spid giorgia meloni

PAGHERETE CARO, PAGHERETE TUTTO… ANCHE LO SPID – I 40 MILIONI DI EURO DI FINANZIAMENTI PUBBLICI PER L’IDENTITÀ DIGITALE PUBBLICA NON SONO ARRIVATI, NONOSTANTE SIANO PREVISTI DA UN DECRETO DEL 2023. COLPA DELLE LUNGAGGINI POLITICHE PER SBLOCCARE I FONDI – COSÌ DA LUGLIO MOLTI FORNITORI DI SPID, COME INFOCERT, FARANNO PAGARE IL SERVIZIO AGLI UTENTI…

Estratto dell’articolo di Alessandro Longo per “la Repubblica”

 

spid - sistema pubblico di identita digitale

Si incrina la promessa dello Spid gratuito, sbandierata dagli ultimi governi compreso quello Meloni. Il rischio infatti è che da luglio molti fornitori dell’identità digitale pubblica saranno chiamati a una scelta: ritirarsi dal mercato, continuare a operare in perdita o cominciare a fare pagare gli utenti.

 

La colpa – a quanto abbiamo potuto ricostruire – sono le lungaggini politiche che stanno ancora bloccando i 40 milioni di euro di finanziamenti pubblici allo Spid.

 

Soldi previsti già in un decreto del 2023, sbloccati da ulteriore decreto solo a marzo 2025, ma ancora non arrivati ai fornitori di Spid. Comprensibile quindi la decisione di alcuni di mettere a pagamento il servizio.

 

giorgia meloni e giancarlo giorgetti - question time alla camera

Dal 28 luglio Infocert farà pagare 5,98 euro l’anno lo Spid, dopo dieci anni di gratuità. Aruba fa già pagare dal secondo anno di abbonamento. Nel tempo, tutti i fornitori hanno cominciato a fare pagare le modalità di attivazione di Spid più comode per l’utente (come quelle online).

 

«La decisione si rende necessaria per garantire la sostenibilità economica di un servizio che, pur essendo diventato essenziale per il Paese, presenta da anni un forte squilibrio tra costi sostenuti e ricavi generati», spiegano da Infocert. […]

 

Parliamo per altro di un servizio pubblico importante. Passano per lo Spid oltre il 90% degli accessi ai servizi digitali della pubblica amministrazione, ben 1,2 miliardi nel 2024.

 

spid - sistema pubblico di identita digitale

Marginale il ruolo della carta di identità elettronica (Cie) per gli accessi online alla Pa – nonostante il governo ci abbia puntato tanto (solo 52 milioni di accessi nel 2024 a fronte di 48,2 carte distribuite). Alcuni sospettano che i ritardi sui 40 milioni di finanziamento pubblico siano da ricondurre alla speranza – fallita, per ora – di fare spostare gli utenti da Spid a favore della Cie.

 

[…]

 

Da Agid (Agenzia Italia Digitale), ente tecnico del governo che si occupa di Spid, confermano che quei fondi non sono ancora arrivati ma saranno sbloccati presto. Colpa – dicono – del “rimpallo burocratico tra vari ministeri” che ha bloccato il decreto fino a marzo scorso.

 

spid - sistema pubblico di identita digitale

Il tempo stringe, però, perché a luglio scade la convenzione tra lo Stato e i fornitori di Spid, che ora devono decidere se rinnovarla per altri due anni o se chiudere il servizio. Possibile che dicano basta, se i soldi non arrivano in tempo per il rinnovo. Oppure che in massa scelgano di fare pagare agli utenti per il ritardo del governo.

Ultimi Dagoreport

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)

orazio schillaci gemmato meloni ministero salute

DAGOREPORT – ALLA SALUTE DI GIORGIA! IL FEDELISSIMO DELLA MELONI, IL SOTTOSEGRETARIO MARCELLO GEMMATO, È DESTINATO A ESSERE PROMOSSO A VICEMINISTRO DELLA SALUTE – MA A FRENARE LA SUA NOMINA È IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI, CHE NUTRE DUBBI SUL POSSIBILE CONFLITTO D’INTERESSI DEL SOTTOSEGRETARIO, TITOLARE DI UNA FARMACIA IN PUGLIA – BASTA VEDERE IL PROVVEDIMENTO CHE HA FATTO FELICI I FARMACISTI: ORA POSSONO VENDERE CON RICCHI MARGINI DI GUADAGNO UNA SERIE DI FARMACI CHE PRIMA ERANO NELLA CATEGORIA “ASSISTENZA DIRETTA” ED ERANO DISTRIBUITI DAGLI OSPEDALI – LA DUCETTA HA CAPITO CHE ANCHE MATTARELLA POTREBBE STORCERE IL NASO DAVANTI ALLA NOMINA DI GEMMATO, E PER ORA PRENDE TEMPO…

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

MILANO TREMA: L’INCHIESTA SU “PALAZZOPOLI” POTREBBE INGROSSARSI – NELLA CAPITALE A-MORALE DEL PAESE, IMPRENDITORI, POLITICI E BUSINESSMAN SONO AMMUTOLITI E TERRORIZZATI DALLE POSSIBILI INDAGINI – SE IL GIP, DOPO GLI INTERROGATORI DI OGGI, DOVESSE CONFERMARE LE MISURE CAUTELARI RICHIESTE DALLA PROCURA, L’INCHIESTA TROVEREBBE NUOVO VIGORE, E LO SCANDALO ESPLODEREBBE IN MODO ANCORA PIÙ DECISO. A QUEL PUNTO IN TANTI, DI FRONTE AL RISCHIO DI FINIRE INDAGATI E INGUAIATI, POTREBBERO INIZIARE A PARLARE…

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…