RIUSCIRANNO A INSABBIARE TUTTO FINO ALLE ELEZIONI? - L’INCHIESTA S’INGROSSA: QUANTI “MISTER 5%” INTORNO A MPS! - PER OGNI OPERAZIONE C’ERA L’INTERMEDIARIO “GIUSTO”, L’IMPORTANTE E’ CHE AVESSE UN CONTO ALL’ESTERO - L’ACCORDO SUI DERIVATI TRA DRESDNER E MONTEPACCHI PASSA PER LA LUTIFIN DI LUGANO - BALDASSARRI AL CENTRO DEGLI INCROCI PIU’ PERICOLOSI – I RAPPORTI PERICOLOSI DELLA REGIONE SICILIA CON NOMURA..

Federico De Rosa per il "Corriere della Sera"

Di «mister 5%» ne giravano tanti attorno a Dresdner. La pratica di mettere sotto contratto gli «introducer», gli intermediari, era piuttosto diffusa a Londra. Succede anche con la Lutifin di Paradiso, sobborgo di Lugano, a cui la banca inglese all'inizio del 2007 firma un mandato per chiudere un'operazione in derivati con il Monte dei Paschi. L'accordo è spuntato fuori durante le perquisizioni del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza.

Dalle carte risulta che per arrivare alla terza banca italiana Dresdner ha avuto bisogno dell'introduzione di una sconosciuta finanziaria svizzera. Possibile che non ci fosse modo di negoziare direttamente? Tanto più che il Montepaschi aveva un desk a Londra, non troppo lontano da Greesham Street dove lavoravano Raffaele Ricci e Giovanni Marolda, i due sales della Dresdner Kleinworth che vendettero a Siena il derivato Alexandria.

Fatto sta che in Dresdner ritengono del tutto normale affidarsi agli intermediari. Succede anche in altre banche. Il più delle volte si tratta di società estere con conti in paradisi fiscali. Così è per Lutifin e così era per Coryo, lo sconosciuto broker coreano utilizzato nel 2009 per ristrutturare Alexandria.

Alla Dresdner avevano un contratto prestampato standard di 9 pagine per gli «introducer», indicati nell'accordo come «consultant», che stabilisce per filo e per segno le regole di ingaggio. Per Lutifin, come per gli altri, la commissione matura alla chiusura dell'operazione. Per il derivato collocato da Siena, di cui Lutifin intermedia una tranche di 120 milioni di euro, c'è una nota di pagamento, rinvenuta sempre dalla Finanza, emessa il 23 novembre 2007, in cui la finanziaria svizzera chiede a Dresdner il versamento di 600 mila euro, lo 0,5%, indicando nella causale il codice dell'operazione e il nome «Banca Monte dei Paschi di Siena».

Per i magistrati senesi che stanno indagando sul giro di mazzette, le intermediazioni sarebbero servite in realtà a pagare estero su estero dei compensi extra a chi in banca sceglieva operazioni, consulenti e intermediari. E a Siena il capo dell'area finanza era Gianluca Baldassarri.

A Londra raccontano che nel 2009, quando arriva il momento di sistemare Alexandria, dal desk di Dresdner telefonano a Baldassarri per proporgli di ristrutturare il prodotto, un Cdo, ma il capo dell'area finanza di Mps risponde che non ha alcuna intenzione di dargli il mandato visto i soldi che Siena ci ha perso. Uno scrupolo condivisibile. Se non fosse che, come si è poi saputo, il mandato venne affidato a Nomura, dove nel frattempo si erano trasferiti Ricci e Marolda, gli stessi che in Dresdner avevano venduto il derivato a Siena.

Di «introducer», come Lutifin, ce ne erano molti altri. Non solo al servizio di Dresdner. Pare che una delle prassi più diffuse fosse quella di mettere sotto contratto chi poteva aprire le porte in Regione o al Comune, dove negli anni scorsi le banche d'affari hanno collocato derivati in quantità. Unico requisito, oltre a una certa disinvoltura, la disponibilità di un conto all'estero.

In un'operazione tra la filiale di Londra di Nomura e la Regione Sicilia, finita nel mirino dei giudici, è spuntata fuori una fantomatica scatola irlandese, Profitview Investments Ltd, su cui secondo gli inquirenti erano stati stornati 16 milioni di commissioni per politici o amici di politici siciliani che avevano agevolato l'operazione. Lo stesso è successo con la Regione Calabria. Siena è solo la punta dell'iceberg.

 

LA FATTURA DI PAGAMENTO EMESSA DA LUTFIN A CARICO DI DRESDNER PER L AFFARE SUI DERIVATI MPS IL CONTRATTO TRA DRESDNER BANK E LUTFIN giuseppe mussari gianluca baldassarri monte dei paschi di sienaDRESDNER BANKNOMURA

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLE DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DI AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”