MILANO (+1%) TRAINATA DALLE BANCHE, SPREAD CALA A 260

1 - SPREAD BTP-BUND SCENDE SOTTO 260 PUNTI BASE
(ANSA) - Il premio di rendimento Btp-Bund scende sotto i 260 punti base, in calo rispetto ai valori di chiusura di ieri (267 punti). Il rendimento del decennale italiano è a 3,87%.

2 - BORSA MILANO ACCELERA TRAINATA DA BANCARI, BANCO POPOLARE +7,9%
(Reuters) - Piazza Affari accelera e a metà seduta guadagna oltre l'1%, trainata dai titoli bancari. "Seguiamo le sedute positive delle borse asiatiche e andiamo meglio del resto d'Europa grazie ai bancari", spiega un trader. Intorno alle 12,45 il FTSE Mib guadagna l'1,29%, l'All Share sale dell'1,18%, mentre il benchmark europeo FTSEurofirst 300 limita i guadagni allo 0,35%.

* Accelera tutto il comparto bancario e in particolare BANCO POPOLARE, che mette a segno un balzo del 7,9%. I trader non individuano motivazioni fondamentali o speculative alla base del rialzo odierno e riconducono il tutto a movimenti di ricopertura. Forti rialzi anche per UBI (+6,4%), seguita a distanza da UNICREDIT (+2,9%). Lo stoxx di settore a livello europeo sale dell'1,8%.

* Guadagni più ridotti per POP MILANO (+1,5%). Un trader sottolinea come, dopo l'ultima assemblea, l'istituto abbia rallentato la corsa innescata dalle attese relative al progetto di trasformazione in SpA. "Dopo l'ultima assemblea, che ha visto il ritorno dei sindacati, il mercato teme che si trovi la solita soluzione all'italiana che porti la banca a rimanere uan popolare e che fallisca la trasformazione in SpA", spiega l'operatore.

* Tra i singoli titoli balza TELECOM ITALIA (+1,9%), in vista del Cda di domani, che dovrebbe affrontare il tema di un eventuale scorporo della rete fissa e dell'integrazione con 3 Italia, oltre che esaminare i conti del primo trimestre.
* In forte rialzo MEDIOLANUM (+4,4%).

* Rimbalza ANSALDO STS dopo che ieri ha chiuso in calo di circa l'1% sulla scia dei risultati. Mediobanca Securities mette in luce che la guidance sul portafoglio ordini sembra raggiungibile grazie alle gare in Medio Oriente. Secondo Equita, dopo le dichiarazioni rilasciate dal numero uno di Finmeccanica Alessandro Pansa a margine dell'assemblea, che ha detto che non è sicuro che l'azienda resti italiana, aumenta l'appeal speculativo del titolo.

* Prese di profitto su AUTOGRILL dopo il rialzo messo a segno ieri sulla scia del via libera del Cda al progetto di scissione.
* BANCA GENERALI ha registrato una brusca discesa dopo i risultati e cede l'1,9%.
* Tra i titoli a minore capitalizzazione D'AMICO (+4%) balza dopo i risultati, che hanno mostrato un utile nel primo trimestre pari a 7,6 milioni di dollari.
* Rialzo a doppia cifra per SEAT PAGINE GIALLE.

3 - FISCO: SQUINZI, PIU' IMPORTANTE INTERVENIRE SUL LAVORO CHE SULL'IMU
Radiocor - E' piu' importante intervenire sul costo del lavoro che sulla tassazione della casa. Lo sostiene il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, il quale, alla domanda se sia piu' importante intervenire sulla tassazione del lavoro piuttosto che sull'Imu ha risposto: 'Assolutamente si''.

La proposta di Confindustria di ridurre 'del 9% la tassazione del lavoro, attraverso la neutralizzazione del costo del lavoro dal calcolo degli imponibili Irap, e' un provvedimento che - ha sottolineato - che deve essere adottato e comunque avrebbe come risultato complessivo quello di ridurre del 9% il costo del lavoro'. Squinzi ha parlato a margine del 50mo anniversario del Premio Nobel a Giulio Natta.

4 - GOVERNO: BINI SMAGHI,SI PARLA SOLO DI TASSE E NON DI RIFORME
(ANSA) - "In queste prima mosse del Governo Letta si parla solo di tasse e non di riforme fondamentali per migliorare la competitività del Paese". Così l'economista Lorenzo Bini Smaghi, già componente del board della Bce, a Napoli dove ha tenuto un seminario all'Ipe per gli studenti dei Master in Bilancio e Finanza. Si punta a "cercare di diluire l'austerità, cercare di convincere l'Europa a farsi concedere più tempo per realizzare le riforme".

5 - INDESIT: MILANI, SIAMO ITALIANI E RESTIAMO IN ITALIA
(ANSA) - "Siamo una società italiana, restiamo italiani e restiamo in Italia". Lo ha detto l'ad di Indesit Company Marco Milani durante l'assemblea dei soci a Fabriano. Milani ha ammesso però che è "penalizzante" produrre in Italia e dover competere con altri gruppi industriali di elettrodomestici che producono in altri Paesi a costi più bassi".

Milani ha aggiunto che Indesit ha "tre poli produttivi in Italia, a Fabriano, Caserta e Comunanza e intendiamo mantenerli. Anche se qui produciamo più di quanto vendiamo". Tra le prospettive future l'ad ha citato il lancio di nuovi prodotti (una lavatrice e una lavastoviglie ad alta tecnologia, i piccoli elettrodomestici) e la partecipazione al progetto "Home lab" per la domotica. "Ci piacerebbe - ha detto il presidente Andrea Merloni, anche alla guida di Home Lab - che Fabriano tornasse ad essere un polo all'avanguardia, come ieri per gli elettrodomestici, oggi per la tecnologia".

6 - APPELLO AL CSM SUL CASO MONTEPASCHI
S.Mo. per il "Sole 24 Ore" - C'è burrasca nel tribunale di Siena. Lo scorso 26 aprile il presidente Stefano Benini ha inviato una lettera al vicepresidente del Csm, chiedendo un aiuto per rinforzare sia la procura che gli uffici del gip, troppo affaticati dalle vicende del Monte dei Paschi.

Fin qui niente di strano; ma poi Benini, nero su bianco, affonda il coltello sul gip Ugo Bellini: «non v'è giorno in cui il collega non chieda di essere sollevato da quelle funzioni; la demotivazione e il timore di non essere all'altezza del compito sono evidenti». Benini, insomma, riporta per iscritto le confidenze di Bellini, e chiede per questo un supporto al Csm.

Il fatto, di per sé, potrebbe sembrare semplicemente sgradevole. Se non fosse che Bellini è anche il gip che pochi giorni fa, all'interno della vicenda Mps, non ha convalidato il decreto dei procuratori Nastasi, Natalini e Grosso, che imponeva un maxi sequestro da 1,8 miliardi ai danni della banca giapponese Nomura, ipotizzando i reati di usura e truffa. La casualità vuole anche che la mancata convalida del sequestro da parte di Bellini e la lettera al Csm di Benini abbiano la stessa data. Verrebbe quasi il sospetto, ad essere maliziosi, che Benini non abbia ben valutato lo stop alla misura cautelare predisposta dai procuratori.

7 - I BUY BACK GONFIANO LE PAGHE DEI MANAGER
M. Val. per il "Sole 24 Ore" - Vengono presentati alla stregua di regali agli azionisti. Atti di generosità per sostenere titoli maltrattati dal mercato. Ma la popolarità dei buyback, dei piani di riacquisto di azioni, ha anche ben altra ragione tra i top executive, meno altruistica: gonfiano i loro compensi, a volte di milioni di dollari. E strappano premi quando i risultati non li giustificherebbero affatto.

È quanto ha scoperto il Wall Street Journal, sollevando il sipario sull'ultimo atto dallo "spettacolo" delle super-paghe nella Corporate America: con un quarto delle maggiori società che ricorre agli utili per azione quale misura della performance, e dei bonus a questa legati, quando non è possibile migliorare conti e margini di profitto si può sempre ridurre il numero dei titoli con un buyback.

Detto fatto: nel caso dei supermercati Safeway, nonostante risultati stagnanti, riacquisti per 1,2 miliardi hanno sollevato gli utili per azione del 61% e garantito al Ceo Stevan Burd un premio da 2,3 milioni. Caso unico? Difficile crederlo: l'anno scorso le aziende nello S&P 500 hanno lanciato buyback per 408 miliardi. I profitti aziendali in media sono lievitati del 5% ma gli utili per azione del 6,1 per cento. Crescita - e compensi - da buyback.

8 - A2A E LE SCELTE TRA POLITICA E MERCATO
Ch.C. per il "Sole 24 Ore" - Giuliano Pisapia riaccende la rivalità tra Milano e Brescia in A2A, che appariva sopita dopo gli anni turbolenti seguiti alla fusione. Il sindaco ha bocciato la nomina del bresciano Paolo Rossetti alla presidenza di Amsa, società che si occupa della filiera rifiuti a Milano, poiché avrebbe preferito una persona che «conosce a fondo la realtà della città».

E pensare che proprio Pisapia, diversamente dai predecessori, si era distinto per avere ridotto le incursioni della politica nella ex municipalizzata, in particolare sui dividendi. Con effetti positivi sul titolo, che dai conti 2012 ha guadagnato oltre il 60%: dai minimi di luglio il valore del pacchetto di Palazzo Marino è più che raddoppiato a oltre 550 milioni.

Ora il cambio di rotta, col patto di sindacato Milano-Brescia sul 55% di A2A in scadenza a fine anno. Più nell'immediato, oggi il consiglio di gestione sarà chiamato ad approvare la trimestrale ma anche ad affrontare il nodo Amsa, magari ratificando ad interim la nomina di Rossetti. Con calma, l'attuale dg della multiutility potrebbe essere sostituito, ma sempre nella filosofia ribadita da una recente nota del presidente del consiglio di sorveglianza, Pippo Ranci, che auspicava la presenza di soli manager interni nei cda delle controllate.

9 - MERIDIANA LASCIA LA BORSA
F.Mas. per il "Corriere della Sera" - L'ultima compagnia aerea di Piazza Affari , Meridiana Fly, si prepara a lasciare il listino di Borsa, dopo l'uscita di Alitalia e prima ancora di vettori minori come Gandalf. È il destino segnato della compagnia aerea che fa capo alla Meridiana spa del principe ismaelita Karim Aga Khan, che ancora una volta per salvare la società ha messo mano al portafoglio. Prima ha rilevato le quote dei soci di minoranza, a cominciare dall'ex amministratore delegato Giuseppe Gentile.

Quindi, forte dell'89% in pancia, a metà aprile ha lanciato un'opa a 0,6 euro per azione (a forte sconto) sull'11% residuo con l'obiettivo del delisting. L'addio a Piazza Affari è pressoché scontato visto che, secondo fonti vicine al gruppo, le adesioni sono già arrivate a circa il 94%, prossima alla soglia del 95% che fa scattare le vendite obbligatorie.

Meridiana Fly nel 2012 ha perso 190,23 milioni di euro su 579,52 milioni di ricavi e per salvarla è stato messo in cantiere un aumento di capitale da 201 milioni che sarà versato alla fine dell'opa. L'obiettivo, come ha detto giorni fa il nuovo capoazienda, Roberto Scaramella, è «trovare un partner strategico dopo il riassetto». Un modo per garantire un futuro alla compagnia che vola sulla Sardegna e anche ai dipendenti, già colpiti da 1.350 esuberi.

10 - ROLAND BERGER CAMBIA VERTICE E RIPENSA AL SOCIO
MDF per il "Corriere della Sera" - Grandi cambiamenti in corso alla Roland Berger Strategy Consultants, dalla quale si è dimesso ieri, per ragioni di salute, il ceo Martin Wittig, che sarà sostituito dall'attuale presidente dell'organo di sorveglianza Burkhard Schwenker. Per quest'ultimo si tratta di un ritorno alla guida della società di consulenza controllata da circa 250 partner, fra cui il fondatore Roland Berger (il quale, fra l'altro, è anche vicepresidente di Rcs Mediagroup), riunitisi nel corso del fine settimana a Francoforte per approvare il ricambio al vertice e dare mandato ai vertici di valutare le diverse opzioni strategiche.

Tre anni fa il 53enne Schwenker si era ritirato dal vertice operativo, dopo aver guidato, fra il 2003 e il 2010, il gruppo. E ieri, tuttavia, ha tenuto a precisare che si tratta di un incarico che durerà «al massimo un anno». Ma il 53enne economista e matematico, vicepresidente, fra l'altro, dell'associazione Atlantik-Bruecke, il 'pontè fra Germania e Usa fondato dall'ex Cancelliere Konrad Adenauer, non ha ancora precisato se e come intende mettere in pratica i piani di espansione delle attività, legati all'alleanza con un gruppo internazionale.

Una strategia che l'anno scorso aveva puntato a un matrimonio del superconsulente tedesco con la società di revisione contabile Deloitte. Allora il progetto fu bloccato dalla maggioranza dei partner. Tuttavia, con il protrarsi della crisi finanziaria i partner della Roland Berger avrebbero riconsiderato l'opzione dell'alleanza internazionale. Secondo indiscrezioni trapelate, la decisione dovrebbe concretizzarsi entro l'estate prossima.

11 - LA FIBRA OTTICA E LA CONTESA DELLE STRADE «BUCATE»
M.Sid. per il "Corriere della Sera" Come sempre le fasi di transizione sono quelle più gettonate per i «cambi in corsa». E non è detto che l'occasione sia sfruttata sempre per fare un passo in avanti. Una delle poche cose che stavano andando in porto sul decreto sviluppo voluto dal ministro Corrado Passera era il via libera alla posa dei cavi in fibra ottica con le cosiddette mini-trincee. Di che si tratta? Di macchine che tagliano chirurgicamente e per soli 5 centimetri il bordo stradale posando la fibra, laddove l'alternativa sono i disastrosi scavi che ogni cittadino conosce.

Ebbene, con il neogoverno Letta i Trasporti sono stati scorporati dallo Sviluppo economico (nel precedente esecutivo tecnico erano stati uniti). E il ministero di Maurizio Lupi ha bloccato qualche giorno fa il regolamento attuativo dell'art. 14 proponendone uno ex novo che blocca su tutte le strade Anas le mini-trincee.

Una decisione definita «sconcertante e deprimente» da Paolo Trombetti, presidente dello IATT (Italian Association for Trenchless Technology), che ha parlato di «ostacoli legati agli interessi dei gestori delle strade». Per Trombetti gli interessi nemmeno tanto sommersi dell'Anas nei confronti degli scavi tradizionali risalirebbero nella volontà di farsi «rifare» le strade dagli operatori telefonici. Sia come sia che la contesa delle «buche» venga risolta. In maniera che dentro non ci finiscano, come al solito, i cittadini.

 

 

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