alberto nagel philippe donnet leonardo del vecchio francesco gaetano caltagirone mediobanca piazzetta cuccia

“IO CI SONO!” - QUESTO È L’AVVISO DI CALTARICCONE, CHE MIRA A PLANARE AL 5% DI MEDIOBANCA, DIRETTO SIA A NAGEL (CHE L’HA PRESA MALISSIMO), SIA A DEL VECCHIO (CHE L’HA PRESA MALE) - CALTA HA SUBODORATO UN CLIMA DA INCIUCIO TRA NAGEL E DEL VECCHIO: PERCHÉ NON CI METTIAMO D’ACCORDO TRA DI NOI SUL FUTURO DI GENERALI?- PROBABILMENTE GIÀ COL CONSIGLIO CONVOCATO PER IL 2 AGOSTO SI POTREBBERO APRIRE LE DISCUSSIONI SUL FUTURO ASSETTO DI VERTICE, SULLA POSSIBILE “LISTA DEL CDA” E SUL PIANO INDUSTRIALE

DAGONEWS

Alberto Nagel Caltagirone

“Io ci sono!”, in sostanza questa è la notizia di Caltariccone che mira a planare al 5% di Mediobanca. Un avviso diretto sia a Nagel (che l’ha presa malissimo), sia a Del Vecchio (che l’ha presa male). Tra i due ottuagenari, strapieni di soldi e complici in Generali e Mediobanca, si è insinuata una certa diffidenza, soprattutto da parte di Calta che ha subodorato un clima da inciucio tra Nagel e Del Vecchio, con la regia dell’avvocato Erede: perché non ci mettiamo d’accordo tra di noi sul futuro di Generali? Quando Calta, nel cda del Leone di Trieste, è partito all’attacco della gestione di Donnet, l’uomo di Del Vecchio, Romolo Bardin, l’ha lasciato solo

 

Mediobanca: Caltagirone arrotonda quota dal 2,88 a oltre 3% + 

LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL

 (ANSA) - Francesco Gaetano Caltagirone è salito il 20 luglio al 3,003% di Mediobanca. E' quanto emerge dagli aggiornamenti alla Consob sulle partecipazioni rilevanti. Alla vigilia era emerso che il costruttore romano il 12 luglio aveva una quota in azioni pari al 2,88% nonché opzioni su un altro 2,175% del capitale.

 

L'aggiornamento sulla quota detenuta in azioni, quindi con diritto di voto, è stato fatto alla Consob da Istituto Finanziario 2012, una delle controllate di Caltagirone, che di Mediobanca detiene il 2,699% mentre il resto è detenuto dall'imprenditore per lo 0,169% attraverso Calt 2004, per lo 0,034% tramite Capitolium e per lo 0,101% attraverso Mantegna. 

 

Francesco Saverio Vinci DG Mediobanca Alberto Nagel Ad e Renato Pagliaro Presidente di Mediobanca 0_pr

L'arrotondamento della partecipazione sarebbe avvenuta con l'acquisto di azioni sul mercato e non con l'esercizio dell'opzione put scaduta il 16 luglio, che riguardava lo 0,113% del capitale di Mediobanca. Le altre opzioni scadono il 20 agosto 2021 per lo 0,113% e il 17 settembre per una quota più significativa pari all'1,95%. Negli aggiornamenti odierni il dato del 3,003% si confronta con l'1,014% raggiunto lo scorso 23 febbraio sempre tramite Istituto Finanziario 2012 ed emerso il 3 marzo dalla Consob.

 

SVOLTA IN MEDIOBANCA CALTAGIRONE SI RAFFORZA E PRENOTA IL 5 PER CENTO

Francesco Spini per “La Stampa”

 

Nuovo colpo di scena nella partita più calda della finanza italiana, quella che corre sul filo tra Mediobanca e Generali. Il protagonista è Francesco Gaetano Caltagirone, il quale - già secondo maggior azionista delle Generali - lo scorso marzo era spuntato anche nel capitale di Piazzetta Cuccia con l'1%. Il costruttore romano non si ferma e prosegue la sua salita nell'istituto guidato da Alberto Nagel. Con un'operazione datata 12 luglio - ed emersa ieri nelle comunicazioni alla Consob - sale al 2,88% dei diritti di voto con altre posizioni lunghe per un ulteriore 2,175%. 

 

CALTAGIRONE NAGEL GALATERI

Queste ultime sono detenute attraverso opzioni «put» (di vendita) con scadenze 16 luglio (dunque già passata), 20 agosto e 17 settembre. Vuol dire che l'Ingegnere ha prenotato una possibile salita fino al 5% di Mediobanca con uno scambio tra opzioni e titoli che potrebbe portargli una immediata plusvalenza. 

 

Quella dell'Ingegnere è una mossa dettata dalla grande liquidità di cui dispone e che va in un certo senso a ricostituire lo storico investimento che il gruppo ha nelle banche: se si corre indietro nel tempo troviamo volta a volta Caltagirone importante socio privato in istituti quali Bna, Bnl, quindi Monte dei Paschi di Siena, da cui esce per dirigersi su Unicredit, parentesi poi chiusa. 

 

Erede Sergio

Ora ecco la salita nella banca d'affari milanese come terzo azionista dopo Mediolanum (al 3,28%) e potenzialmente - quando e se salirà al 5% - dietro a Leonardo Del Vecchio, che ha il 18,9% con la possibilità di arrivare (si dice a breve) entro il 20% del capitale. Per Caltagirone, insomma, si tratterebbe di diversificazione, di creare un'altra gamba nelle molteplici scelte di investimento del gruppo, contando di fare - nel caso di Mediobanca - un buon investimento. Di recente, del resto, anche analisti come quelli di Citi hanno ricordato i «forti fondamentali» di Piazzetta Cuccia, e la sua «alta profittabilità». 

 

Milleri Del Vecchio Nagel

È però anche evidente che l'operazione arriva in un momento cruciale per la vita delle Generali, di cui Mediobanca è prima azionista con il 13% e dove Caltagirone è secondo socio al 5,60% davanti a Del Vecchio che ha il 4,82% e con cui l'Ingegnere pare muoversi in buona sintonia.

 

PHILIPPE DONNET GENERALI

È un momento cruciale, perché presto - probabilmente già col consiglio convocato per il 2 agosto per approvare i conti dei primi sei mesi - si potrebbero aprire le discussioni sul futuro assetto di vertice della compagnia, sulla possibile «lista del cda» e sul piano industriale - cui già lavora l'attuale ad Philippe Donnet - che richiederà un maggior sforzo nelle fusioni e nel salto digitale che il Leone sarà chiamato a fare. 

 

francesco gaetano caltagirone philippe donnet

Caltagirone nei mesi scorsi s' è mostrato risoluto al punto da disertare l'assemblea nel chiedere una discussione franca su persone, strategie e assetti di governance (a cominciare dalla possibile presenza di un direttore generale o di un comitato esecutivo). Ora le diplomazie sembrano al lavoro per raggiungere una soluzione. 

 

Ci sono poi le tante ipotesi legate al futuro di Mediobanca, che potrebbe proseguire nella sua caccia (c'è chi scommette su una futura fusione con Mediolanum dopo il tentativo sfumato su Banca Generali) o finire a sua volta preda. S' è parlato di Unicredit, anche se l'ad Andrea Orcel, per il momento, non sembra ritenere le aggregazioni prioritarie, essendo piuttosto concentrato sul rilancio della banca.

andrea orcel

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