, e caldeggiata da Piazzetta Cuccia e dall'attuale maggioranza del consiglio, ossia la conferma del ceo Philippe Donnet. Non a caso la durata del patto, che vincola le parti a consultarsi in vista dell'assise chiamata a votare il riassetto, termina allo scadere dei lavori della predetta assemblea, che si terrà ad aprile 2022.

 

caltagirone

Un'intesa, dunque, funzionale a dare alla società un nuovo ticket di comando che rispecchi quelle che sono le ambizioni di Caltagirone e Del Vecchio: un salto dimensionale della compagnia e di conseguenza, è la loro equazione, una differente valorizzazione di Borsa del titolo Generali. L'annuncio, va aggiunto, è arrivato a poche ore da quello che si preannuncia, almeno sulla carta, come un appuntamento chiave. Dopodomani si terrà infatti una riunione di tutti i consiglieri non esecutivi della compagnia per un primo confronto sul delicato tema del rinnovo del board. Qualcosa di molto più allargato, dunque, di quello che inizialmente doveva essere un semplice comitato nomine.

 

Alberto Nagel Caltagirone

Un anticipo del cda, non a caso dovrebbe mancare all'appello solo Donnet, per discutere di come affrontare il passaggio sul quale il board è poi chiamato ufficialmente a deliberare il 27 settembre. Al momento gli equilibri tra i consiglieri, e tra questi anche i due membri eletti con la lista Assogestioni che hanno sempre votato a favore delle proposte del ceo in carica, propendono per la presentazione di candidati espressione del cda con Donnet riconfermato. Questo complice il lavoro fin qui svolto dal manager, apprezzato perché capace in questi anni, gli ultimi particolarmente complessi, di centrare gli obiettivi di volta in volta prefissati.

 

caltagirone donnet

Contrari a questa ipotesi sarebbero di fatto quattro consiglieri su 13, ossia oltre a Caltagirone, Romolo Bardin (rappresentante di Del Vecchio), Paolo Di Benedetto e Sabrina Pucci. Insomma un 30% del board che è espressione peraltro di una quota di capitale superiore al 12% del Leone (compreso il pacchetto in mano alla Fondazione Crt), alla quale idealmente andrebbero poi sommati i titoli in mano ai Benetton (3,97%), orientati a promuovere il cambiamento, e le azioni dei soci veneti. Il patto peraltro è aperto: ai futuri acquisti dei soci che lo hanno promosso e anche a chi volesse parteciparvi. Insomma la quota potrebbe diventare via via sempre più consistente anche se il peso del mercato nel capitale del Leone resterà comunque prevalente.

ALBERTO NAGEL

 

Ed è proprio per rispettare "il mercato", che Piazzetta Cuccia spinge perché tutte le scelte sul futuro assetto passino dal consiglio e non da un confronto ristretto tra i soci. In proposito, però, si fa notare che con un 30% dei consiglieri contrari, attribuire alla lista la dicitura "del consiglio", forse non è del tutto appropriato.

 

PHILIPPE DONNET GENERALI

Una sfumatura alla quale Caltagirone e Del Vecchio danno parecchia rilevanza, stante anche il fatto che il board oggi in carica è frutto delle ultime candidature presentate da Mediobanca. C'è da chiedersi se ci sia ancora spazio per provare a trovare una mediazione dopo gli ultimi, falliti, tentativi di ricomposizione. A riguardo si vedrà se nelle prossime ore si creeranno le condizioni per un asse che eviti la guerra intestina nelle Generali. Battaglia che in molti vogliono evitare ma che sembra ormai a una passo. Tanto più se dovesse concretizzarsi lo scenario della presentazione di due liste distinte, una dei soci privati, e l'altra del board. Tutto questo, peraltro, potrebbe spingere i grandi investitori internazionali - per tenersi lontani dallo scontro - a privilegiare i candidati di Assogestioni.

Leonardo Del Vecchioleonardo del vecchio

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…