PAPI DECIDI: O IO O GALLIANI - BARBARA BERLUSCONI FA LA SUA SCALATA OSTILE AL MILAN (TENERE UNA CON IL CARATTERE E LE AMBIZIONI DI BARBARA LONTANA DALLA STANZA DEI BOTTONI DI MONDADORI HA I SUOI PREZZI)

Ettore Livini per "La Repubblica"

Scelgo i falchi o le colombe? Butto giù dalla torre Angelino o Raffaele? Sto con Letta o vado all'opposizione? C'è tempo per decidere. La nuova priorità di Silvio Berlusconi (e di conseguenza del paese) è un'altra: Barbara o Adriano? La bomba, affidata a una laconica agenzia dell'Ansa, è scoppiata alle 20.09 di domenica sera.

Quando l'imprevedibile terzogenita del Cavaliere - come ha già fatto tante volte in passato - è tornata a sparigliare le carte del delicatissimo risiko di Arcore, aprendo con il botto (leggi un benservito a mezzo stampa all'ad Adriano Galliani) il fronte Milan. I rossoneri? «Spendono tanto e male» la tesi della primogenita di Veronica Lario, che ha chiesto a papà - come ha precisato l'agenzia di stampa - «un deciso cambio di rotta».

Tradotto in soldoni: «O io o Galliani». Le mezze marce indietro seguite a stretto giro di posta hanno provato a gettare acqua sul fuoco. Ma l'incontro a quattr'occhi tra i due diretti interessati di ieri mattina («gelido», dicono fonti vicine all'ad) ha confermato la rottura.

L'entrata a gamba tesa della più ribelle dei suoi eredi è stato un fulmine a ciel sereno per Silvio. E non solo perché è costretto a scegliere tra la figlia e quello che da 34 anni è uno degli uomini chiave del Cerchio magico del Biscione. La forma, a volte, è sostanza. E il segnale arrivato domenica sera - per i tempi e i modi in cui è partito - riapre una delle partite più complicate per l'ex premier: quella della divisione dell'impero di famiglia tra i cinque figli. Un match a cavallo tra politica e affari dove Barbara, stanca di stare in panchina, pretende di scendere in campo in un ruolo di primo piano.

Il malessere, dice chi la conosce, covava da un po' di tempo. Lei, si sa, è una che non le manda a dire, abituata a lavare in piazza anche i panni sporchi di famiglia. Ha criticato
urbi et orbi in un'intervista su "Vanity Fair" la decisione (guarda caso di Marina e Piersilvio) di non cedere Mediaset a Rupert Murdoch. Si è candidata al vertice della Mondadori dove - fino a prova contraria - siede la sorella primogenita.

Ha osato l'inosabile punzecchiando papà sulle serate del Bunga Bunga («Per un politico non esiste confine tra pubblico e privato»). Negli ultimi tempi però, complice la sentenza Mediaset e il lavoro al Milan, sembrava essersi riallineata al pensiero dominante di Arcore: è scesa nell'arena di Ballarò come una Santanchè qualsiasi a difendere con i denti l'onorabilità del Cavaliere. Ha attaccato gli «approfittatori inadeguati» che campano alle sue spalle nel Pdl sottolineando - non che nessuno glielo avesse chiesto - «di non aver alcuna intenzione di entrare in politica».

Appassionata, sorridente, telegenica, decisa. Conscia sotto sotto che la guerra per la leadership nel centrodestra - causa la latitanza di candidati con il "quid" - vedeva in pole position proprio la sorella Marina. E che il trasferimento della "Leonessa" (copyright
del Cavaliere) a Palazzo Grazioli avrebbe liberato un paio di caselle importanti dell'impero di Arcore, leggi le presidenze Fininvest e Mondadori, consentendo di riequilibrare il peso negli affari di famiglia tra i figli di primo letto dell'ex-premier e quelli di Veronica Lario.
Acqua, pare, passata.

Il Monopoli di Arcore è tornato alla casella del via. Silvio si è ripreso il timone di Forza Italia. Marina è più salda che mai in Via Paleocapa e a Segrate. E Barbara, che non è un tipo da sedersi sugli allori, ha rotto gli indugi. Lei il lavoro al Milan l'ha preso seriamente. Ha parlato con tutti, letto i bilanci. È saltata sulla sedia quando ha visto come si spendono a Milanello i risparmi di casa e quanti soldi girano tra due o tre procuratori (sempre gli stessi). Così quando sabato sera - durante Milan-Fiorentina - ha letto gli striscioni della Curva Sud che attaccavano anche papà, è uscita allo scoperto: «Se il mio posto è il cda dei rossoneri, almeno qui devo contare qualcosa». E ha innescato la bomba-Galliani.

Berlusconi sa che questo è solo il primo tempo. Ha provato a ricordare a Barbara che anche Marina e Piersilvio lavorano fianco a fianco senza lamentarsi con manager come Maurizio Costa, Pasquale Cannatelli e Fedele Confalonieri. Tutto inutile. E, costretto a scegliere, il Cavaliere ha dato corda alla figlia. Domenica sera - dopo aver benedetto l'Ansa della discordia - ha detto di no all'ad che gli chiedeva una sua smentita personale sul possibile siluramento.

E nelle prossime settimane, secondo gli oracoli di Milanello, potrebbe dare segnali concreti su quel «cambio di rotta» chiesto da Barbara. Una scelta rischiosa (la cordata di Galliani sta trattando in Lega in queste ore una partita sui diritti tv decisiva per il futuro di Mediaset) ma inevitabile per non far risalire la febbre dei rapporti in famiglia, già messi a dura prova dalla faticosa e dolorosa separazione da Veronica. Il compromesso sul caso Milan, però, gli consente solo di guadagnare un po' di tempo. La Dinasty di Arcore è riaperta. E il secondo tempo della partita, con Barbara sempre più nel ruolo di protagonista, è ancora tutto da scrivere.

 

FOTO GALLIANI BARBARA BERLUSCONIBERLUSCONI TRA GALLIANI E BARBARAbarbara berlusconi sexy nerd per il milan su instagram berlusconi marina fininvest cir esproprio crop display MARINA E BERLUSCONIconfalonieri con marina e piersilvio berlusconi

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...

netflix disney plus streaming

DAGOREPORT - “TOPOLINO” HA FAME - DISNEY SCUCE 3 MILIARDI DI DOLLARI PER COMPRARSI LE ATTIVITÀ MEDIA DELLA NFL, LA LEGA DEL FOOTBALL AMERICANO. QUALE SARÀ IL PROSSIMO PASSO? UN CONSOLIDAMENTO NELLO STREAMING È INEVITABILE (IL MERCATO È SATURO DI SERVIZI E CONTENUTI) E C’È CHI SI SPINGE A UN’ACQUISIZIONE DI PESO, COME NETFLIX - LA PIATTAFORMA CAPITALIZZA IL DOPPIO MA FATTURA UN TERZO DELLA DISNEY  – RUMORS ANCHE SU UN INTERESSE DI AMAZON PER SPOTIFY: LÌ I SOLDI NON SAREBBERO UN PROBLEMA (IL SERVIZIO DI E-COMMERCE DI BEZOS CAPITALIZZA 2MILA MILIARDI CONTRO I 130 DELLO STREAMING MUSICALE)...

matteo piantedosi giorgia meloni carlo nordio giusi bartolozzi alfredo mantovano almasri

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI RISCHIA DI BRUTTO SUL CASO ALMASRI: PRENDERSI LA RESPONSABILITÀ DELLA SCARCERAZIONE E DEL RIMPATRIO (CON VOLO DI STATO) DEL TORTURATORE LIBICO EQUIVALE A UNA PUBBLICA SCONFESSIONE DEI MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI, CHE IN AULA HANNO MINIMIZZATO CON BUGIE LA QUESTIONE ATTACCANDO I GIUDICI – IL TRIBUNALE DEI MINISTRI, SCAGIONANDO LA STATISTA DELLA GARBATELLA E RINVIANDO A GIUDIZIO I DUE MINISTRI E IL SOTTOSEGRETARIO ADDETTO AI SERVIZI SEGRETI, HA APERTO UNA BOTOLA DOVE, DALL'ALTO DEL SUO DILENTATTISMO, MELONI È CLAMOROSAMENTE CADUTA - LO "SCUDO" PER SALVARE GIUSI BARTOLOZZI NON ESISTE: NON ESSENDO STATA RINVIATA A GIUDIZIO, IL GOVERNO NON PUÒ  ESTENDERE "IL CONCORSO" NEL REATO COL MINISTRO NORDIO. COSI', IL PARLAMENTO PUO' NEGARE L'AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO PIANTEDOSI, NORDIO E MANTOVANO, MA LA PROCURA DI ROMA NON AVRÀ ALCUNO OSTACOLO A RINVIARE A GIUDIZIO LA BARTOLOZZI, CON CONSEGUENTI ''RICADUTE POLITICHE'' SU MELONI - PERCHE' NON HANNO MESSO IL SEGRETO DI STATO...

donald trump volodymyr zelensky steve witkoff vladimir putin

DAGOREPORT - È FINALMENTE LA VOLTA BUONA PER LA PACE TRA RUSSIA E UCRAINA? – L’INVIATO SPECIALE DI TRUMP A MOSCA, STEVE WITKOFF, DOPO TRE ORE DI FACCIA A FACCIA, HA CONVINTO PUTIN A INCONTRARE IL TYCOON, CONSIGLIANDOGLI DI PRESENTARSI CON UN “REGALINO” DI BUONA VOLONTA': COME LA FINE DEGLI ATTACCHI DI DRONI E AEREI – IL FACCIA A FACCIA, CHE SI TERRÀ DOPO FERRAGOSTO NELLA TURCHIA DI ERDOGAN, HA OTTENUTO IL VIA LIBERA DA ZELENSKY, MERZ, STARMER E RUTTE (NON COINVOLTI IL GALLETTO MACRON E LA "PONTIERA SENZA PONTE'' MELONI) - MA PER FARLA FINITA, PUTIN DEVE PORTARE A MOSCA IL BOTTINO DEL VINCITORE: NON VUOLE E NON PUO' PERDERE LA FACCIA DOPO TRE ANNI DI GUERRA - TRUMP HA RASSICURATO ZELENSKY CHE L'UCRAINA NON VERRA' UMILIATA DALLA RUSSIA - IN VISTA DEL VOTO DI MID-TERM 2026, PER IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA LA PACE VALE COME UN GOL IN ROVESCIATA...