peter thiel

PALANTIR FA I SOLDI A PALATE, MA SOLO GRAZIE ALLE COMMESSE PUBBLICHE – LA CAPITALIZZAZIONE DELLA MISTERIOSA SOCIETÀ DI CYBERSICUREZZA DI PETER THIEL, GRAZIE AI RAPPORTI CON TRUMP E MUSK E AI CONTRATTI CON LA NATO, VELEGGIA VERSO LA CIFRA RECORD DI 300 MILIARDI DI DOLLARI, OLTRE 100 VOLTE I SUOI RICAVI E QUASI 700 VOLTE I SUOI UTILI. UNA MAXI-BOLLA FINANZIARIA, COMPLETAMENTE SLEGATA DALL'ECONOMIA REALE, LA “MAIN STREET” TANTO CARA (A PAROLE) A DONALD TRUMP

Estratto dell’articolo di @Max Weber per “Domani”

 

peter thiel - dollari

Quanto conta essere l’ideologo della neo teocrazia tecnologica americana che strizza l’occhio alla destra trumpiana al potere? E quanto conta stare nell’inner circle del presidente Usa?

 

Per gli affari conta eccome. Ne sa qualcosa Peter Thiel, il più autorevole cantore della new republic tech e fondatore di Palantir Technologies, e con lui il cofondatore e ceo Alexander Karp, autore di recente di un manifesto programmatico dal titolo evocativo, “La Repubblica tecnologica”, in cui disegna un mondo in cui pochi eletti, padroni della nuova frontiera del dominio tech, finirebbero per governare la politica, in particolare con uno sguardo ossessivo sulla sicurezza nazionale contro il caos globale.

 

peter thiel alex karp

E proprio da lì è nata Palantir nel 2003, sulla spinta dell’orrore e della scoperta della vulnerabilità dell’Occidente dopo gli attentati alle Torri gemelle.

 

Si narra che il primo contratto da cui è nata la società fosse da un veicolo finanziario della Cia. Un primo assaggio per il gruppo che produce e fornisce software e algoritmi: gigantesco data center, una sorta di nuovo Grande Fratello, offerto da subito al governo Usa e alle sue appendici.

 

saruman con la pietra veggente palantir - signore degli anelli

Dalla difesa agli apparati di sicurezza, all’esercito, fino di recente al governo di Israele, impegnato nel conflitto con Hamas e cliente del gruppo che rievoca già dal nome le “Pietre veggenti” dell’opera tolkieniana, tanto cara a certa mitologia della destra, Meloni in primis.

 

Proprio sui grandi budget della Difesa e delle agenzie governative Usa Palantir ha mosso i primi passi, per poi veicolare i suoi applicativi anche al settore commerciale.

 

[…] Dal militare al civile, un percorso quasi naturale per chi gestisce il business dell’alta tecnologia. Ma senza quel primo abbrivio il passaggio al mercato privato sarebbe stato più complicato. Senza prima aver sperimentato algoritmi e data mining nelle applicazioni militari, difficile passare di gran carriera al civile come ha fatto Palantir.

 

tweet su jd vance e thiel anticristo

Tuttora il gruppo fondato da Thiel, creatore di PayPal insieme a Musk in anni lontani e di fatto venture capitalist di sé stesso, vede il suo giro d’affari diviso più o meno a metà tra commesse pubbliche e private, Su 2,86 miliardi di fatturato con cui ha chiuso il 2024, ben 1,5 miliardi vengono da commesse governative, principalmente americane, il resto sono commesse di grandi aziende.

 

L’inizio ovviamente è stato stentato come per tutte le start up. Solo dal 2018 in poi la società ha bruciato almeno 3 miliardi di perdite, di cui l’ultima nel 2022 per 370 milioni.

Ma Thiel ha man mano venduto azioni, comprate a prezzi crescenti dagli investitori, e infine grandi risorse sono arrivate dallo sbarco in Borsa nel settembre del 2020. Anche qui vendendo azioni per una valutazione di ben 22 miliardi.

 

alex karp di palantir con volodymyr zelensky a kiev

In quell’anno il bilancio si chiuse con 1 miliardo di perdite a fronte di 1 miliardo di ricavi. Ottenere dal mercato ben 22 miliardi di valore dà il senso della potenza delle aspettative per un gruppo legato mani e piedi ai ricchi budget politici del bilancio della Difesa Usa.

 

E che l’intreccio venga percepito dal mercato come il vero atout di Thiel e Karp si è visto di recente: le intenzioni di tagliare i budget di spesa pubblica, da parte di Trump e del fido Musk, a capo della enigmatica struttura del Doge, il nuovo dipartimento dell’efficienza della spesa pubblica, hanno fatto sbandare il titolo che dal picco storico di 124 dollari per azione raggiunto a metà febbraio era crollato a 74 dollari in un solo mese.

 

alexander karp

Ma lo sbandamento è durato poco: il mercato ha subito compreso che i tagli ipotizzati sarebbero stati selettivi. Perché colpire l’ideologo della tecnocrazia destrorsa cara a Trump? In fondo l’essere vicini al presidente è un passe-partout soprattutto nei momenti difficili.

 

E guarda caso ecco a sorpresa arrivare a metà aprile la nuova commessa-lampo militare dalla Nato. Dove come ben si sa gli Usa sono il maggiore contributore economico. Il sistema, noto come Maven Smart System Nato (Mss Nato), verrà impiegato nelle operazioni congiunte dell’Alleanza.

 

CRESCITA DI PALANTIR RISPETTO AGLI ALTRI CONTRACTOR DELLA DIFESA USA

Secondo la stessa Nato, l’impiego dell’applicativo fornirà “capacità di intelligenza artificiale personalizzate e all’avanguardia" all’Alleanza Atlantica garantendo che le forze armate siano dotate degli strumenti necessari per un’azione efficace e decisiva sul campo di battaglia moderno.

 

Se non sono gli Usa direttamente, ecco che Thiel, mentore e legato da grande amicizia con il vice-presidente Usa JD Vance, è riuscito ad allargare il perimetro di azione degli applicativi militari al budget fiorente dei Paesi dell’Alleanza Atlantica.

 

Dettagli sul valore dell’operazione non sono emersi […]. Ma dovrebbe bastare il fatto che nei giorni successivi alla firma […]  il titolo ha ripreso a correre in Borsa. Dalla frenata partita a metà febbraio, l’azione è tornata vigorosamente a salire: dal minimo di 74 dollari dei primi di aprile il prezzo è arrivato ai 129 dollari dei giorni scorsi. Un rally poderoso che ha portato il valore di mercato di Palantir alla cifra record di 300 miliardi di dollari.

 

peter thiel - dollari

[…]  E qui si comprende come l’abbraccio più che armonioso tra potere politico e affari compie veri e propri miracoli. Palantir nel 2024 ha fatto ricavi per poco più di 2,8 miliardi con utili netti per 467 milioni. E vale in Borsa la bellezza di 300 miliardi. Una bolla spaventosa, dato che implica pagare oggi Palantir oltre 100 volte i suoi ricavi e quasi 700 volte i suoi utili.

 

I dati del primo trimestre usciti da poco dicono che la corsa prosegue: i ricavi sono stati di poco meno di 900 milioni, in crescita del 39 per cento su base annua con utili per 214 milioni di dollari. E le stime sull’intero 2025 formulate dalla società proiettano i ricavi totali per quest’anno vicini ai 3,9 miliardi, con utili operativi per 1,7 miliardi e una produzione di cassa per oltre 1,6 miliardi.

 

peter thiel alex karp donald trump

Un business fiorente che però fa a pugni con le attuali valutazioni stellari che il mercato assegna a Palantir. Che dall’alto dei suoi 300 miliardi di capitalizzazione vede le azioni scambiate oggi a quasi 80 volte i ricavi dell’intero 2025 e 176 volte gli utili da realizzare nell’anno in corso.

 

Una bolla senza dubbio. Basta guardare le valutazioni relative ai colossi del big tech Usa. Il gigante Apple, solo a titolo di esempio, capitalizza quasi 3mila miliardi, 10 volte più di Palantir ma fa ricavi per 400 miliardi, contro i 3,9 attesi per fine 2025 da Palantir

Palantir

[…] il lauto budget pubblico continuerà a non mancare. Del resto i grandi fondi si sono accodati: nel capitale di Palantir spuntano con quote rilevanti i soliti nomi della grande finanza Usa: da Vanguard che possiede il 9 per cento delle quote a BlackRock con il 7 per cento.

 

E non va affatto male a Thiel e Karp, i due mentori del gruppo. Il primo ha in tasca 100 milioni di azioni che fanno un patrimonio personale di 9,6 miliardi. Mentre il ceo Karp si accontenta di soli 56 milioni di titoli, per un controvalore ai prezzi attuali di poco più di 5,3 miliardi di dollari. La nuova tecnocrazia vuole un mondo a sua misura, affari in primis.

PETER THIEL E LA PAYPAL MAFIA - FOTO DI FORTUNE Palantir palantir Palantir alex karp palantir palantir alex karp peter thiel donald trump jd vancePAYPAL MAFIA

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)