disoccupato soldi lavoro senza

JOBS ACT O JOBS FLOP? - LE ASSUNZIONE CALANO DI UN TERZO NEI PRIMI 7 MESI DELL’ANNO: QUALCUNO LO DICA AL DUCETTO DI RIGNANO - DATI DELL’INPS - FINITI GLI SCONTI FISCALI, FINITI I POSTI DI LAVORO - IL BOOM DEI VOUCHER - CGIL: COME PRECARIZZARE L’OCCUPAZIONE

 

Roberto Giovannini per “la Stampa”

 

RENZI JOBS ACT 2RENZI JOBS ACT 2

Solo sette giorni fa il premier Matteo Renzi aveva esultato, commentando i dati dell' Istat sull' occupazione del periodo gennaio-giugno. Ma gli economisti più avveduti avevano consigliato maggiore cautela, perché già si sapeva che a luglio le cose erano andate male. Peraltro, guardando dentro i numeri con attenzione, erano più gli aspetti preoccupanti che le vere buone notizie.

 

E così è andata: ieri l' Inps, nel suo Osservatorio che registra l' avvio e la fine dei rapporti di lavoro nel settore privato ha certificato che l' economia italiana non crea posti di lavoro in generale, ma soprattutto non crea posti stabili. Nei primi sette mesi del 2016, infatti, sono stati stipulati 972.946 contratti a tempo indeterminato (comprese le trasformazioni di contratti a termine e di apprendistato) a fronte di 896.622 cessazioni, con un saldo positivo di soli 76.324 contratti a tempo indeterminato.

 

DONNE E LAVORO IN FABBRICA DONNE E LAVORO IN FABBRICA

Un saldo peggiore di addirittura l' 83,5% rispetto al saldo attivo registrato nello stesso periodo del 2015, quando l' incentivo fiscale per le assunzioni con contratti "stabili" era molto più generoso. Ma il vero guaio - che fa pensare che il Jobs Act non abbia cambiato molto dal punto di vista della propensione ad assumere delle imprese - è che la prima parte del 2016 è andata peggio dello stesso periodo del 2014, in cui senza nemmeno un euro di vantaggi fiscali o contributivi si registrò una differenza positiva tra assunzioni e cessazioni di 129.163 unità.

 

BOERI LAVOROBOERI LAVORO

Nel complesso i nuovi rapporti di lavoro (dipendenti del settore privato esclusi i domestici e gli operai agricoli) attivati nei primi sette mesi dell' anno sono stati 3.428.243 (-10% sul 2015) a fronte di 2.623.566 cessazioni complessive. Il rallentamento delle assunzioni ha coinvolto principalmente i contratti a tempo indeterminato (-379.000, pari a - 33,7% rispetto ai primi sette mesi del 2015), ma sono diminuiti moltissimo anche le conversioni da lavoro precario a tempo indeterminato (-36,2%).

 

Quanto al lavoro precario, nonostante una certa frenata continua impressionante il successo dei voucher, uno strumento pensato per il lavoro occasionale ed accessorio, ma che invece viene notoriamente usato in alternativa alle assunzioni «normali»: ne sono stati venduti ben 84,3 milioni, con un incremento, rispetto al 2015, del 36,2%.

SALVATORE BUZZI - GIULIANO POLETTISALVATORE BUZZI - GIULIANO POLETTI

 

Facile attendersi commenti alla calce viva da parte di chi, nel sindacato e nella politica, ha criticato la riforma Renzi del Lavoro. Per Susanna Camusso, leader della Cgil, «il Jobs Act non è stato uno strumento di stabilizzazione del lavoro ma di ulteriore strumento di destrutturazione dei diritti. Finché ci sono state le risorse della decontribuzione questo si è mascherato. Ora che ci si avvia verso la fine di quel periodo la verità è che ci si avvia verso forme precarie».

susanna camussosusanna camusso

 

Renato Brunetta, di Forza Italia, dice che i dati certificano «il fallimento del governo», ricorda che per «l' inutile decontribuzione sono stati bruciati 20 miliardi», e chiede le dimissioni del ministro del Lavoro Giuliano Poletti. I parlamentari di M5S parlano di «riforma bluff».

 

Mentre dalla Cisl il segretario confederale Gigi Petteni chiede al contrario di rafforzare il bonus assunzioni e rendere più difficile il ricorso ai voucher. Guglielmo Loy, segretario confederale Uil, invece ricorda che le regole del lavoro «possono aiutare l' occupazione, ma non potranno mai risolvere, come dimostra l' effetto Jobs Act, le criticità del nostro mercato del lavoro».

 

Cioè, che l' economia continua a non camminare.

 

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…