alberto nagel francesco gaetano caltagirone

OPS, SUL RISIKO IL GOVERNO È SIA ARBITRO CHE ATTACCANTE – IL RINVIO AL 25 SETTEMBRE DELL’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA SULL’OPERAZIONE BANCA GENERALI SERVE A NAGEL A PRENDERE TEMPO: SE SI FOSSE VOTATO OGGI, IL FRONTE CALTAGIRONE-MELONI AVREBBE VINTO, BLOCCANDO L’OPERAZIONE – È UNA SCOMMESSA AZZARDATA: A LUGLIO POTREBBE PRENDERE IL VIA L’OPS DI MPS SU MEDIOBANCA, CHE POTREBBE PORTARE A UN RIBALTONE AL VERTICE DELLA BANCA D’AFFARI. MA SULL’OFFERTA DEL MONTE CI SONO MOLTE INCOGNITE: PRIMA FRA TUTTE, L’INCHIESTA DI MILANO SUL CONCERTO CALTA-DELFIN-BPM (CON L’OK DEL GOVERNO), E POI I MOLTI DUBBI DELLA BCE…

1. MEDIOBANCA RINVIA. SU BANCA GENERALI ASSEMBLEA A SETTEMBRE

Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per “la Repubblica”

 

ALBERTO NAGEL

Con una mossa a sorpresa il consiglio di amministrazione di Mediobanca ha rinviato al 25 settembre l’assemblea sull’operazione Banca Generali. Confermando le indiscrezioni di Repubblica ieri alle 11 si è riunito in forma straordinaria il cda che ha votato a favore del rinvio con l’astensione di Sabrina Pucci e il voto contrario di Sandro Panizza, i due consiglieri che erano stati indicati nel 2023 nella lista Delfin. […]

 

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE

Tuttavia il rinvio ha anche una motivazione meno nobile: a poche ore dall’assemblea le proiezioni in base ai voti già espressi telematicamente mostravano che il fronte dei contrari e degli astenuti era in vantaggio (oltre il 40% su un’affluenza di oltre l’80%). Colpa, secondo Mediobanca, del rastrellamento di titoli in Borsa compiuto negli ultimi 40 giorni che ha tolto dal mercato almeno l’11% del capitale.

 

Caltagirone è salito dal 7 al 10%, le casse previdenziali Enpam, Enasarco e Cassa Forense hanno superato complessivamente il 5% e l’Unicredit di Andrea Orcel è arrivata a sfiorare il 4% (l’1,9% direttamente e il 2% attraverso JP Morgan e Jefferies). E tutti questi soggetti, incluso il 2,2% di Benetton, si sarebbero astenuti per mancanza di informazioni.

 

ANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSE

Dunque meglio prender tempo piuttosto che andare incontro a una sicura sconfitta. Ora bisognerà vedere se queste posizioni reggeranno fino a settembre ma è molto probabile che l’assemblea su Banca Generali non si svolga mai. Entro il 25 settembre, infatti, si dovrebbe sapere l’esito dell’Ops di Mps su Mediobanca: se sarà positivo Piazzetta Cuccia avrà cambiato padrone; se dovesse essere negativo Mediobanca sarà libera dalla passivity rule e potrà procedere su Banca Generali anche senza assemblea.

 

2. MOSSA DI NAGEL PER LA CONTA DEI VOTI ORA IL MONTE DEI PASCHI AVANZA

Estratto dell’articolo di Daniela Polizzi e Federico De Rosa per il “Corriere della Sera”

 

I SOCI DI MEDIOBANCA - 15 GIUGNO 2025

[…] La partita sulla scacchiera del risiko torna così in stand-by, con un altro rinvio dopo quello su Banco Bpm concesso dalla Consob a Unicredit con la sospensione dell’Ops.

Due partite che non si incrociano, ma potrebbero sfiorarsi nei possibili sviluppi di un nuovo giro di tavolo. Restano in piedi l’Ops di Bper su PopSondrio che partirà oggi, e quella di Ifis su Illimity ma soprattutto quella di Montepaschi su Mediobanca, che in un colpo solo può cambiare di nuovo lo scenario.

 

BANCA GENERALI

Al ceo di Mps Luigi Lovaglio manca l’ok della Bce e della Consob per lanciare l’offerta sul mercato. Un’accelerazione che potrebbe chiudere una volta per tutte la partita di Piazzetta Cuccia su Trieste. Il fronte di azionisti che avrebbe votato contro o si sarebbe astenuto — una compagine articolata e non omogenea — all’assemblea di Mediobanca ora potrebbe essere pronto a scambiare azioni con Siena non appena ci sarà il via libera dei regolatori. Oggi ci sarà anche il test del mercato.

 

C’è tuttavia chi ritiene che l’autorità di Borsa e la stessa Bce saranno ancora più attente dopo l’apertura dell’indagine da parte della Procura di Milano sulla vendita a novembre del 15% del capitale di Mps da parte del ministero dell’Economia a Delfin, Caltagirone, Banco Bpm e Anima sgr.

 

PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL

A maggior ragione quello conquistato da Nagel è tempo prezioso. Potrà approfondire assieme a Generali le partnership strategiche che andranno a compensare l’uscita di Banca Generali dal perimetro del Leone e il suo ingresso sotto il cappello di Piazzetta Cuccia per creare un polo del risparmio. […]

 

MEDIOBANCA, INDIETRO TUTTA SULL’ASSEMBLEA. L’ASSEDIO DI CALTAGIRONE E DEL VECCHIO

Estratto dell’articolo di Vittorio Malagutti per “Domani”

 

SABRINA PUCCI

Niente resa dei conti a Mediobanca. Se ne riparla a settembre, forse. Con un colpo di scena maturato tra sabato e le prime ore di domenica, il consiglio di amministrazione di Piazzetta Cuccia ha deciso di rinviare l’assembla dei soci convocata per le 10 di lunedì. All’ordine del giorno c’era il via libera all’offerta pubblica di scambio (ops) su Banca Generali.

 

Il voto è stato rimandato al 25 settembre. Tra 100 giorni, quindi, un tempo lunghissimo, vista e considerata la velocità con cui si moltiplicano sorprese e rovesciamenti di fronte in una partita di potere […] che ha presso le mosse nell’autunno scorso. Una partita che vede coinvolto, come arbitro e giocatore allo stesso tempo, anche il governo di Giorgia Meloni.

 

Sull’esito delle scalate in Borsa grava poi l’incognita delle indagini della magistratura, dopo che, come si è appreso tre giorni fa, la procura di Milano ha aperto un’inchiesta sulle modalità della vendita, da parte del ministero dell’Economia, del 15 per cento del Monte dei Paschi, ceduto a Francesco Gaetano Caltagirone, la famiglia Del Vecchio e il BancoBpm, tre investitori considerati vicini all’esecutivo.

 

ALBERTO NAGEL

[…] L’inversione di rotta decisa questa domenica da Mediobanca contribuisce a complicare uno scenario già molto movimentato e, almeno a prima vista, espone a rischi supplementari l’istituto guidato da Alberto Nagel.

 

A meno che, come suggeriscono plurime fonti finanziarie, il rinvio non sia stato deciso come mossa estrema per evitare una conta dei voti in assemblea che si sarebbe risolta con la vittoria del fronte degli azionisti avversi a Nagel, cioè lo schieramento guidato da Caltagirone, con i Del Vecchio, da sempre contrari all’ops su Banca Generali.

 

giorgia meloni e giancarlo giorgetti - question time alla camera

Dopo aver preso atto della forte partecipazione attesa in assemblea e del gran numero dei “no”, il vertice di Mediobanca avrebbe quindi deciso di buttare la palla in avanti, nella speranza che gli eventi prendano una piega più favorevole.

 

[…] Come noto, […] l’operazione proposta da Mediobanca consiste nell’acquisizione dell’intero capitale di Banca Generali che verrebbe pagato offrendo in cambio la quota del 13,1 per cento posseduta dalla stessa banca d’affari nelle Generali. Poiché queste ultime controllano il 50,1 per cento di Banca Generali, l’adesione della compagnia d’assicurazioni è essenziale per garantire a Piazzetta Cuccia il successo dell’ops.

 

francesco gaetano caltagirone sbrocca report 6

Nel comunicato si sottolinea che giovedì scorso le Generali hanno reso noto di “aver avviato un processo di analisi della proposta avanzata da Mediobanca". In altre parole, la banca d’affari si dichiara pronta a rinviare ogni decisione proprio per dare modo alla compagnia di Trieste di fare tutte le valutazioni del caso.

 

A questo punto riesce difficile non notare almeno due fatti. L’esigenza di avviare un “processo di analisi” è stata avvertita da Generali a ben sei settimane di distanza da quando, il 28 aprile, Mediobanca ha annunciato l’ops su Banca Generali e con soli quattro giorni di anticipo dall’attesa assemblea di Piazzetta Cuccia. In secondo luogo, nei giorni scorsi, dal fronte di Caltagirone era arrivata la richiesta di rinviare l’assise dei soci proprio allo scopo di avere maggiori ragguagli sulla posizione di Generali.

 

MPS MEDIOBANCA

[…]  All’epoca Mediobanca aveva respinto l’affondo di Caltagirone confermando l’assemblea per il 16 giugno e sottolineando la posizione di potenziale conflitto d’interesse di Caltagirone e dei Del Vecchio che sono grandi azionisti sia di Mediobanca sia di Generali.

 

Tra maggio e i primi di giugno, però, c’è stato gran movimento in Borsa sui titoli della banca d’affari. Mani forti hanno rastrellato milioni di azioni e gran parte di questi pacchetti è andata a rafforzare le posizioni del fronte Caltagirone, che da parte sua, ha comunicato di essere salito dal 7 al 10 per cento, mentre anche casse previdenziali come Enpam (medici), Enasarco (agenti di commercio), Cassa Forense (avvocati), tutte schierate contro l’ops, hanno accumulato fino al 5 per cento del capitale. Anche Unicredit ha preso posizione con un 1,9 per cento.

LUIGI LOVAGLIO - FOTO LAPRESSE

 

[…] In altre parole, l’esito del voto previsto per lunedì era diventato più che mai incerto e il cda di Mediobanca ha scelto il rinvio. La decisione è stata presa con il voto contrario di Sandro Panizza e l’astensione di Sabrina Pucci, due consiglieri entrambi eletti nella lista di Delfin, la holding dei Del Vecchio. Il fatto sorprendente è che anche Delfin nei giorni scorsi avevano chiesto tempo in attesa che Generali facesse chiarezza sulla sua posizione.

 

Ancora 100 giorni, quindi, prima del voto, ma molto nel frattempo potrebbe cambiare. Tra l’altro, a luglio potrebbe prendere il via l’ops di Mps su Mediobanca, un’operazione che, se avesse successo porterebbe a un ribaltone al vertice della banca d’affari con conseguente rinuncia alle mire su Banca Generali. Il Monte però non ancora ricevuto il via libera della Bce e sulla banca senese pende anche l’inchiesta giudiziaria per la vendita del 15 per cento in mano al Tesoro. Nuovi dubbi, nuovi sospetti per un thriller finanziario che sembra non avere mai fine.

Lovaglio, Nagel, Caltagirone, Milleri

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."