andrea marcucci soldi euro

MARCUCCI BATTE CASSA - IL FONDO STRATEGICO ITALIANO (FINANZIATO DA CDP) HA ACQUISTATO UNA QUOTA CONSISTENTE DEL GRUPPO FARMACEUTICO KEDRION DI ANDREA MARCUCCI, (EX?) RENZIANO RIMASTO NEL PD - IN BALLO C’È UNA QUOTA DEL 10%, PRIMA DI UN AUMENTO DI CAPITALE, E QUESTO NONOSTANTE LE POLEMICHE PER IL DIVIETO “PER MOTIVI PRECAUZIONALI”, DI UN LOTTO DI PLASMADERIVATI PROPRIO DI KEDRION

 

 

Alessandro Da Rold per “la Verità”

 

Maurizio Tamagnini

Il Fondo strategico italiano (Fsi) di Maurizio Tamagnini, già finanziato da Cassa depositi e prestiti per 500 milioni di euro nel 2017, acquista una quota consistente del gruppo farmaceutico Kedrion spa della famiglia Marcucci e in particolare di Andrea, il capogruppo del Partito democratico al Senato.

 

È una notizia che circolava da alcuni mesi, ma che è diventata d' attualità nelle ultime ore dopo un' indiscrezione di Repubblica, guarda caso suggellata a nemmeno un mese di distanza dall' insediamento del secondo governo di Giuseppe Conte, sostenuto da una maggioranza Pd-5 stelle. Che Fsi vada infatti ad alleggerire economicamente la ditta di emoderivati e vaccini del senatore dem è un fatto quasi naturale dati gli attori in campo, tutti protagonisti della stagione di Matteo Renzi al governo, tra il 2014 e il 2016.

kedrion 3

 

E questo succede nonostante le polemiche degli ultimi giorni, dal momento che il 4 ottobre scorso l' Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha disposto «per motivi esclusivamente precauzionali, il divieto di utilizzo di tre lotti di medicinali plasmaderivati» tra cui uno proprio di Kedrion. L' azienda ha più di 2.300 dipendenti e un fatturato da 650 milioni, con uffici tra Milano, Roma, Mosca e persino in Vietnam.

 

matteo renzi con andrea marcucci 2

Del resto Marcucci è diventato negli anni uno dei politici più importanti e navigati nel panorama del centrosinistra. Cresciuto nel partito liberale, il mitico Pli di Renato Altissimo, poi folgorato dalla Margherita, negli anni d' oro del renzismo è sempre stato al fianco dell' ex premier. Celebre il racconto di Renzi nel libro Oltre la rottamazione, quando raccontò di aver incontrato Enrico Letta per un panino proprio negli uffici di Marcucci in via Veneto alla fine del 2013, prima di soffiargli il posto di Palazzo Chigi.

MATTEO RENZI ABBRACCIA ANDREA MARCUCCI

 

Non a caso gli uffici della Kedrion sono stati negli anni un rifugio del Giglio magico renziano, luoghi dove Maria Elena Boschi, Luca Lotti, Francesco Bonifazi e altri ancora, amavano radunarsi invece che perdere tempo al Nazareno.

 

giuseppe conte dario franceschini

Negli anni del renzismo Marcucci è un deputato del Pd. Ma è già un fedelissimo di Renzi. La Kedrion è già un' azienda conosciuta, tra le prime cinque al mondo nella specializzazione sugli emoderivati. Nel 2012 Cdp Equity aveva già deciso di investire più di 150 milioni di euro e rilevare il 25,1%.

claudio costamagna di cdp

 

paolo marcucci kedrion

Nel 2015 Renzi decide di nominare in Cassa depositi e prestiti Claudio Costamagna, l' ex banchiere della Goldman Sachs e fedelissimo di Romano Prodi. Costamagna in quegli anni diventa anche presidente del consiglio di amministrazione di Fsi, il fondo strategico nato dallo spezzettamento del vecchio fondo. A capo ci finisce Tamagnini, che raccoglie soldi un po' dappertutto, dal Kuwait, dal Qatar, Russia, Singapore e anche dalla stessa Cassa depositi.

 

GALLIA COSTAMAGNA PADOAN

C' è chi critica l' operazione, perché - si dice - questo nuovo fondo sovrano rischia di mettersi in competizione con le altre imprese italiane, non di assecondarle.

matteo renzi andrea marcucci

L' iniezione di 500 milioni da parte di via Goito sarà uno dei punti più critici, anche perché ci si domanda che senso possa avere un fondo di fatto italiano, ma che nel suo portafoglio ha solo un quarto di capitali nostrani (di risparmio postale) mentre il restante sono fondi internazionali.

paolo marcucci enrico rossi

 

A marzo di quest' anno, in una lenzuolata sul Corriere della Sera, Costamagna ha confermato tutti i suoi conflitti di interesse di quel periodo come le nuove sfide che lo avrebbero atteso nel futuro, anche grazie agli anni passati in Cdp. E va ricordato, guarda caso, che proprio pochi mesi fa, era primavera, diversi quotidiani, tra cui Il Sole 24 Ore, avevano segnalato come Renzi si fosse recato negli uffici di Costamagna in centro a Milano alla ricerca di fondi per il suo nuovo partito.

kedrion 2

 

Va detto che Marcucci è tra quelli che ha scelto di rimanere nel Pd, senza passare in Italia Viva. Il ruolo del senatore in Kedrion è di consigliere, mentre il fratello Paolo è amministratore delegato. Tamagnini acquisterà una quota del 10% alla famiglia del senatore della Garfagnana, poi ci sarà un aumento di capitale che potrebbe essere anche superiore ai 50 milioni di euro.

 

Ma non finiscono qui gli affari di Marcucci. Il capogruppo del Pd al Senato è anche consigliere della società Il Ciocco, azienda specializzata in grandi alberghi, collegati con la catena Marriot. Tra gli ex renziani rimasti nel Pd è quello che destra più sospetti. Non a caso in un' intervista al Corriere della Sera, ha spiegato di non voler uscire dal Pd ma di non voler denigrare Renzi.

andrea marcucci matteo renzi 1

 

Di fondo resta una delle punte di diamante di Base riformista, quella corrente del Pd dove alloggiano anche Lotti, da poco rinviato a giudizio su Consip, e Lorenzo Guerini, nuovo ministro della Difesa. Ma della stessa corrente fa parte anche Enrico Borghi, neoconsigliere del Copasir, il comitato di controllo parlamentare sui servizi segreti.

kedrion

Insomma, una corrente che ha i piedi ben impiantati nella pubblica amministrazione. Marcucci più di tutti, grazie alla sua azienda.

Mattarella Zinga Marcucci Gentiloni consultazioni delegazione pd con mattarellaandrea marcucci e graziano delrio arrivano al quirinale 1paola de micheli paolo gentiloni nicola zingaretti andrea marcucci graziano delrio 2nicola zingaretti paolo gentiloni graziano delrio andrea marcucci andrea marcucci matteo renziANDREA MARCUCCI GRAZIANO DELRIOGRAZIANO DELRIO ANDREA MARCUCCIANDREA MARCUCCI GIAN MARCO CENTINAIOkedrion 1MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI ANDREA MARCUCCIMATTEO RENZI ANDREA MARCUCCIpaolo gentiloni nicola zingaretti andrea marcucci graziano delriopaola de micheli paolo gentiloni nicola zingaretti andrea marcucci graziano delriomatteo renzi andrea marcucci 1

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...