DOPO LE PEN DEL “BUDINO” ARRIVANO QUELLE PER LA MERKEL - IL RIMPASTO DI GOVERNO VOLUTO DA HOLLANDE È UN SILURO A BERLINO E BRUXELLES: IL NEO MINISTRO DELL’ECONOMIA, MONTEBOURG, È NEMICO DELL’AUSTERITY E DELL’EURO FORTE

Giovanni Torelli per "Libero quotidiano"

Sarà pur vero, come ha detto l'ex ministro Raffarin, che «il governo Valls rappresenta la continuità», che sarà «un governo di combattimento fatto da vecchi combattenti» (Bournavel), o, al più, un esecutivo figlio di un rimpastino. Ma, a ben vedere, un cambiamento sostanziale c'è stato. Nel ruolo di ministro dell'Economia è stato infatti nominato Arnaud Montebourg, cane sciolto del partito ma soprattutto convinto avversario dell'euro forte e della Merkel.

Già «terzo uomo » insieme a Hollande e Martine Aubry nelle primarie socialiste del 2011 e poi ministro al Rilancio produttivo nell'esecutivo di Ayrault, Montebourg è il capofila della «deglobalizzazione » e del patriottismo economico francese, fautore di un programma ispirato al protezionismo e allo statalismo. Rifiuta convintamente l'austerity imposta da Berlino e Bruxelles, chiede insistentemente un cambio di marcia all'Europa ed è colui che nel 2005 si è battuto per il «no» alla Costituzione europea.

Come un Tsipras d'Oltralpe, recentemente ha definito «bismarckiane » le direttive della Merkel e in un'intervista ha parlato espressamente dell'ur - genza di «riorientare l'Europa, dato che l'Europa già ci orienta con politiche dogmatiche di austerità».

Il suo atteggiamento combattivo rischierà di piacere poco, oltre che al di là del Reno, anche al collega ministro, che occuperàil piano superiore dello stessopalazzo a Bercy: Michel Sapin, designato ministro alle Finanze. Sorprendentemente, infatti, il ministero all'Economia e alle Finanze stavolta è stato sdoppiato, come capita già in Germania, anche se con una differenza non da poco: a Berlino è il titolare delle Finanze a comandare, a Parigi no.

Sapin, dieci anni in più diMontebourg, la pensa molto diversamente da lui in economia. Socialdemocratico, è sostenitore di una politica del rigore e della stabilità dei conti e, nel suo ruolo, avrà la funzione di tenere in ordine le casse pubbliche, evitando nuovi sforamenti oltre il tetto del 3% (al momento il rapporto deficit-Pil in Francia è al 4,2%). Ministro delle finanze già 22 anni fa, nelgoverno socialista targato Bérégovoy, Sapin è un fedelissimo di Hollande e da questi scelto per far parte, come ministro del Lavoro, del governo Ayrault.

Montebourg, al contrario, è prossimo politicamente oltreché anagraficamente (sono coetanei) aManuel Valls. Il dualismo Hollande-Valls si replicherà dunque nelle stanze del palazzo di Bercy con il confronto, su due piani, Montebourg- Sapin (non vorremmo che andasse la nostra Marianna Madia a trovarli: potrebbe sbagliare piano e scambiare l'uno con l'altro come ha fatto con il duo Giovannini- Zanonato).

Tra i due comunque «ci saranno scintille», assicurano voci interne all'Eliseo. Se questa sfida appassiona i commentatori, piace molto meno all'ex titolare unico del ministero, Pierre Moscovici, il quale è uno dei pochi «trombati» del vecchio esecutivo: ora verrà riciclato nel ruolo di commissario europeo.

Insieme a lui lasciano il posto Vincent Peillon, ex ministro dell'Educazione nazionale sostituito dall'uomo di estrema sinistra Benoît Hamon, Nicole Bricq, ministro del Commercio incappata in una topica sul cibo nauseante di Hollande, Cécile Duflot, che perde il dicastero della Giustizia territoriale per ragioni politiche, avendo fatto mancare i Verdi l'appoggio al governo Valls, più altri ministri quali Philippe Martine (rimpiazzato da Ségolène Royal all'Ambiente), Geneviève Fioraso (fatta fuori insieme al suo ministero dell'Insegna - mentosuperiore) e Lurel e Fourneyron (già all'Oltremare e allo Sport).

Altri otto ministri restano saldamente ai loro posti (tra questi, Fabius agli Esteri e perfino la Taubira, acerrima nemica di Valls, alla Giustizia). Sei, tra cui appuntoMontebourg eSapin, vengono invece spostati di poltrona. La più preoccupata di questa rivoluzione invisibile è Marine Le Pen.

«È un governo che somiglia terribilmente al vecchio», ha sostenuto, alludendo sia al passato prossimo cheal passatoremoto. Bendue ministri infatti, la Royal e Sapin, già facevano parte del governo socialista nel 1992. Ma la figura che inquieta di più la Blue Marine è quella di Montebourg. Intervistata da BfmTv, ha detto che «la sua nomina è tutto fumo. Chi detterà legge, accettando le politiche d'austerità dell'Ue, sarà Michel Sapin».

In realtà la Le Pen teme che Montebourg, con il suo profilo critico verso l'euro, possa rubarle la lotta anti-Bruxelles. In vista delle Europee, non sarebbe un buon affare per il Front National, anche perché a capo del governo c'è un altro mastino, come Manuel Valls, che a sua volta porta avanti la stessa campagna di Marine contro l'immigrazione di massa. Marine, Manuel, Montebourg. La Le Pen si deve guardare dai suoi imitatori targati Ps.

 

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