donald trump - mercati azionari borse borsa

UN FLAGELLO DI NOME DONALD: L'INCUBO DAZI AFFOSSA LE BORSE MONDIALI – SUI MERCATI EUROPEI DOMINANO INCERTEZZA E PAURA PER LE TARIFFE COMMERCIALI IMPOSTE DA TRUMP, CHE ENTRERANNO IN VIGORE MERCOLEDÌ – MILANO CHIUDE A -1,8%. A PIAZZA AFFARI REGGONO SOLO LE UTILITY – SECONDO IL “WALL STREET JOURNAL”, VOCE DEI POTERI FORTI AMERICANI, IL TRUMPONE STA VALUTANDO DAZI UNIVERSALI DEL 20% PER TUTTI I PAESI CHE HANNO SCAMBI COMMERCIALI CON GLI USA – I TITOLI DI TESLA E NVIDIA TRASCINANO IN ROSSO IL NASDAQ – NUOVO RECORD NELLE QUOTAZIONI DELL’ORO, IL BENE RIFUGIO PREFERITO NELLE FASI DI INSTABILITA’, CHE SUPERA I 3.100 DOLLARI L’ONCIA…

donald trump - mercati azionari

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - L’incertezza per l’entità dei dazi reciproci degli Stati Uniti, che entreranno in vigore questa settimana, tiene sotto scacco i listini mondiali, con le Borse europee che chiudono in netto calo la seduta. Nel dettaglio, il presidente Donald Trump, secondo il Wall Street Journal, starebbe valutando dazi universali del 20% per tutti i Paesi che hanno scambi commerciali con gli Usa.

 

Allo stesso tempo però le tariffe, secondo quanto dichiarato dal tycoon, «saranno più miti di quelli che questi Paesi hanno concesso agli Stati Uniti d'America nel corso dei decenni». Sul fronte commerciale regna quindi l'incertezza, mentre su quello geopolitico, sembrano riaccendersi le tensioni tra Stati Uniti e Russia.

 

Così il Ftse Mib di Milano chiude in calo dell’1,77%, su livelli simili anche il Cac di Parigi (-1,6%), il Dax di Francoforte (-1,3%), l’Aex di Amsterdam (-1%) e l’Ibex di Madrid (-1,3%).

 

Resiste il Dow Jones, Nasdaq in rosso con Tesla e Nvidia

I DAZI DI DONALD TRUMP - MEME

Mercati di tutto il mondo in fibrillazione e anche Wall Street si muove in deciso calo - con l'eccezione del Dow Jones che riagguanta la parità - a due giorni dal 'Giorno della liberazione per l'America', come il presidente Donald Trump ha definito il 2 aprile, quando gli Stati Uniti imporranno dazi reciproci agli altri Paesi. Le tensioni sul fronte commerciale hanno provocato un sell-off da 5.000 miliardi di dollari a Wall Street nelle ultime sei settimane.

 

Nel frattempo, Goldman Sachs ha appena aumentato al 35% le possibilità di una recessione, avvertendo che i dazi potrebbero colpire duramente il commercio mondiale e far crescere l'inflazione. Il primo trimestre dell'anno sarà probabilmente archiviato come il peggiore dal 2022, con la fiducia dei consumatori calata a picco e l'attesa nervosa degli investitori per il rapporto sull'occupazione, che sarà pubblicato venerdì 4 aprile.

 

Sull'azionario, in primo piano i titoli delle società di auto: in pesante calo il titolo di Tesla -6,57%, dopo che gli analisti di Stifel hanno tagliato il suo price target, a causa di un outlook sulle vendite peggiorato, nel breve periodo. Giù anche Nvidia Corp -4,73%, dopo il deludente debutto sul Nasdaq di CoreWeave, fornitore di servizi cloud su cui ha investito.

 

A Milano si salvano solo le utility

donald trump - mercati azionari

Passando all'azionario, in un listino interamente colorato di rosso si salvano solo le utility con Terna (+0,6%), Snam (+0,5%) e Italgas (+0,4%). Le vendite colpiscono Prysmian (-4,8%), già reduce da alcune sedute deboli e nonostante Barclays abbia confermato la raccomandazione Overweight e un target price di 74 euro. Pesante il comparto bancario con Mps (-4,6%), Bper (-3,4%) e Mediobanca (-3,2%) tra le peggiori. Vendite anche su Unicredit (-3,1%), dopo l'ok del Cda dell'istituto per l'aumento di capitale per l'Ops su Banco Bpm (-2,5%) .

 

In coda Buzzi (-5,5%) e Iveco (-4,8%). Riduce i cali Tim (-0,6%): Poste Italiane (-1,3%) è salita al 24,81% nel capitale della tlc, acquistando una quota del 15% da Vivendi a un prezzo unitario di 0,2975 euro.

 

Oro continua rally e vola sopra 3.100 $ per prima volta

DAZIAMI MA DI BACI SAZIAMI - MEME BY EMILIANO CARLI

L’oro inizia la settimana all’insegna dei rialzi, proseguendo sulla via imboccata nelle precedenti sedute e volando a nuovi record, per la prima volta sopra 3.100 dollari l’oncia. Gli investitori continuano a orientarsi verso i beni rifugio, in vista della nuova ondata di dazi imposti dal presidente americano Donald Trump che scattano questa settimana, portando alle stelle il rischio di una guerra commerciale globale. L’oro spot ha toccato un massimo di 3.127 dollari, mentre i future scadenza aprile hanno raggiunto il record di 3.160 dollari.

 

L’oro è salito di circa il 18% quest’anno, in una corsa che lo ha visto costantemente aggiornare i record. Varie banche d’affari hanno alzato le aspettative sul prezzo del metallo prezioso, con Goldman Sachs Group che, per esempio, attende che l’oro voli a 3.300 dollari l’oncia nel 2025.

 

Euro torna sopra 1,08 dollari, petrolio in rialzo

I DAZI DI DONALD TRUMP - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

Sul valutario euro/dollaro poco mosso a 1,081. Poco mosso anche il gas naturale sulla piattaforma Ttf di Amsterdam a 40,8 euro al mwh. In rialzo il greggio con il Wti maggio a 71 dollari al barile (+2,4%) e il Brent di pari scadenza a 74,6 dollari (+1,3%).

donald trump - i dazi e la guerra commerciale

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…