L’ASCESA DI MARCO BIZZARRI PER RIPORTARE GUCCI TRA LE GRANDI GRIFFE GLOBALI – I CANDIDATI AL DOPO FRIDA GIANNINI: TISCI, SLIMANE, JACOB E CHIURI – A PROPOSITO DEL ‘’GRANDE’’ TOM FORD: COSA HA COMBINATO UNA VOLTA ‘CACCIATO’ DA GUCCI? NIENTE

Maria Silvia Sacchi per il "CorrierEconomia - Corriere della Sera"

 

Madame Pinault, Franc?ois Henri Pinault, Marco Bizzarri, Francesca Bellettini, Franc?ois PinaultMadame Pinault, Franc?ois Henri Pinault, Marco Bizzarri, Francesca Bellettini, Franc?ois Pinault

E adesso l’uomo forte di Kering, subito dopo François-Henri Pinault, l’azionista e amministratore delegato del gruppo francese, è Marco Bizzarri, il manager emiliano di 52 anni per il quale, con la nomina ad amministratore delegato di Gucci al posto di Patrizio di Marco ufficializzata venerdì, si apre una fase decisamente impegnativa.

 

Una sfida difficile. Perché Bizzarri non solo deve riportare l’ammiraglia del gruppo parigino agli antichi splendori, soprattutto ricollocandola sul podio dello stile mondiale che ha perso negli ultimi anni. Ma si trova a farlo in una fase di mercato estremamente difficile.

 

Uomo di gruppo, dal carattere più mediatore rispetto a Patrizio di Marco, Bizzarri era partito dalla consulenza per poi passare all’operatività, con marchi come Mandarina Duck, dov’era stato al fianco dei fondatori per un decennio, per poi entrare nel vero e proprio lusso con Stella McCartney, Bottega Veneta e infine, adesso, Gucci.

marco bizzarrimarco bizzarri

 

Che Pinault intendesse puntare su di lui era stato evidente lo scorso aprile quando Bizzarri era stato scelto come capo della nuova divisione Luxury - Couture & Leather Goods, sotto la quale Kering ha riunito tutti i marchi del lusso che ha in portafoglio. Tutti, escluso Gucci. Che è rimasto a parte, mentre diventavano sempre più forti le voci di un allontanamento di Di Marco e di Frida Giannini. Rumor sempre smentiti, fino all’annuncio della rivoluzione al vertice di venerdì.

 

"BRAND"

In una intervista a Corriere Economia dello scorso giugno, mentre si apprestava a prendere le redini della divisione Luxury, il manager aveva tratteggiato quelle che sono le proprie linee di pensiero. Ripercorrendo il successo di Bottega Veneta, il brand di Kering ad alto tasso di crescita (+12% anche nei primi nove mesi del 2014, mentre Gucci arretrava del 3,5%, ma va detto che Bottega si colloca sul miliardo di euro di ricavi annui e Gucci supera i 3,5) che lo ha messo definitivamente in luce, Bizzarri ricordava che «la chiave vincente è stata prendere Tomas Maier alla direzione creativa. Incarnava i valori della marca: il prodotto unico, il no logo anche se in quel momento il mercato andava in una direzione diversa. La grande forza è stata credere in quella visione e tener duro».

marco bizzarri salma hayek francois henri pinaultmarco bizzarri salma hayek francois henri pinault

 

Va detto che a scegliere Maier per Bottega era stato Tom Ford, il designer che aveva riportato allo splendore Gucci affiancato dal manager Domenico De Sole. Poi il gruppo era passato sotto Kering (che allora si chiamava Ppr) e il duo Dom&Tom, com’erano soprannominati, prese altre strade.

 

«Che si sia multi-brand o mono-brand — spiegava Bizzarri — per avere successo è necessario seguire i valori della propria marca senza compromessi. Allora anche la dimensione diventa meno importante. Invece, se si cerca di prendere tutti i consumatori si perde di coerenza, perdendo così la chiave di successo del marchio».

 

E, ancora, spiegando che «la bellezza dei poli multi-marchio è la possibilità di avere marchi con posizionamenti diversi e di capire quando un brand deve ridurre la sua corsa facendo una diversa allocazione degli investimenti, si può bilanciare la marginalità delle diverse società in virtù dell’esclusività. Ci sono livelli che a volte non devono essere superati, altrimenti i marchi cadono, abbiamo molti esempi davanti...»

 

frida giannini patrizio di marco foto carbone gmt073frida giannini patrizio di marco foto carbone gmt073

Già allora era sembrato un richiamo a Gucci. Ed è proprio quando Pinault e Bizzarri sceglieranno il successore di Frida Giannini che si capirà che direzione prenderà Gucci. Che, va ricordato, è l’azienda che frutta la stragrande maggioranza degli utili del gruppo Kering, oltre il 60%.

 

Tra i nomi girati nei giorni, e anche nei mesi scorsi, c’è quello molto gettonato di Riccardo Tisci, oggi in Givency; di Hedi Slimane, attuale direttore creativo di Yves Saint Laurent, brand della stessa scuderia Kering; di Marc Jacob, fino allo scorso anno direttore creativo di Louis Vuitton (gruppo Lvmh, che anche possiede il marchio dello stilista); per finire con il nome di Maria Grazia Chiuri , la designer che con PierPaolo Piccoli ha riportato al successo il marchio Valentino.

marc jacobs kate moss marc jacobs kate moss

 

Intanto, Bizzarri si è costruito la sua squadra. Alla guida operativa di Bottega Veneta, nel posto che era stato suo per cinque anni, ha voluto un manager da lui conosciuto come Carlo Alberto Beretta, chiamato da Zegna dove era capo della pianificazione retail.

E in Brioni, il brand di abbigliamento maschile, ha scelto Gianluca Flore, che per sei anni aveva lavorato in Bottega Veneta.

 

Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo PiccioliMaria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli

Sui manager ha idee chiare. «Penso — ha detto — che dopo cinque-sei anni, che sono il tempo giusto per vedere i risultati del proprio operato, un presidente, un amministratore delegato o un direttore generale devono andarsene. Diverso è il direttore creativo che ha i codici stilistici in mano; ma un Ceo dà il massimo nei primi tre anni, poi subentra un certo autocompiacimento. È umano, ma per un’azienda è meglio che arrivino occhi nuovi».

Adesso su Gucci ci saranno i suoi. Insieme a quelli di François-Henri Pinault. Una centralizzazione che a molti ricorda quella dei tempi di Dom&Tom.

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...