nagel messina bacoli massiah cimbri

OPS! MESSINA MAIOR, MASSIAH CESSAT IL DIETROFRONT DI RUSTICHELLI (ANTITRUST), CHE RISCHIAVA DI CREARE UN CONFLITTO CON BANKITALIA, È STATO IL SEGNALE DEL VIA LIBERA A INTESA SU UBI. MANCAVA SOLO L’ARMA DEL RILANCIO, CHE MESSINA AVEVA GIÀ PRONTA (IL PREMIO AI SOCI UBI BALZA AL 44%, 652 MILIONI CASH) E SUBITO CROLLA IL MURO DEI CONTRARI - PESSIMA NOTIZIA PER URBANO CAIRO, CLIENTE DI UBI, CHE MESSINA MIRA A DEFENESTRARE DAL "CORRIERE DELLA SERA"

Rosario Dimito per il Messaggero

 

carlo messina

Le voci cominciavano a infittirsi e ieri sera si è capito il perché: Intesa Sanpaolo stava maturando la decisione di alzare la posta con un rilancio cash che a questo punto consentirà di chiudere, probabilmente con successo, la partita dell' Ops su Ubi alla scadenza del 28 luglio.

 

Così ieri il cda di Intesa, riunito in via straordinaria, ha deciso di aumentare il valore dell' Offerta, riconoscendo per ciascuna azione di Ubi, oltre a 1,7 azioni ordinarie di Intesa, un corrispettivo in denaro pari a 0,57 euro. Sul piatto l' istituto guidato da Carlo Messina ha messo dunque altri 652 milioni facendo salire il premio al 44,7%.

 

Carlo Messina e victor Massiah

Non è stata una vera sorpresa, perché dopo le ultime aperture venute dal fronte del «no» e dopo il via libera dell' Antitrust che ha fatto seguito alle autorizzazioni di Bce, Bankitalia, Ivass, e Consob si era capito che il ritocco non sarebbe mancato.

 

Sulla base del prezzo ufficiale delle azioni di Intesa al 14 febbraio (2,502 euro), l' offerta - spiega una nota - ora esprime una valorizzazione pari a 4,824 per ciascuna azione Ubi.

 

In caso di adesione integrale all' Ops, il corrispettivo in denaro ricevuto dagli azionisti di Ubi sarebbe, secondo Intesa, quantificabile in circa 80 milioni per le Fondazioni a sostegno delle erogazioni alle comunità locali, e a circa 310 milioni per le famiglie e gli imprenditori del territorio. Ai vertici dell' istituto è dunque maturata la percezione che i danni creati dal Covid al territorio andavano affrontati anche sostenendo, finanziariamente, le istituzioni e le persone.

 

carlo messina moglie

Fin dal mattino, quando il blocco storico dei soci bresciani (8,7% di Ubi) si era dichiarato disposto ad aderire alla proposta della banca guidata da Carlo Messina, era stato chiaro che l' Ops era giunto alla svolta.

 

«Siamo per l' adesione alla proposta di Intesa - aveva dichiarato in un' intervista Franco Polotti, presidente dell' Associazione bresciana - ma alla luce dell' andamento del mercato sono certo che abbia ben chiaro che per raggiungere la maggioranza debba riconsiderare la proposta economica per conquistare una convinta adesione all' Ops».

 

carlo messina

Poche ore dopo giungeva un' analoga dichiarazione della Fondazione Monte di Lombardia (4,9%): «La decisione è stata assunta dopo aver sentito la relazione di Société Générale e dopo aver ricevuto l' orientamento favorevole del cda».

 

In particolare hanno convinto «l' attenzione dimostrata da Intesa Sanpaolo alla tutela del territorio e la sensibilità nei confronti del ruolo di presidio territoriale ricoperto dalla Fondazione; gli impegni relativi agli aspetti socio-economici, sia in forma di tutela del tessuto esistente sia di progettazione negli ambiti di competenza della Fondazione: welfare, cultura, lavoro e giovani». Si segnala infine che in serata anche la fondazione Cassa di Cuneo (5,9%) si è espressa a favore dell' Ops.

 

gian maria gros pietro

Il probabile raggiungimento del 67% fa sì che Intesa possa definire in sei mesi il preliminare per la cessione dei 532 sportelli a Bper (e ad altri soggetti), come imposto dall' Antitrust per dare l' ok all' operazione, siglando il contratto nei tre mesi successivi e quindi incorporare Ubi.

 

«La nostra offerta vuole creare un protagonista del mondo del finanziamento ancora più grande di quanto non sia già oggi Intesa Sanpaolo», ha detto sempre ieri ma prima dell' annuncio del ritocco il presidente Gian Maria Gros-Pietro, a margine della presentazione del progetto del nuovo polo universitario di Grugliasco (Torino).

 

L' economista-banchiere ha evidenziato che «ciò è necessario perché anche nel campo finanziario le tecnologie stanno entrando in modo rilevante e chiedono grandi investimenti anche in persone e conoscenza.

Carlo Messina

L' Italia merita operatori di questo livello e noi pensiamo di poter offrire questi servizi nei territori dove opera Ubi».

 

Infine Carlo Messina. Alzando il corrispettivo dell' offerta su Ubi, Intesa Sanpaolo ha «voluto dare massima attenzione alla difficile situazione di queste comunità, anche nell' ottica di evitare effetti divisivi, seppure non intenzionali, venutisi a creare tra stakeholder che si sono dichiarati, anche in fasi più recenti, favorevoli all' offerta rispetto a chi si è espresso in maniera contraria», ha dichiarato il ceo di Intesa Sanpaolo a valle della decisione del cda straordinario di migliorare l' offerta.

 

ubi intesa

«La decisione assunta da Intesa Sanpaolo renderà pertanto possibile - in una fase di seria difficoltà economica e sociale, particolarmente pronunciata nei territori di riferimento di Ubi - destinare liquidità a famiglie, imprese, enti e Fondazioni azionisti di Ubi. Mettiamo in campo un sostegno significativo per le comunità che intendiamo includere nella nuova realtà bancaria, in modo da poter rafforzare complessivamente l' intera operazione».

 

IL DIETROFRONT DI RUSTICHELLI 

Marcello Zacche' per Il Giornale - Estratto

roberto rustichelli presidente antitrust 3

L'operazione equivale a un esborso di circa 650 milioni in più del previsto. Per i soci Ubi significa un rilancio del 12,7% rispetto a ieri: le azioni Ubi hanno chiuso a 3,268 euro; chi le avesse comprate per consegnarle a Intesa riceverebbe, sempre sulla base dei prezzi di ieri, l'equivalente di 3,684 euro. Non a caso il titolo Ubi aveva galoppato per tutta la seduta, fiutando il rilancio, puntualmente arrivato dopo un cda della banca milanese. D'altra parte questa era l'arma segreta dell'ad di Intesa Carlo Messina.

Da usare però al momento giusto. E questo è arrivato con l'ok dell'Antitrust all'operazione, giunto nel pomeriggio di giovedì 16 luglio. Un via libera che a ben vedere ha avuto un significato preciso: sgombrare il campo da quello che è apparso l'ostacolo più importante sulla strada di Intesa.

BANKITALIA 2

L'istruttoria aperta durante il lockdown dal presidente dell'Antitrust Roberto Rustichelli - drammatizzata dall'invio della Guardia di Finanza, dalla partecipazione di attori terzi come Unicredit e dalla fuga di notizie che a inizio giugno davano l'operazione non autorizzabile - ha acceso un faro su una sorta di conflitto di sistema: da un lato l'esigenza del consolidamento bancario auspicata da Bce e Bankitalia, dall'altra il rischio di minore concorrenza sollevato dall'Autorità Antitrust.

 

 

Carlo Messinabazoli e figliolaMassiah e Bazoli

r. dim.

Bazoli e Victor Massiah

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO