boschi padre

PERCHÉ PAPA' BOSCHI RIMASE AL VERTICE DI BANCA ETRURIA NONOSTANTE I DUBBI DEGLI ISPETTORI DI BANKITALIA? - IL RIMPASTO DEL CDA FU FATTO MA HA RIGUARDATO 7 CONSIGLIERI SU 15 E NESSUNO IN POSIZIONE DI VERTICE

lorenzo rosi pier luigi boschilorenzo rosi pier luigi boschi

Gianluca Paolucci per “la Stampa”

 

Un consiglio inadeguato, che avrebbe dovuto essere ricambiato in maniera ben più massiccia di quanto è stato fatto nel 2014. E' una delle contestazione che gli ispettori di Bankitalia muovono agli ex vertici della Popolare dell' Etruria nella relazione finale dell' ultima ispezione, quella che ha portato al commissariamento dell' istituto l' 11 febbraio scorso e terminata poi il 27 febbraio successivo.

 

CARENZE NOTE DA TEMPO

PIER LUIGI BOSCHIPIER LUIGI BOSCHI

Gli ispettori rilevano che otto consiglieri su quindici sono infatti rimasti al proprio posto. Tra questi figura anche Pierluigi Boschi, in consiglio dal 2011 che nel 2014 diventa vicepresidente. L' elenco che fanno gli ispettori è però più dettagliato. La stessa assemblea - che votò l' unica lista presentata - conferma anche Lorenzo Rosi, già vicepresidente e «promosso» nell' occasione alla presidenza. Alfredo Berni, un passato da direttore generale che diventa vicepresidente vicario. Confermati Felice Santonastaso, Andrea Orlandi, Luigi Nannipieri, Claudia Bugno, Luciano Nataloni.

 

maria elena boschi banca etruriamaria elena boschi banca etruria

Il rinnovamento auspicato da Palazzo Koch si limita così a sette consiglieri, nessuno dei quali in posizione apicale o con deleghe operative. Alla guida operativa dell' istituto resta infatti Luca Bronchi (che lascerà poi nel luglio dello stesso anno) nonostante ancora gli ispettori avessero da tempo rilevato le gravi carenze nella struttura patrimoniale dell' istituto e le carenze del processo decisionale.

 

Rilievi già emersi nel corso delle ispezioni precedenti, a partire dal 2013, quando una prima verifica sui crediti era stata ampliata come ispezione «ad ampio raggio» e aveva portato, nel 2014, all'erogazione di una serie di pesanti sanzioni ai consiglieri dell' istituto.

 

IL NODO DEL CAPITALE

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L'ultima ispezione rileva in sostanza come ben poco sia però cambiato. In primo luogo, oltre al mancato ricambio dei vertici, sottolinea come siano stati assenti interventi volti ripatrimonializzare l' istituto, i cui parametri di capitale risultavano da tempo lacunosi.

 

I PREMI A PIOGGIA

Ma, come già emerso, le contestazioni degli ispettori non si fermano qui. Oltre alla violazione delle norme sul conflitto d' interesse per i prestiti concessi a società legate ad alcuni consiglieri, al vecchio cda viene anche contestata la gestione dei crediti difficili del gruppo, per circa due miliardi.

 

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La liquidazione di 900 mila euro concessa nel 2014 all' ex dg Luca Bronchi. I premi concessi a pioggia al personale dell' istituto, per un totale di circa 2 milioni di euro, nonostante i pessimi risultati economici. E la mancata fusione con PopVicenza, che aveva presentato nel 2014 un' offerta a un euro per azione rigettata dal consiglio. Operazione che visti i problemi emersi poi a Vicenza non avrebbe risolto certo i problemi della Popolare aretina.

 

In attesa delle sanzioni di Bankitalia, che devono essere formalizzate dal Direttorio di via Nazionale, la procura di Arezzo ha chiesto di acquisire tutti gli atti del procedimento. I conflitti d' interesse Ieri per il procuratore capo Roberto Rossi è stata una giornata di lavoro con gli uomini del nucleo tributario della Guardia di finanza per fare il punto sui vari filoni d' inchiesta. Oltre ai due per i quali è imminente la richiesta di rinvio a giudizio (ostacolo alla vigilanza, che contesta anche l' aver fornito una rappresentazione errata della reale situazione patrimoniale dell' istituto fin dal bilancio 2012, e false fatturazioni), c' è il fascicolo sulle operazioni in conflitto d' interesse.

 

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Al vaglio degli investigatori ci sono le operazioni condotte tra Banca Etruria e quindici società, legate al presidente Rosi (La Castelnuovese e Città di Sant' Angelo) e al consigliere Nataloni. Quest' ultimo, in particolare, importante commercialista fiorentino, risulta in qualche modo legato a tutte le società finite nel mirino della Gdf. Dalla Praha Invest, che aveva realizzato una operazione immobiliare a Praga finita male, al gruppo Casprini, alla Cdg e Cd Holding, entrambe in liquidazione.

 

Il magistrato ha anche ricevuto, sempre ieri, i vertici di Federconsumatori che stanno predisponendo le querele in difesa degli ex obbligazionisti che hanno dato il via al quarto filone di inchiesta, quello per truffa.

 

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