bollore recchi

L’OCCUPAZIONE FRANCESE DI TELECOM – ALLA VIGILIA DELL’ARRIVO DI QUATTRO CONSIGLIERI IN QUOTA BOLLORÈ, RECCHI BATTE LE MANI: “IL CDA SI RAFFORZA” – IERI IN SENATO AVEVA DETTO: “SIAMO UNA PUBLIC COMPANY, DOVE GESTIONE E PROPRIETÀ SONO SEPARATE”

1.TELECOM: RECCHI,CON INTEGRAZIONE VIVENDI CDA PIÙ FORTE

maria pace odescalchi  giuseppe recchimaria pace odescalchi giuseppe recchi

 (ANSA) - "Con l'integrazione dei rappresentanti proposti da Vivendi, il cda di Telecom si arricchisce di nuove competenze e si rafforza, certo non si indebolisce". Lo ha dichiarato il presidente Giuseppe Recchi al convegno dei piccoli azionisti di Asati.

 

"L'idea in sé - ha proseguito Recchi - che un socio che ha il 20% voglia entrare nel Cda a mio giudizio è del tutto naturale e non lo credo solo io, visto che ho anche il riscontro degli investitori istituzionali, secondo cui è un esempio di buona governance". Anzi, ha aggiunto Recchi, "molti leggevano nell'assenza di Vivendi dal board una forma di disinteresse", quasi che il gruppo telefonico fosse "orfano del suo principale azionista".

giuseppe recchigiuseppe recchi

 

2. TELECOM: RECCHI, CDA VEDRÀ SE VALUTARE QUALITÀ NUOVI MEMBRI

 (ANSA) - Il Cda di Telecom Italia che si riunisce domani per inserire nell'ordine del giorno dell'assemblea la richiesta di Vivendi di avere quattro membri in Cda "vedrà se è il caso di esprimersi sugli aspetti relativi alla qualità e alla quantità" dei quattro nuovi consiglieri, così come richiesto da Assogestioni. Lo ha detto il presidente Giuseppe Recchi aggiungendo che il board "si deve preoccupare che la richiesta sia legittima e formalmente corretta".

 

3. ENEL: STARACE, DA TELECOM COMPORTAMENTO RAZIONALE

bollore article bollore article

 (ANSA) - Lo scenario descritto dai vertici di Telecom ieri in un'audizione al Senato, secondo cui il gruppo telefonico potrebbe affittare la rete a banda ultralarga che realizzerà l'Enel, "è razionale, Telecom sta avendo un comportamento razionale". Lo ha dichiarato l'ad dell'Enel, Francesco Starace, a margine della presentazione di '100 Italian Energy Stories'. Con l'ad di Telecom Marco Patuano, ha aggiunto, "ci vediamo continuamente, lasciateci lavorare".

 

 

4. RECCHI: “SIAMO UNA PUBLIC COMPANY, VIVENDI PER ORA NON HA INFLUENZA”

Giovanni Pons per “la Repubblica

 

Telecom Italia non entrerà in società con l’Enel per la stesura della rete a banda larga ma è probabile che possa affittare la fibra nelle aree a fallimento di mercato. «Se venisse confermato che Enel può costruire la rete a banda ultralarga a prezzi inferiori ai nostri la decisione razionale è quella di andare a comprare, non di ostinarsi a fare qualcosa di diverso ». Lo ha detto Marco Patuano, ad di Telecom, ieri sera durante l’audizione alla Commissione Industria del Senato organizzata dal senatore Massimo Mucchetti.

francesco staracefrancesco starace

 

Dunque per le aree più disagiate del Paese si prospetta una collaborazione tra la principale società telefonica e quella della rete elettrica, aree che potranno contare anche sui 2,2 miliardi di incentivi messi a disposizione del governo. Più difficile la collaborazione nelle aree nere, cioè quelle più vantaggiose economicamente. Su queste la competizione sarà spinta e non a caso Telecom continua ad aggiornare i suoi obbiettivi.

 

«Così come pochi mesi fa abbiamo incrementato la quota di copertura realizzata con architetture Ftth (fiber to the home), adesso, in una logica di continuo miglioramento, stiamo valutando di incrementare il numero di aree nelle quali intendiamo realizzare investimenti in piena autonomia finanziaria, con ciò riducendo i possibili esborsi pubblici », ha detto Patuano. «E’ certo che quando il 7 dicembre confermeremo al Mise le intenzioni di investimento autonomo dichiarate in occasione della consultazione pubblica, le aree di copertura autonoma saranno più numerose di alcuni punti percentuali rispetto a quelle precedentemente indicate».

Bernabe e marco patuano Bernabe e marco patuano

 

La curiosità dei senatori si è poi rivolta agli assetti azionari del gruppo telefonico, in particolare dopo la salita di Vivendi fino a oltre il 20% del capitale e alle opzioni acquistate dall’imprenditore francese Xavier Niel.

 

Il presidente Giuseppe Recchi ha assicurato che tutto ciò sinora non ha influenzato la gestione dell’azienda. «Le strategie e i piani di investimento dell’azienda, da un lato, e l’assetto societario, dall’altro, si collocano su due distinti piani - ha detto Recchi -. In una public company, quale noi siamo, gestione e proprietà sono separate e i manager operano nell’interesse di tutti gli azionisti, per massimizzare la creazione di valore. Non siamo noi manager a decidere chi debbano essere gli azionisti, ma sta a noi operare perchè l’impresa sia gestita nel modo più efficiente possibile».

PATUANO PATUANO

 

GIUSEPPE RECCHI PIERO GNUDI GIUSEPPE RECCHI PIERO GNUDI

Il management di Telecom, in generale, si è detto compiaciuto che gruppi internazionali abbiano incrementato le loro posizioni nell’azionariato, in quanto questo è un segnale positivo per l’azienda, diventata attraente e ben gestita. Le singole posizioni verranno comunque diluite in seguito alla conversione delle azioni di risparmio: 13,7% Vivendi e 10,2% Niel, secondo i calcoli della società.

 

lap20 giuseppe recchi lapo elkannlap20 giuseppe recchi lapo elkann

Conversione che farà contenti soprattutto una decina di fondi che le hanno rastrellate recentemente, come Amber, e non i piccoli risparmiatori. «Con la conversione, il convertendo, e la vendita dell’Argentina a fine 2016 entreranno in azienda circa 3 miliardi di risorse fresche che ci permetteranno di finanziare gli investimenti », ha concluso Patuano.

 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."