lina khan monopoli monopolio google amazon facebook apple

KHAN PER FOCACCIA: RITRATTONE DELLA 32ENNE LINA KHAN, NOMINATA DA BIDEN E VOTATA ANCHE DAI REPUBBLICANI, ALLA GUIDA DELL’AGENZIA USA CHE SI OCCUPA DI ANTITRUST. CON LEI GLI USA PROVANO AD ARGINARE GOOGLE, AMAZON E FACEBOOK PER IMPEDIRE CHE MONOPOLIZZINO I MERCATI E CONDIZIONINO LA DEMOCRAZIA AMERICANA - LE RICHIESTE DELLA COMMISSIONE UE A GOVERNI E PARLAMENTI E LA SEGNALAZIONE DELL'AUTORITÀ ITALIANA AL GOVERNO DRAGHI PER LA LEGGE ANNUALE SULLA CONCORRENZA….

Guido Stazi per Milano FInanza

 

lina khan

«Possiamo avere la democrazia in questo Paese, oppure possiamo avere una grande ricchezza concentrata nelle mani di pochi, ma non possiamo avere entrambe le cose». Così negli anni '20 del secolo scorso il giudice della Corte Suprema Usa Louis Brandeis ribadiva il nesso tra la tutela della concorrenza e la democrazia, su cui si fondava la legge antitrust americana.

 

Lina Khan, la giovanissima leader del movimento neo-brandeisiano, è stata nominata qualche giorno fa da Biden presidente della Federal Trade Commission (Ftc), l' agenzia americana che si occupa di antitrust e tutela dei consumatori. La sua nomina è stata confermata dal voto a larga maggioranza bipartisan del Senato americano.

 

Joe Biden

Khan acquisì una grande notorietà nel 2017, quando lo Yale Law Journal pubblicò la sua tesi di dottorato «Amazon's Antitrust Paradox»: venivano contestati in modo convincente e analitico una serie di dogmi che dagli anni '80 avevano sostituito i fondamenti originari della teoria e della pratica antitrust negli Stati Uniti e nel mondo e che di fatto avevano favorito la crescita inarrestabile del potere monopolistico di Amazon e delle altre grandi piattaforme digitali;

 

ma anche permesso abnormi processi di concentrazione in settori importanti dell' economia tradizionale, con le connesse lesioni dei meccanismi concorrenziali legati a una struttura dei mercati sempre meno plurale.

 

Quindi Khan fondò e assunse la guida del New Brandeis Movement che, richiamandosi appunto alla tradizione madisoniana del giudice Brandeis considera il processo concorrenziale a presidio di una crescita non diseguale e a tutela della democrazia; questo gruppo di attivisti fu da principio sbeffeggiato dai custodi dell' ortodossia antitrust e chiamato Hipster Antitrust; ma progressivamente è riuscito a imporre la sua agenda nel dibattito, prima sui media e poi a livello accademico e, infine, politico.

lina khan 2

 

Molto si deve proprio alle intuizioni intellettuali di Khan ma, occorre riconoscerlo, anche alle qualità personali e al richiamo mediatico del personaggio: genitori pakistani, nata a Londra, a 11 anni con i genitori arriva a New York.

 

Nell' ottobre del 2004 il New York Times scrive un pezzo, «A Tempest in a Coffee Shop», in cui riprende la protesta di una liceale quindicenne, Lina Khan, nei confronti di Starbucks che non permetteva agli studenti di sostare e studiare sui tavolini dopo aver consumato un frappuccino.

 

Google

Si laurea al Williams College in Massachusetts con una tesi sulla filosofia politica di Hannah Arendt, poi il PhD a Yale. Due anni fa la Columbia Law School le assegna una cattedra di Antitrust. Nel frattempo è stata anche assistente di uno dei componenti ancora in carica della Ftc, Rohit Chopra, di cui d' ora in poi sarà il presidente.

 

sundar pichai

È stata consulente della Commissione del Congresso Usa presieduta dal deputato David Cicilline, che ha redatto qualche mese fa un rapporto estremamente critico sul potere monopolistico dei Big Tech, raccomandando azioni molto incisive per ripristinare un corretto assetto concorrenziale nei mercati digitali.

 

La documentazione a corredo del rapporto è molto interessante e comprende un elenco dettagliato delle centinaia di acquisizioni effettuate negli ultimi anni dalle prime cinque aziende che per capitalizzazione guidano il listino di Wall Street - Amazon, Microsoft, Apple, Google, Facebook - che, secondo il Congresso americano, hanno messo in atto una strategia diretta a rafforzare il loro potere monopolistico facendo una sorta di terra bruciata nei rispettivi settori, rastrellando startup e imprese potenzialmente concorrenti senza badare a spese.

 

lina khan

La presidenza Ftc di Lina Khan rappresenterà, in ogni caso, un punto di rottura con il debole approccio antitrust americano degli ultimi 40 anni, un deciso cambio di paradigma che guarderà allo Sherman Act delle origini, la prima legge antitrust che era nata per impedire che imprese troppo grandi monopolizzassero i mercati e, tramite l' accumulo di enormi ricchezze, accrescessero le diseguaglianze e condizionassero la democrazia americana.

 

Questa consapevolezza era già, da qualche anno, tornata ad animare anche le politiche antitrust della Commissione Ue e delle singole autorità nazionali, che hanno avviato un' intensa attività di vigilanza e stanno chiedendo a governi e parlamenti di dotarle di nuovi e potenti strumenti antitrust per far fronte ai numerosi e gravi problemi di concorrenza riscontrati nei mercati in cui operano le Big Tech e, in generale, nell' ecosistema dell' economia digitale; come ha fatto l' autorità italiana nella recente segnalazione al governo Draghi per la legge annuale sulla concorrenza.

jeff bezos di amazon

 

Il cambio di paradigma che si sta realizzando negli Stati Uniti, che sarà guidato da Khan, costituirà però la svolta decisiva per costringere i titani del web, tutte imprese multinazionali americane, a scendere dal loro empireo digitale, a tornare a confrontarsi con concorrenti e consumatori e conformarsi alle regole di concorrenza; anche, come sostiene Khan, riducendo il perimetro del loro business, separando le attività in conflitto con clienti e concorrenti, rendendo più trasparenti i loro algoritmi, accessibili i loro dati, valutando in modo più severo le acquisizioni. Insomma, qualcosa sta cambiando ed è proprio la velocità del cambiamento che, forse, ci sorprenderà.

Mark Zuckerbergmark zuckerberg

 

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)