
MPS SI TIENE BASSA: BASTERÀ IL 35% DI MEDIOBANCA PER GIUDICARE RIUSCITA L’OFFERTA PUBBLICA DI SCAMBIO – È IL MINIMO: SOLO CON LE AZIONI DI DELFIN, CALTAGIRONE E LE CASSE DI PREVIDENZA, SI ARRIVA A QUELLA QUOTA. MA PER CONTROLLARE L’ASSEMBLEA DI PIAZZETTA CUCCIA (E CAMBIARE DI CONSEGUENZA LA GOVERNANCE) SERVIRÀ ALMENO IL 42% DEL CAPITALE – A INGOLOSIRE GLI AZIONISTI SONO I CREDITI FISCALI (LE DTA), CHE SCATTERANNO SOLO SE SIENA ACQUISISCE IL CONTROLLO DI DIRITTO DELL’ISTITUTO MILANESE - SULL'OPERAZIONE PENDE LO SPADONE DI DAMOCLE DELL'INCHIESTA MILANESE SULLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15%, AFFIDATA A BANCA AKROS (CHE RISPUNTA TRA GLI INTERMEDIARI DELL'OPS)
Estratto dell’articolo di Giuliano Balestreri per “La Stampa”
LUIGI LOVAGLIO - FOTO LAPRESSE
Luigi Lovaglio si accontenta del 35% di Mediobanca. L'amministratore delegato di Mps non vuole correre rischi. E sebbene a Siena siano convinti di raggiungere un'adesione superiore al 50% del capitale di Piazzetta Cuccia, nel prospetto dell'offerta pubblica di scambio di autorizzata dalla Consob si sottolinea che l'efficacia dell'operazione è «subordinata al conseguimento di una partecipazione rappresentativa di almeno il 35% dei diritti di voto esercitabili in assemblea», una soglia «non rinunciabile» a differenza di quella indicata del 66,67 per cento.
Tuttavia, nel documento non si chiarisce - come richiesto a Consob da parte di Mediobanca - cosa succederà agli azionisti e come verranno remunerati nel caso non venisse raggiunta la soglia del 50% del capitale.
Tra i sostenitori dell'offerta ci sono Caltagirone che detiene il 9,9% dei Mediobanca, la Delfin della famiglia Del Vecchio con il 19,7% e la casse di previdenza che hanno circa il 5,5% del capitale. A favore anche Amundi e anche la famiglia Benetton sembra intenzionata a consegnare i propri titoli.
Mps punta a realizzare sinergie per circa 700 milioni di euro, ma a ingolosire gli azionisti, soprattutto gli istituzionali, è l'utilizzo delle Dta, i crediti fiscali, ma il loro beneficio pieno scatta solo se Siena acquisisce il controllo di diritto di Mediobanca: «Il pieno assorbimento delle Dta - si legge nel prospetto - è subordinato alla realizzazione delle sinergie di integrazione e al conseguimento del controllo da parte dell'Offerente sulla Società Oggetto».
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE MILLERI
In particolare, una base imponibile consolidata più elevata permetterebbe di iscrivere a bilancio 1,3 miliardi di crediti fiscali in più portando il totale a 2,9 miliardi con un beneficio di capitale di circa 500 milioni l'anno per sei anni. In caso contrario, gli incassi andrebbero spalmati fino al 2036.
Dal punto di vista industriale, invece, Lovaglio ritiene che anche in caso di controllo di fatto di Mediobanca, le sinergie e gli obiettivi strategici dell'offerta «saranno realizzabili» anche se «con possibili variazioni e ritardi nella loro implementazione».
Anche perché il cambio di governance non sarebbe automatico e servirebbe un passaggio assembleare: per controllare l'assise di Piazzetta Cuccia serve almeno il 42% del capitale, motivo per cui gli addetti ai lavori sottolineano come il vero obiettivo minimo si quello del 45% del capitale. A quel punto Mps potrebbe procedere con acquisti incrementali fino al 5% del capitale l'anno: abbastanza per far scattare il controllo di diritto e le Dta.
[…] Nel prospetto si parla anche di Banca Generali. Siena spiega che l'operazione avviata da Mediobanca potrebbe essere coerente con il proprio razionale strategico. Tuttavia «non potendo disporre ancora di tutte le informazioni necessarie, si riserva di valutarla compiutamente una volta che il quadro sarà più definito».
LUIGI LOVAGLIO - FOTO LAPRESSE
Tra gli intermediari dell'operazione […] Banca Akros la controllata di Bpm - azionista di Mps al 9% - che ha curato l'ultimo collocamento di Mps con l'ingresso nel capitale di Caltagirone e Delfin e su cui la procura di Milano ha aperto un fascicolo […]
ALBERTO NAGEL
RISIKO BANCARIO - BANCO BPM - MONTE DEI PASCHI DI SIENA - MEDIOBANCA
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