urbano cairo

NON ERA CINISMO, MA PREOCCUPAZIONE PER I CONTI - IL VIDEO MOTIVAZIONALE DI CAIRO? I RICAVI DEL SUO GRUPPO ERANO IN CALO NEL 2019 GIÀ PRIMA DEL COVID. LA7 NON PRODUCE UTILI NONOSTANTE L'AUDIENCE. E A MARZO SI È VERIFICATO UN RALLENTAMENTO DELLA RACCOLTA PUBBLICITARIA SIA IN ITALIA CHE IN SPAGNA. URBANETTO È STATO UN CAMPIONE DEL TAGLIO DEI COSTI, MA QUANDO HAI TAGLIATO TUTTO E ARRIVA UNA CRISI GLOBALE…

urbano cairo scatenato alla festa della gazzetta 4

Fabio Pavesi per www.affaritaliani.it

 

Ha creato sorpresa, mista a indignazione, quel video in cui Urbano Cairo spronava i suoi venditori a raccogliere pubblicità per i suoi giornali e la sua Tv. I toni erano quelli dell’imbonitore stile Publitalia, con quel riferimento esplicito ai fasti del ’96 degli anni lontani del boom dei consumi. È apparso ai più come un messaggio cinico e opportunistico in un momento così tragico come quello epocale e drammatico che stiamo vivendo. E anche il video messaggio di risposta alle critiche è parso contradditorio. 

 

 

Il Re Mida dell’editoria ha detto che fosse stato per lui avrebbe fatto come in Cina: chiudere tutto subito, per ripartire più veloci dopo. Tant’è. Ma c’è in realtà se si guardano i numeri del suo impero una chiave di lettura ben diversa. Più che l’ottimismo della volontà la cifra del video messaggio potrebbe essere in realtà il pessimismo della ragione. 

 

URBANO CAIRO E GIUSEPPE CONTE

Dietro a quella voglia di spronare la carica al suo esercito di venditori di advertising ci potrebbe essere una sorta di disperazione. O quanto meno di forte preoccupazione. Cairo da imprenditore attento e intelligente quale è, sa benissimo in realtà che la pubblicità, al di là del mezzo che la raccoglie, sarà una delle vittime illustri della pandemia di coronavirus. Se le attività economiche chiudono e i ricavi crollano la prima a farne le spese è proprio la pubblicità. Se non hai prodotti da vendere perché si ferma la produzione o perché la gente non può acquistare, perché investire in marketing e advertising? Se manca il contenuto, il contenitore è superfluo. Del resto Cairo stesso ha messo le mani avanti. 

 

Nelle comunicazioni dei risultati di bilancio del 2019 sia di Rcs che di Cairo Communication è scritto che a marzo del 2020 si è verificato un rallentamento della raccolta pubblicitaria sia in Italia che in Spagna, i due mercati dove è attivo Cairo. Più che plausibile data la situazione. Certo nel comunicato di bilancio si evidenzia che il gruppo ha leve gestionale adeguate per fronteggiare l’emergenza sanitaria in grado di confermare le prospettive di medio lungo periodo. 

 

taylor mega urbano cairo

E su questo Cairo, nella gestione di Rcs, ha dimostrato di saper sfruttare al meglio le efficienze di costo per compensare eventuali cali dei ricavi. Cali dei ricavi che il gruppo Cairo ha già sperimentato nel 2019 in totale assenza di ogni fattore imprevisto e drammatico come la pandemia. L’anno scorso Rcs ha patito un calo complessivo del giro d’affari di oltre 50 milioni pari a un -5,3% su base annua. Sia il fatturato da vendita di copie sia la pubblicità sono entrambe scese. E questo in un anno ancora “normale”. 

 

Ovvio che la grave pandemia non potrà che avere ripercussioni. Il blocco e lo spostamento in là nel tempo delle manifestazioni sportive toglierà ricavi nei primi mesi al business sportivo gestito da Cairo a partire dal Giro d’Italia alla Milano Marathon

 

La fame di informazione soprattutto online inciderà in positivo sull’audience e sulle diffusioni dei media. Ma non è detto che questo porti automaticamente a un incremento dei ricavi pubblicitari. Ne sa qualcosa l’altro gioiello di casa che è La7. Cairo continua a magnificare i dati di ascolto della sua emittente e dei talk show di successo che ospita. Tutto vero, ma fino all’anno scorso l’abbinata più audience più pubblicità non ha funzionato. 

 

giovanni floris urbano cairo massimo giletti enrico mentana

Lo share in più pare non riflettersi sui dati di bilancio. Nel 2019 la raccolta pubblicitaria sui canali La7 e La7d è stata pari a 148,5 milioni pressochè ferma sul 2018 dove fu di 149 milioni. E i ricavi netti sono stati l’anno scorso pur con ascolti in crescita a 105,8 milioni anch’essi fermi sul 2018. Il cruccio di Cairo è che La7 non produce utili. Nel 2019 la perdita netta è stata di 1,4 milioni, l’unico business insieme a Cairo Network che non produce utili. Vedremo se il copione si riprodurrà quest’anno nel pieno dramma dell’epidemia. 

 

Sulla capacità dell’ex assistente di Silvio Berlusconi di risanare e gestire al meglio le aziende nessuno ha dubbi di sorta. Basti il capolavoro di Rcs, dove in pochissimo tempo Cairo ha ribaltato la situazione economica di un gruppo che sotto l’egida del “salotto buono” aveva cumulato perdite per oltre 1,3 miliardi. 

urbano cairo silvio berlusconi

 

Lui, il mago dei numeri ha riportato in utile un gruppo che pareva destinato alla fine. Chapeau. E l’ha fatto tagliando inefficienze di costo per centinaia di milioni, senza di fatto toccare il costo del lavoro. Solo tra il 2018 e il 2019 a fronte di ricavi scesi di oltre 50 milioni, il costo del lavoro complessivo di Rcs è rimasto stabile a 264 milioni, lo stesso livello del 2018. 

 

La forbice Cairo l’ha usata sul resto dei costi operativi tagliati di 47 milioni tra il 2018 e il 2019 per pareggiare il calo dei ricavi. Ora però anche Cairo, consapevole che la caduta dei ricavi proseguirà e anzi si accentuerà nel 2020 è passato alla linea dura sui costi del lavoro. 

 

Michela Mantovan, Urbano Cairo, Ernst Knam e Luciano Fontana

Prima dello scoppio della pandemia ha infatti chiesto lo stato di crisi con la richiesta di prepensionamenti per il Corriere. Prepensionamenti pagati dallo Stato per un gruppo che comunque macina utili per 68 milioni l’anno scorso. Tutto lecito per carità. È una legge dello Stato cui anche Cairo ha deciso di appellarsi e di approfittarne. L’hanno fatto pressochè tutti gli editori italiani. 

 

L’unico neo è che Rcs non è in crisi, fa utili, darà dividendi come ha deciso di darli la stessa Cairo Communication. Per chi ha sempre sostenuto il libero mercato e si è fatto vanto di non aver mai cacciato nessuno, la richiesta di aiuto pubblico appare come un pesante scivolone reputazionale. 

 

urbano cairo

Certo è che l’imprenditore alessandrino sa bene che per un business in crisi strutturale come l’editoria il taglio dei costi è la prima arma, ma scavato il fondo del barile poi occorre fare i conti con la discesa inarrestabile dei ricavi. E allora l’accetta sarà più profonda. Senza contare l’annus horribilis che ci si presenta davanti. Che rischia davvero a partire dal collasso della pubblicità ad accelerare l’agonia contabile del mondo dei media. Forse erano solo i grandi crucci (più che legittimi) ad aver spinto Cairo a trasformarsi per un giorno a imbonitore di piazza. Più che cinismo, grande preoccupazione.

 

Ultimi Dagoreport

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...